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La chiesa dell'Immacolata Concezione un tempo era annessa al vastissimo monastero benedettino, fondato da Laura Ventimiglia nel 1576. Trasformato in ospedale dopo la confisca dei beni ecclesiastici (1866), è stato demolito, insieme ad una vasta zona limitrofa al bastione d'Aragona. nel 1932 per la costruzione del Palazzo di Giustizia. La chiesa, pertanto, oggi appare isolata ed accanto è stato costruito un anonimo condominio. Costruita nel 1612, su progetto di Grazio Nobili, ha facciata esterna molto severa secondo i canoni del primo barocco romano. L'interno "abbaglia" per la ricchissima decorazione marmorea policroma a cui si dedicarono anche i famosi architetti Giacomo Amalo e Gaetano Lazzara. I lavori si protrassero per oltre cento anni. La chiesa è ad unica navata con impostazione spaziale ancora rinascimentale. Le pareti sono interamente coperte, fino alla cornice, da una preziosa decorazione a marmi mischi e tramischi. Il soffitto a botte è decorato da stucchi dorati e dall'affresco "Il Trionfo degli Ordini religiosi" di Olivio Sozzi del 1740 circa. Sulle pareti laterali si aprono quattro cappelle: sulla sinistra troviamo le cappelle della Madonna Libera Infermi (delicata opera di Vincenzo Guercio del 1635) e del Crocifisso con una grande "cornice reliquiaria". Sulla destra troviamo le cappelle di Santa Rosalia i di San Benedetto, con grande tela di O. Velasquez (1775). Tutte le cappelle sono ornate da splendide colonne tortili con, alla base, intarsi in marmi e pietre preziose. Alla base sono posti raffinati e preziosissimi PALIOTTI, raffiguranti elaborate architetture, gioielli dell'artigianale decorativo siciliano. Sopra la prima cornice sono le statue di santi benedettini; a sinistra Sant'Anselmo, Saill'Uberto, San Lolario, Sant'Agatone; sul "fronte dell'altare maggiore: Santa Scolastica, San Benedetto, San Mauro, Santa Geltrude; a destra San Idelfano, Santa Barbara, San. Pietro Damiano, Sant'Ugo. Il presbiterio è introdotto da un maestoso arco trionfale affiancato da coppie di colonne; sull'altare maggiore è la tela dell'"Immacolata Concezione" di Pietro Novelli. Un bella cupola ottagonale, sfarzosamente decorata, sovrasta l'area sacra Il coro è sostenuto da quattro coppie di colonne; i due coretti laterali hanno preziose ringhiere in ferro battuto dorato; gli organi sono ricoperti da belle opere scultoree settecentesche di legno rivestite con oro zecchino. L'insieme risulta ricco ed armonioso. Il Quartiere Monte di Pietà Intorno all'anno 830 d. C. gli Arabi conquistarono la città di Palermo e si stabilirono entro le mura cartaginesi nel quartiere che chiamarono "Al Qasr" cioè "Cassaro". Con il passare degli anni la popolazione aumentò e si sentì la necessità dì costruire nuove abitazioni fuori le mura. Al di là del fiume Papireto nacque così i! quartiere degli Schiavoni che erano pirati, commercianti di schiavi e soldati mercenari. Intorno al 1100 d. C. i Normanni conquistarono la città di Palermo e gli Arabi rimasti si rifugiarono nel quartiere abitato dagli Schiavoni e cambiarono il nome in Seralcadio (Sari - al- Qadi cioè strada del Radi) dal nome della via principale che l'attraversava. In seguito la parte superiore del quartiere fu chiamata "Caput Seralcadi" ed infine soltanto "Capo". Il quartiere, ancora oggi, è frequentato per il suo mercato pieno di colori, di suoni, di profumi. Con il passare del tempo, furono costruite le mura intorno al quartiere, il fiume Papireto fu prosciugato per bonificare la zona. Nel 1600 alcuni nobili costruirono qualche palazzo, ma l'architettura nel suo insieme rimase povera. Gli ordini religiosi invece costruirono molte chiese, fra cui quella dell'Immacolata Concezione che noi abbiamo adottato. Nella chiesa si venera Maria SS. delle Grazie alla quale è riservata una grande festa che si svolge in maggio per i vicoli del quartiere con una processione gestita dall'omonima storica confraternita fondata nel 1887. |
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