"Tutte le piante che io ero abituato
a vedere imprigionate entro grandi vasi, qui vivono gaie e
libere sotto il libero cielo..."
Così, nel 1787, Johann Wolfgang
Goethe, nel suo libro "Viaggio in Italia", scrive
della Villa Giulia, accanto alla quale, di lì a poco,
doveva sorgere il nuovo Orto Botanico.
Aperto al pubblico
nel 1795, dette i natali ad un'attività che,
ininterrottamente, ha consentito la diffusione di
innumerevoli specie vegetali, sia a Palermo che in Europa.
L'edificio in stile neoclassico,
denominato "Ginnasio", progettato dal francese Dufourny,
in collaborazione con architetti locali (Trombetta,
Marabitti e Marvuglia), all'interno del quale troviamo
pregevoli decori, veniva utilizzato dai dimostratori per
esporre le piante medicinali.
Non dimentichiamo che l'Orto
Botanico di Palermo è un'istituzione dell'Università degli
Studi, e rappresenta il centro nel quale si sono
sviluppati gli studi sulla botanica, a partire dal 1795.
L'Orto Botanico raggiunse la sua dimensione finale, di
circa 10 ettari, nel 1898. Non solo giardino e non solo
piante: nei suoi viali troviamo l'immancabile statua del
"Genio" di Palermo, due sfingi, ovviamente di dimensioni
ridotte, bassorilievi, statue e busti, dedicati a grandi
naturalisti dell'epoca.
All'interno del Ginnasio una
raccolta di semi e frutti che oggi può apparire
insignificante ma che, rapportata al periodo in cui nacque
il complesso, dimostra l'impegno profuso dai suoi
fondatori nella ricerca di piante in tutto il mondo.
Tra le curiosità, una vasca ospita la
"Victoria Amazonica", una caratteristica pianta dalle
grandi foglie galleggianti; in Italia, un'altra pianta
dello stesso genere è presente, in una serra ben protetta
dei giardini di Villa Taranto, a Pallanza, sul lago
Maggiore.
Altre ville cittadine, tra le quali il
Giardino Inglese e la villa Garibaldi, i centenari viali
alberati all'interno del Policlinico Universitario,
traggono le loro origini dall'attività dell'Orto Botanico.
Come presumiamo abbia fatto Goethe, questo è un giardino
da assaporare con la mente libera e con gli occhi pieni di
curiosità. Ogni pianta, ogni viale, ogni cespuglio, non è
soltanto un prodotto della natura, ma rappresenta lo
sforzo compiuto per dare alla città un documento vivente
della flora mondiale e, naturalmente, aumentarne la
visibilità internazionale.
|