La bellezza delle pietre
Ciò che fa soprattutto di essa una terra che è indispensabile visitare
ed unica al mondo, è il fatto che la Sicilia è, da un capo all'altro uno strano
e divino museo d'architettura.
L'architettura è morta oggi in questo secolo che ha ancora il gusto delle
arti ma che tuttavia sembra aver perduto il dono di produrre bellezza attraverso
le pietre, il misterioso segreto della seduzione attraverso le linee, il senso
della grazia nei monumenti" Cosi scrive Guy de Maupassant nel suo libro: «La
Sicilia». La provincia di Enna si caratterizza per una ricca architettura
castellana ma anche per la presenza di numerosi aggrottati e borghi fortificati
di cui oggi sopravvivono solo poche vestigia spesso di non agevole "lettura".
La nostra panoramica comprende i castelli che hanno meglio conservato larga
parte della propria fisionomia, costituendo ancora oggi la testimonianza
migliore di un modo diverso di intendere l'architettura, in armonia e quasi in
simbiosi con il terreno e la natura circostante. Suggeriamo un itinerario
fantastico attraverso la , bellezza della natura, nella varietà del paesaggio.
Assoro: Castello Valguarnera
Sulla sommità di Monte Stella e ubicato il Ostello di Valguarnera, di cui si
hanno notizie a partire dal 939, anno in cui fu espugnato dal condottiero arabo
Chalil, il quale lo ricostruì e rafforzò.
Ingrandito dai Normanni in epoche successive, divenne in seguito possedimento
delle famiglie Uberti, Valguarnera e Polizzi.
Abbandonato all'incuria, oggi solo pochi ruderi mostrano la vastità degli
ambienti. La disposizione dei manufatti per la difesa, tuttavia, testimonia la
genialità degli architetti del tempo. Le strutture murarie superstiti sono
quelle rivolte verso la vallata sottostante, addossate alla viva roccia.
Qui c'era la zona residenziale del castello mentre nella parte che guarda
Assoro erano alloggiate le truppe e piazzate le strutture di difesa ed i
magazzini.
Per arrivare al castello si deve attraversare per intero l'abitato di Assoro.
Castello Saraceno di Agira
Sulla parte più alta della città, ad Agira sorge il Ostello In base alle
notizie che possediamo, la cima del monte era già fortificata al tempo del
tiranno Aggiri Si sa che nel luogo era stata edificata una fortezza dai
bizantini, sulle cui rovine gli Arabi ne costruirono una nuova, che i Normanni
ampliarono e di cui diedero l'investitura a Guglielmo Malaspasano Menzionata per
la prima volta nel 1274, quando «Castrum Philippi» figura nello Statuto Angioino
dei castelli siciliani, la fortezza partecipo attivamente alle lotte fra angiomi
e aragonesi, prima, e fra aragonesi e chiaramontani, poi Perduta la sua
importanza militare nei secoli XVI e XVII, già nel 700 era m rovina Una piccola
porta sul lato est consente ['ingresso nella prima torre che, nel piano
superiore, riceve luce da una finestra a feritoia, mentre una grande finestra,
che si apre sul lato ovest, illumina il piano superiore Un portale ad arco
ogivale, ai cui lati si aprono finestre a feritoie, immette nella seconda torre,
che all'interno presenta una volta ogivale ed i resti di un camino Uno stupendo
panorama permette di ammirare l'Etna, la Valle del Salso a nord e la valle
Dittaino a sud.
Centuripe: Castello di Corradino
Si tratta di un'antica costruzione romana risalente al II secolo d.C. La
denominazione di castello, assunta in epoca medievale, è impropria trattandosi
di un edificio quadrato, piuttosto piccolo, assimilabile ad una torre. Fu
utilizzato da Corrado Capece come fortilizio nella difesa degli Svevi in
Sicilia. La struttura sorge nel centro storico di Centuripe.
Troina: Castello Medievale e Castello Normanno di Ruggero
Il Castello antico, edificato sulle vecchie mura megalitiche di forma
pressoché circolare, sorgeva nella parte alta di Troina e conteneva, in pratica
tutto l'abitato. La fortezza esisteva fin dal VI sec. a.C. fu meglio fortificata
dagli arabi, che la conquistarono ai Bizantini nell'878 e la mantennero sino al
1061. La fortezza di Ruggero si sovrappose al Castello Antico ampliandone i
confini e creando, di fatto, una nuova e più complessa struttura castellana, i
cui ruderi sono sopravvissuti sino ai nostri giorni.
La nuova struttura era costituita da tre torri dominanti alti baluardi che si
affacciavano sulla vallata impervia.
La Torre campanaria della Matrice e la Torre di via Ruggero sono ancora
esistenti, anche se trasformate.
La terza Torre, invece, non è individuabile.
L'uscita dalla cinta muraria avveniva dalle quattro porte: di Baglio, del
Guardiano, Canonite e di Ram (o della Sorgente). Oggi di quella imponente
fortezza rimangono solo alcune tracce sparute.
Castello Normanno di Cerami
Fu fatto costruire dal Conte Ruggero nella parte più alta del paese, dove
esisteva una rocca inaccessibile scavata nell'arenaria. Ampliato dai proprietari
che di volta in volta ne sono venuti in possesso, costituisce un valido esempio
di architettura castellana siciliana, che riesce a creare un armonico connubio
fra la zona scavata nella roccia e quella costruita. Questa fortificazione
costituisce ancora oggi uno degli esempi più interessanti dell'architettura
castellana siciliana del Medioevo, caratterizzata dall'utilizzo delle asperità
naturali quali altrettanti elementi architettonici.
Nicosia: Castello Medievale Normanno
Del vasto complesso fortificato, costruito dai Bizantini ed ampliato dai
Normanni, oggi resiste un grosso muragliene che collega due colline ed è
parzialmente sovrastato da un collegamento merlato. Inoltre, sono ancora
esistenti due torri con caratteristiche architettoniche tipiche
dell'architettura siciliana medievale. Sempre di interesse archeologico, sparsi
nei territorio esistono aggrottati più o meno fortificati che documentano di
un'architettura sviluppatasi quasi in simbiosi con la natura.
Castello Medievale di Gagliano Castelferrato
Ricco di fascino è il Castello di Gagliano Castelferrato, attorno al quale si
intrecciano storia e leggenda. Antichi documenti fanno pensare che nelle sue
corti si accampassero, nel 263 a.c., le milizie dei consoli Attilio Grasso e
M.V. Massimo dopo la conquista di Aderno e di Centuripe. Citato da Cicerone in
occasione del suo viaggio in Sicilia, il castello resistette a lungo agli
assalti degli Arabi. Era infatti ben difeso, come scrive lo studioso Nicolo
Brancatelli, da solide mura, da torri incavate nel vivo sasso, da dodici fossi e
cisterne, diciassette spelonche e trenta aule. Interessanti gli ambienti
ricavati nel sottosuolo roccioso con una straordinaria architettura, con canali
di aerazione e di illuminazione. Lo stesso mobilio era ricavato nella roccia.
Si arriva a Cagliano dalla S.S. 121, attraversando il bivio che si trova 2 Km
prima di Agira, venendo da Regalbuto.
Castello Medievale di Sperlinga
Nel 1132 Russo Rubeo fu nominato signore di Sperlinga. È questa la prima
notizia storicamente certa di questa fortezza scavata nella roccia. Una ripida
rampa di scale, anch'essa intagliata nella roccia, conduce alla porta
d'ingresso, che conserva tracce dell'originario ponte levatoio. Oltrepassato il
vestibolo, ci si trova di fronte ad un portale nel cui arco e posta l'epigrafe:
«Quod siculis placuit sola Sperlinga negavit», che ricorda la fedeltà dei
signori del castello agli angioini durante la Guerra del Vespro. Attraversati
una serie di ambienti, alcuni dei quali scavati nella roccia, si giunge al
piazzale ovest, in cui si trovano i ruderi della chiesetta di santa Lucia.
Attorno al paese sono visitabili alcuni aggrottati: (abitazioni) scavati e
mimetizzati nella roccia delle quali non si ha alcun riferimento storico. Si
arriva a Sperlinga dalla S.S. 120 tra Ganci e Nicosia.
Aidone: Castello Medievale
I Normanni Io edificarono alto su una rupe, fuso con la roccia su cui e stato
fondato La tradizione popolare Io definisce "inespugnabile", si dice abbia
ospitato, nel 1411, la Regina Bianca di Navarra Durante la guerra del Vespro il
castello ospito la guarnigione francese, che peri durante l'assedio
Castello di Gresti o Pietratagliata [Aidone]
Sorge tra Alcione e Valguarnera, in contrada «Gresti», da qui la recente
denominazione di «Gresti» che gli viene attribuita In una posizione felice, esso
domina ampie vallate, controlla il paesaggio che dalla Sicilia del nord porta
alla Sicilia sud-orientale ed e quasi a guardia del fiume Cornalunga, un tempo
ricco di acque Lo stesso Diodoro Siculo fa riferimento ad una strada che
collegava Siracusa ad Agira passando per Morgantina
La costruzione era esistente nel periodo della dominazione araba, anche se la
parte oggi emergente ha tutte le caratteristiche dell'architettura
siculo-medievale del periodo normanno Riedificato dai Normanni, il castello
passo, nel XIV secolo, alla famiglia Gioieni che lo mantenne fino al 1648,
quando pervenne ai Graffeo E passato poi m proprietà del Barone Ignazio Lalumia
di Licata
Piazza Armerina il Castello aragonese
Venne edificato dopo il 1392, nella parte più alta del paese. Le sue torri,
circondate da bastioni e rivellini, hanno ospitato per lungo tempo i condannati
civili. Struttura di grande interesse il castello si caratterizza per la forma
planimetrica delle sue componenti: quattro torri quadrate collegate da mura
bastionate ad impianto trapezoidale. Da poco tempo è stato restituito
all'amministrazione comunale che intende sfruttarlo a fini turistici.
Non si ha notizia del luogo esatto dove sorgeva la città antica di Piazza
Armerina, risalente all'epoca della colonizzazione greca.
Del vecchio Qìstrum Armorum dei tempi del Conte Ruggero sono visibili le
rovine del Convento di S. Francesco, ad un chilometro da Piazza Armerina. Nel
centro storico di Piazza Armerina sono ancora ben visibili la Torre del Largo S.
Giovanni, la Porta Catalana, e la Porta Castellana, resti delle antiche
fortificazioni del Ostello sul quale di e sviluppato l'attuale nucleo urbano.
Lungo la strada Barrafranca - Piazza Armerina di trova Montagna di Marzo, che
doveva essere cittadina fortificata di notevole estensione. Dagli scavi
effettuati si desume sia stata fondata nel IV secolo a.C.. Oggi rimangono solo i
resti del muro di cinta, probabilmente edificato a difesa dall'invasione greca.
Ma qui gli scavi hanno portato alla luce anche mura ed edifici di origine greca,
romana e bizantina e non di epoche posteriori. Sullo stesso territorio si
rinvengono i ruderi di parecchie masserie fortificate.
Enna: Castello di Lombardia
Simbolo del capoluogo, uno dei più vasti ed importanti castelli medioevali
esistenti in Sicilia (pare che sia stato addirittura la dimora del re Sicano) al
tempo della rivolta degli schiavi fu il caposaldo contro l'esercito di Lucio Calpurnio Pisone e durante la dominazione normanna, al tempo del Conte Ruggero,
divenne centro di stanziamento di una legione Lombarda da cui deriva l'attuale
denominazione. Secondo alcuni storici regionali come Villafranca, Di BIasi e
Falautano, il castello è opera di Federico 11 di Svevia, per altri risale agli
Angioini.
Ma la tesi più comunemente accettata è che il castello/ di origine
antichissima, sia stato completamente ristrutturato da Federico 11 di Svevia e
che abbia subito nel corso dei secoli numerose modificazioni. Edificato su un
altopiano/protetto da una ripida scarpata, che ne costituisce la naturale difesa
nella parte in cui la rocca era più bassa/era poi isolato da un fossato, che per
mezzo di un ponte levatoio lo collegava alla parte inferiore della città.
Nel primo cortile, denominato «piazza degli armati», è stato sistemato un
grande teatro all'aperto/sede ideale per gli spettacoli estivi. Attraverso la
«Porta della Catena» si entra nel secondo cortile ricco di verde e detto «delle
vettovaglie» perché era sede di stalle e di altri locali adibiti a granai e
cucine. 11 terzo cortile, «il piazzale di san Martino», è quello conservato. In
esso si trova la Torre Pisana - una delle sei torri rimaste, dalla cui sommità
si può ammirare un vastissimo panorama - e le stanze del re, che, secondo quanto
scriveva padre Giovanni, erano addobbate con grande raffinatezza.
Enna: Torre di Federico
Sorta su una vasta collina la torre è essenzialmente costituita da un grande
vano a pianta ottagonale con la struttura muraria in pietra intagliata; come la
volta che è costolonata. Oltre la porta tre grandi stipiti intagliati decorano
la parete. Anche al piano superiore si ha un grande vano con l'accesso alla
terrazza.
Tutta l'architettura dell'edificio è uniformemente in stile trecentesco
siciliano.
Il committente, Federico II d'Aragona, la fece edificare tra il 1300 ed il
1306.
Intorno alla torre i resti del castello bizantino distrutto da Al-Abbas
nell'859. La difesa della torre era affidata alle altre torri circostanti ed
alle mura della cittadella che circondava la collina e che oggi, purtroppo, non
esistono più.
Castello di Pietraperzia
Edrisi nel 1154, nel libro di Ruggero, così descriveva il Castello Barresio
di Pietraperzia: «Robusto castello e ben saldo fortilizio, ha i confini molto
estesi». Edificato su una roccia calcarea su una precedente fortificazione
islamica, fu rifatto ed ampliato dai Normanni ed ebbe ulteriori rimaneggiamenti
nei secoli successivi. Fu munito di grossi cannoni ed opportuni rivellini per
adattarlo alle nuove tecniche di difesa.
La cappella, ad unica navata, era abbellita con affreschi e da un dipinto
raffigurante la Madonna della Catena. Di fronte alla cappella, un portale
conduce ad un ampio cortile, un tempo ricco di elementi decorativi [capitelli,
bassorilievi, pilastri, colonnine e sculture] che in buona parte furono
asportati dai principi Trabia Lanza e trasferiti a Palermo.
Al di sotto del salone c'era la sala d'armi, in cui venivano custodite
armature di cavalieri e di cavalli, elmi, spade ed alabarde, che, trasferite al
Museo di Agrigento, furono saccheggiate dai rivoltosi nel 1820.11 castello
rimase proprietà della famiglia Barresi, alla quale fu ceduto, nel 1200, da
Federico II, sino al 1571, quando, morto l'ultimo della dinastia, passo alla di
lui sorella, sposa del principe Branciforte. Abitato poi dai signorotti del
luogo, successivamente venne dato in affitto al Comune, che lo trasformo in
carcere.
Leonforte: Castello di Tavi
La costruzione della fortezza viene attribuita ai saraceni. Idrisi ne parla,
nel 1154, come di un:"bel castello ed elevato fortilizio". Nel 1320 appartenne a
Ruggero Passaneto, signore di Garsulliato e Palagonia. In seguito fu di Blasco
Alagona e, per beneficio di Re Martino, passo prima ad Antonio Ventimiglia e,
quindi, a Bernardo Berlingerio di Pietraperzia. Dopo il 1487, per il matrimonio
di Belladama Alagona con Niccolo Melchiorre Branciforte passo tra i possedimenti
della famiglia Branciforte. Ci si va da Leonforte, imboccando la strada della
Favara.
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