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L’Oratorio allo stato attuale è ancora in corso il cantiere di musealizzazione degli stucchi della distrutta chiesa delle stimmate. Il suddetto cantiere in fase di ultimazione è circoscritto al solo piano terra. Al primo piano sono già esposti alcuni arredi settecenteschi, una scultura attribuita al Marabitti e due statue marmoree una attribuita ad Antonello Gagini e l’altra di Vincenzo Vitagliano provenienti dalle collezioni della Galleria. L’Oratorio sarà visitabile soltanto al primo piano solo previa prenotazione telefonica (max 10 persone). L’Oratorio è ubicato nel cuore del centro storico, nei pressi di piazza Kalsa tra via dello Spasimo e piazzetta dei Bianchi. La sede museale è l’antico complesso architettonico sorto nel corso dei secoli su uno dei siti più significativi della storia della città. Il nucleo più antico è costituito dai resti lignei della Porta della Vittoria, con riferimento alla vittoria di Roberto il Guiscardo sugli Arabi che proprio alla Kalsa avevano la cittadella fortificata. Intorno a questi resti sorse a fine Quattrocento la chiesa della Vittoria che nel corso del XVIII secolo assunse l’attuale assetto longitudinale. A partire dalla metà del XVI secolo, al di sopra di questa chiesa prese avvio la costruzione dell’oratorio della confraternita del Santissimo Crocifisso detta “dei Bianchi” per via dell’abito cerimoniale. Vi aderivano i maggiorenti della città con il compito di confortare nella buona morte i condannati. Devastato da un incendio, a fine XVII l’oratorio fu ricostruito e nel corso del secolo successivo arricchito di pitture, arredi e sculture. Nel 1987 l’Assessorato Regionale Beni Culturali ha acquistato l’intero complesso destinandolo a Palazzo Abatellis. Il percorso espositivo integra le pitture, gli arredi e la decorazione plastica del sito monumentale con i materiali di scultura e plastica del Sei e del Settecento selezionati dalle raccolte di Palazzo Abatellis. L’ordinamento consente una comprensione immediata e
unitaria dei caratteri specifici della produzione
artistica palermitana dall’età barocca al tardo
Settecento, fra pittura, scultura e decorazione
plastica. Il Piano terra, originaria chiesa della Vittoria, presenta gli stucchi serpottiani provenienti dal complesso delle Stimmate in un allestimento museografico che ne ricrea, ove possibile, la partitura espositiva originaria. In fondo all’aula permangono i resti della già ricordata Porta della vittoria, del X secolo. Lo scalone monumentale del 1744 a doppia rampa è ornato da nicchie sormontate da tondi e ospitanti statuaria tardo barocca e classicheggiante dei secoli XVII e XVIII,. Al Primo Piano l’oratorio, preceduto dall’antioratorio presenta pitture parietali opera di alcune fra le più attive dinastie artistiche fra Sette e Ottocento : i Cotardi per i monocromi, i Mercurio e Giuseppe Testa per i temi biblici. La pala d’altare è opera di Antonio Manno che la firma e data nel 1800. Il pavimento maiolicato della seconda metà del XVIII, di cui rimangono assai poche sopravvivenze, raffigurava nella parte centrale la scena di Mosè che fa sgorgare l’acqua dalle rocce del deserto. Alle spalle della grande aula oratoriale nota come la più ampia della città, si aprono due sale destinate all’esposizione di manufatti plastici dei secoli XVII e XVIII. Segue il fastoso “Salone Fumagalli”, in origine destinato alle riunioni dei confrati, interamente affrescato a trompe l’oeil da Gaspare Fumagalli che vi si firma nel 1776. Testi tratti dal sito della Regione Siciliana |
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