DA FORTEZZA A REGGIA NORMANNO-SVEVA
Nel 1072, Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla,
condottieri normanni (del ceppo proveniente dalla
Francia settentrionale e stanziatosi nell'Italia
meridionale), conquistano Palermo e potenziano
ulteriormente le fortificazioni anche con la
costruzione di una Torre (detta Rossa presumibilmente
per il colore dei materiali usati) in posizione più
avanzata rispetto al 'qasr' arabo. Nonostante i
problemi difensivi, preminenti per la insofferenza
della popolazione araba di Sicilia, Ruggero (divenuto
Gran Conte di Sicilia) sembra avesse pensato di
costruire, all'interno della fortezza, un palazzo (lo
farebbero supporre alcune strutture ancora non del
tutte studiate dagli archeologi); è però nel 1130, con
Ruggero II, il primo dei re normanni di Sicilia che,
pur non trascurando le caratteristiche difensive della
fortezza, la trasforma in reggia.
Nel 1132 Ruggero II realizza,
all'interno della reggia e immediatamente al di sopra
di una chiesa preesistente, la Cappella di S. Pietro,
detta 'Palatina' (cioè 'del Palazzo').
I suoi successori, Guglielmo I e
Guglielmo II, proseguiranno nell'opera di
trasformazione del Palazzo che, articolandosi
attraverso un sistema di torri (Pisana, Ioaria,
Chirimbi, Greca) tra loro collegate da camminamenti,
presenta numerosi ambienti necessari ad ospitare una
corte cosmopolita, nonché la Zecca ed il Tiraz, l'opificio per la manifattura di stoffe
preziose.
Per la raffinata eleganza delle
soluzioni architettoniche e per la ricercatezza
delle decorazioni si deve ritenere che la Torre
Pisana e la torre Ioaria (la Chirimbi non è più
esistente e la Greca è stata oggetto di demolizioni e
ricostruzioni) abbiano ospitato gli appartamenti dei
sovrani normanni nonché di Federico II di Svevia
(nipote di Ruggero II e di Federico Barbarossa),
imperatore di Germania e re di Sicilia. Il quale, pur
costretto a lasciare per lunghi periodi la sua città
(in quel periodo fra le più importanti insieme con
Costantinopoli e Alessandria d'Egitto), vorrà esservi
sepolto.
Dopo la morte di Federico II (1250)
e con il tramonto della casata Sveva, la Sicilia è
attraversata da lunghe lotte di potere che vedranno
prevalere prima gli Angioini e, dopo la rivolta dei
Vespri siciliani (iniziata nel 1282), gli Aragonesi.
Alla fine del 1300 gli ultimi
sovrani di questa dinastia (originatasi nel sud-est
della penisola iberica) decidono, probabilmente anche
per motivi di sicurezza, di lasciare il Palazzo reale
per trasferirsi nel palazzo tolto ai Chiaramonte (lo "Steri"),
rei di tradimento.
Il Palazzo si ridurrà, quindi, per
tutto il XV secolo, a sola struttura di difesa;
rimarrà, fortunatamente, sempre attiva la Cappella
Palatina.
IL PALAZZO DEI VICERE'
A seguito di lunghe e complesse vicende dinastiche, la
Sicilia si trova a far parte, nei primi decenni del
XVI secolo, dei possedimenti dei sovrani spagnoli, i
quali affidano il governo dell'Isola ad un viceré: una
sorta di governatore, scelto fra personalità di
rilievo della nobiltà più fedele alla Corona, che
esercitava poteri amplissimi in nome e per conto del
re.
Appunto in tale periodo il Palazzo
diventa sede del viceré e della sua corte subendo
profondi interventi di ristrutturazione sia delle
parti esterne che di quelle interne.
Già nel 1536, nell'ambito delle
opere di potenziamento dell'intero sistema difensivo
della città, volute dal viceré Gonzaga, l'ingegnere
bergamasco Antonio Ferramolino si era occupato delle
fortificazioni del Palazzo, ma è nel 1553, dopo il
trasferimento allo Steri del Tribunale della Santa
Inquisizione, che si iniziano le demolizioni e le
nuove costruzioni.
In particolare: nel 1553 viene
demolita per motivi strategici la Torre Rossa; nel
1560 vengono costruiti un bastione rivolto ad
occidente ed il corpo di guardia compreso tra la Torre
Pisana e la Torre Greca, che a sua volta nel 1567 è
parzialmente demolita per ricavarne ambienti più ampi.
Negli anni immediatamente successivi
(1569-1571) viene demolita un'ampia parte delle
strutture normanne del lato occidentale del Palazzo e,
riutilizzando anche le fondazioni e parte dei
materiali preesistenti, viene realizzata una struttura
con tre elevazioni: una seminterrata, che alcuni
decenni dopo sarebbe stata trasformata ulteriormente
(Sale Duca di Montalto), una seconda che si affaccia
sul Cortile 'della Fontana', realizzata nel 1571-72
(nel luogo in cui sorgeva la normanna torre Chirimbi);
la terza elevazione, costituita da un ampio salone,
avrebbe ospitato le sedute del Parlamento della
Sicilia o, meglio, i 'Parlamenti generali del Regno',
convocati periodicamente dai Sovrani spagnoli.
Negli stessi anni si procede alla
costruzione dei loggiati del Cortile della Fontana e,
nel 1580, per volontà del viceré Marcantonio Colonna,
alla realizzazione di un lungo corridoio scoperto per
collegare il Palazzo alla Porta Nuova.
Negli anni dal 1599 al 1601 vengono
costruiti il grande cortile Maqueda (dal nome del
Viceré) e lo scalone d'onore destinato a collegare i
tre livelli dei loggiati.
Nel 1600, quindi, il Palazzo ha
mutato quasi del tutto l'aspetto che sostanzialmente
aveva mantenuto per quattro secoli. E lo muterà ancora
negli anni successivi con il nuovo prospetto che verrà
addossato, occultandola, all'antica struttura
normanna. All'interno di questo nuovo prospetto si
ricaveranno vasti ambienti (disposti sui due livelli
principali); in particolare, il piano nobile ospiterà
una vasta 'Galleria'.
Altri interventi di rilievo
riguarderanno: la costruzione di due bastioni sul
prospetto principale (1647); la copertura del
corridoio di collegamento con la Porta Nuova (1696) e
la creazione di nuovi ambienti che oggi ospitano il
Comando militare della Regione Sicilia; la demolizione
della cupola della Torre Ioaria sostituita da una
copertura lignea (1713); la realizzazione di una rampa
di accesso al Cortile della Fontana (1735); la
'ristrutturazione' della Galleria che determina la
creazione delle attuali Sala Rossa, Gialla e Verde
(1787).
L'ULTIMO PERIODO
Con i Borboni il Palazzo si trasforma ancora: nel 1790
Ferdinando IV fa elevare sulla Torre Pisana un
Osservatorio astronomico ancora oggi esistente
e particolarmente specializzato negli studi di
astrofisica; nel 1798 la corte borbonica, trasferitasi
nel Palazzo a causa dell'occupazione francese di
Napoli, fa modificare numerosi ambienti per adattarli
alle nuove esigenze; nel 1811 vengono per l'ennesima
volta decorate le pareti e la volta della Sala del
Parlamento che sarà chiamata 'Sala d'Ercole'
appunto per le numerose tempere che raffigurano le
fatiche dell'eroe mitologico; dopo il 1820 vengono
demoliti i bastioni.
Con l'Unità d'Italia il Palazzo,
sebbene ancora 'reale' con la monarchia sabauda,
ospiterà anche uffici ministeriali. Il periodo più
recente è stato caratterizzato dal restauro del
Palazzo, iniziato nel 1930 con le strutture normanne,
e tuttora in corso. Nel fare ciò si è tenuto conto
della specifica attività che, dal 1947, si svolge in
questo articolato complesso monumentale essendo sede
dell'Assemblea regionale siciliana, cioè del
Parlamento siciliano moderno.
Testi tratti dal sito dell'Assemblea
regionale siciliana.
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