Itinerario
archeologico
«Dall'Italia, dove abitavano, i Siculi che sfuggivano
gli Opici, passarono in Sicilia su delle zattere... Passati
dunque in Sicilia in gran numero, vinsero in battaglia i
Sicani, che confinarono nelle regioni meridionali e
occidentali e fecero sì che risola Sikana si chiamasse
Sikelia. Compiuto il passaggio, occuparono e abitarono le
zone più fertili del Paese, circa 300 anni prima che vi
ponessero piede i greci, ed ancora adesso essi si trovano al
centro e al nord dell'isola».
Così Tucidide ci presenta uno
dei momenti cruciali della storia antica della Sicilia, con
particolare riferimento alla situazione venutasi a creare
all'interno dell'Isola.
Questo flusso migratorio, avvenuto intorno all'anno 1000 a.C, vede
la partecipazione di altri gruppi etnici; anche i Morgeti,
capeggiati dal leggendario Morges, si stanziarono al centro
dell'Isola, fondando la città di Morgantìna, come ci riferisce
Strabone.
Le testimonianze più preziose del ricco passato
di cui la provincia ennese si fa vanto sono custodite nei musei della zona. Tra
questi il Museo Alessi (ad Enna) che ospita reperti e stampe appartenuti al
canonico Giusepe Alessi. Da menzionare anche il Museo Varisano, sempre ad Enna,
con le cinque sale del Museo Archeologico Regionale, il Museo di Aidone,
ospitato presso l'antico Convento dei Cappuccini (XVII secolo); il Museo Civico
di Centuripe con la ricca Collezione Archeologica; il Museo archeologico di Sperlinga ed il
Museo dell'arte mineraria e della civiltà contadina, a Villarosa.
Il periodo preistorico e protostorico è
testimoniato da numerose presenze che occuparono in modo capillare tutto il
territorio della provincia ennese; la particolare conformazione geofisica, ricca
di grotte, di corsi d'acqua, di terreno fertile, era abbastanza funzionale per
il tipo di vita condotto dai suoi primi abitatori. La sua posizione centrale
inoltre dava la possibilità di trovarsi costantemente attraversata dai
principali flussi culturali. L'incontro con il sistema socio-economico greco
produsse, a partire dalla fine del VII - inizio del VI secolo d.c., notevoli
mutazioni nell'organizzazione sociale ed urbanistica di queste popolazioni; si
fa più pressante l'esigenza di abitare luoghi che rispondano a criteri di difesa
e nello stesso tempo siano funzionali rispetto alle vie commerciali. Tutti gli
altipiani risultano occupati da impianti stabili che seguono quasi tutti gli
stessi criteri di edificazione. Le caratteristiche urbane dei centri
dell'interno segnano un comune modo di vedere e di vivere la città. Numerose
testimonianze di queste vicende permangono nell'ennese, dove un itinerario
archeologico consente di rivivere affascinanti secoli di storia. Si tratta di
siti ricchi di tracce del passato, ma non sempre sufficientemente conosciuti. Se
sono infatti note la Villa Romana del Casale, nei pressi di Piazza Armerina e
Morgantina, a 4 chilometri da Aidone, non può dirsi lo stesso di altre zone che
sono egualmente importanti.
LA VILLA ROMANA DEL CASALE
Una sosta in
Sicilia non può indubbiamente prescindere da una visita alla Villa Romana del
Osale, un complesso asimmetrico, ma funzionalmente unitario, la cui
realizzazione dovette richiedere tempi lunghi, com'è deducibile dalla
complessità e grandezza della costruzione e dall'ampia superficie musiva che
l'abbellisce.
Essa è infatti di circa 1.000 mq. e per la
varietà dei temi, la plasticità, l'eleganza e la forma delle immagini e per la
sapienza compositiva fa pensare alla mano di validi maestri. Edificato a
terrazze per seguire l'andamento del terreno, il monumento comprende, sistemati
su tre diversi livelli: le thermae, le stanze degli ospiti, le stanze del
proprietario e della sua famiglia e, a parte, una vasta sala da pranzo. La
villa, dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità, simbolizza perfettamente
l'utilizzo della campagna - centro di potere e fondamento dell'economia rurale
dell'Impero d'Occidente -durante il periodo romano. Secondo la tipologia del IV
sec. d.C., la Villa Romana del Osale e uno degli esempi monumentali più
lussuosi: i mosaici che decorano quasi ogni stanza, sono i più belli esistenti
dell'età romana.
MORGANTINA
A 14 chilometri da Piazza Armerina e nelle vicinanze di Aidone, si trova Morgantina. Portata alla luce nel 1955 ad opera dell'Università
di Princetown,è da considerarsi la scoperta archeologica più importante fatta in
Sicilia nel XX secolo. La città, abbandonata intorno al 36 a.C., ricoperta da un
consistente strato di polvere e cenere, è pervenuta a noi cosi com'era al tempo
di Jerone 11, verso la metà del III secolo a.C., che fu quello de! suo massimo
splendore. 11 suo centro urbano è caratterizzato da un reticolato stradale
costituito da un'arteria principale da cui si dipartono altre vie ad essa
perpendicolari. L'abitato era dotato di un complesso idrico con una cisterna ed
un sistema di canalizzazione alimentato da grandi serbatoi.
I reperti provenienti dagli scavi effettuati
nell'antica città sono esposti nel Museo Archeologico Regionale allestito
nell'ex Convento dei Cappuccini.
LE NECROPOLI DI ROSSOMANNO
Tra Piazza
Armerina e Valguarnera si trova Rossomanno, località nota per le necropoli di
Rocca Crovacchio, che conserva a Serra Casazze tracce dell'abitato di età
arcaica e, sulla sommità di Castellazzo, una costruzione di età medioevale.
MONTAGNA DI MARZO
Tra Piazza Armerina e Barrafranca c'è Montagna di Marzo, sito in cui sono visibili mura risalenti alla
meta del IV sec. a.C., che presentano una porta d'ingresso ed un torrione.
COZZO MATRICE
Imboccando
una trazzera
sulla «Pergusina», strada che collega Enna a Piazza Armerina, si giunge a Cozzo
Matrice, dove sono stati rinvenuti i resti di un'officina della tarda età del
rame, una necropoli rupestre con tombe a camera scavate nella roccia; un
edificio arcaico si trova, inoltre, nei pressi della stessa necropoli.
GROTTE E NECROPOLI
Nelle pendici di Enna,
infine, si trovano numerose grotte, di cui non è facile stabilire la cronologia,
ma che dovevano essere adibite ad abitazioni o per usi funerari.
All'ingresso meridionale della città è visibile
la Grotta della Spezeria, che merita particolare attenzione, caratterizzata
com'è da numerose cellette scavate nella parete per la deposizione di statuine
votive. Notevole interesse riveste poi l'area attorno a Qlascibetta, dove sono
state esplorate quattro necropoli rupestri databili dal 111-11 millennio a.C. La
più antica e quella che si trova a Malpasso; cinque tombe a Grotticella a più
camere hanno restituito una ceramica rossa monocroma consentendo l'estensione
della facies di Malpasso ai ritrovamenti in altri siti della Sicilia dello
stesso tipo di Vasellame. La più conosciuta è la necropoli Realmese, con le sue
300 tombe a grotticella. Utilizzata dalla meta del IX sec. a.C. [Bronzo finale -
prima età del ferro] sino al secondo quarto del VI sec. a.C., presenta la
particolarità della convivenza di due diverse facies culturali. Interessanti le
numerose camere sepolcrali pre-ellenistiche scoperte di recente a Pietraperzia.
Una necropoli con tombe a fossa e a camera, con
corredi che indicano una frequentazione che va dalla preistoria al periodo
romano, è stata, di recente, portata alla luce ad Assoro.
TROINA E CENTURIPE DI ETÀ ROMANA
A Troina, la più importante zona archeologica si trova in località Catena in cui,
oltre ad alcuni resti della fortificazione ellenistica, sono stati messi in luce
alcuni settori dell'area urbana, che comprendono strutture abitative con
impianti termali romani.
A Centuripe, nella stessa zona della città,
possono vedersi i resti dei bagni romani, risalenti all'epoca imperiale, sul
Monte Galvano e quelli di una casa ellenistica e di un antico edificio,
denominato «la Dogana», su Monte Porcello. Merita, inoltre, particolare
attenzione l'Edifìcio degli Augustali.
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