L'interno del palermitano
Le tappe del percorso:
Gibilmanna,
Alia, Mezzojuso, Cefalà
Diana, Marineo, Corleone,
Piana degli Albanesi,
Monreale
GIBILMANNA
Suggestiva località madonita sita sul Pizzo Sant'Angelo a 997metri s.l.m., con il Santuario della
SS.Vergine, è meta di pellegrini e turisti alla ricerca di una spiritualità in crisi, un punto di riferimento e di
accoglienza per quanti ricercano nei valori dello spirito una nuova serenità. La data della fondazione del
Santuario non è certa per quanto vi abbia sede uno dei monasteri (annesso alla chiesa) fondati in Sicilia
da Gregorio Magno prima del suo pontificato (che va dal 540 a 604 d.C.).
Da visitare: il Santuario, il Museo, la Biblioteca, le Catacombe. Il Museo è il risultato di un ambizioso
progetto che si prefigge di raccogliere le opere provenienti da tutti i Conventi del Vai Dèmone o perché
soppressi o perché sprovvisti di adeguati locali per la loro conservazione. La Biblioteca conserva circa
65mila volumi tra cui alcuni incunaboli del '500 e la prima edizione del 1558 del De Rebus Siculis del
saccense Tommaso Fazello.
ALIA
Lo sviluppo e la cultura di questo piccolo centro madonita, fondato nel 1623 nei pressi di un antico casale
islamico, sono legati alle attività agricole ed artigianali, elementi base, soprattutto in passato,
dell'economia locale. Soprattutto l'operatività degli artigiani ha saputo esprimere sempre creatività e
produttività in quelle attività di cui Alia vanta un'antica e rinomata tradizione: i ricami a mano, al
chiacchierino, uncinetto, il cucito, la tessitura dei tappeti al telaio, i lavori in ferro battuto, i lavori in
legno, le ceste.
Le Grotte della Gurfa di Alia
Si trovano nel territorio di Alia. Per raggiungerle si deve percorrere la S.S.121 in
direzione Catania e al Km 184 imboccare l'antica règia trazzera della Gurfa che bisogna percorrere per circa 8 chilometri. Non
si tratta di grotte naturali ma di vera architettura rupestre cavata nell'arenaria rossastra che compone il
nucleo della collina. Recenti studi assegnano il complesso al periodo del rame, a quella cultura che ha
lasciato nel bacino del Mediterraneo indelebili testimonianze nelle tombe a corridoio e a campana
(tholoi).
Da visitare: la Cuba araba, nella zona del Rapanello, nelle cui vicinanze furono
rinvenuti dei sepolcreti incavati nella viva pietra contenenti scheletri con l'anfora in
mano e la tradizionale moneta in bocca; la masseria Porcheria (1880) in contrada
Gurfa, la masseria La Montagna (1500), la Chiesa Madre (1638), la statua del
Bagnasco presso la chiesa di S. Giuseppe e la Chiesa di S. Anna, il Museo
etnoantropologico ed il museo antropologico con Parco Botanico.
MEZZOJUSO
È uno dei centri fondati dagli albanesi nel XV secolo nella provincia di Palermo (gli altri sono Piana degli
Albanesi, Palazzo Adriano, Contessa Entellina, S. Cristina Gela). Sorge sulle pendici orientali dì Rocca
Busambra, in una zona della Sicilia scarsamente abitata. Per quanto la sua storia sìa legata alla
colonizzazione degli albanesi, sul Pizzo dì Casa sono state individuate tracce di un centro greco-romano
mentre il suo nome le deriva dal casale arabo Manzil Jusuf (Villaggio di Giuseppe).
Da visitare: le due Matrici di San Nicola di rito greco (XV sec.) e dell'Annunziata
(XVI sec.) di rito latino, la chiesa di S. Maria delle Grazie con affreschi del palermitano Olivio Sozzi e un tramezzo ornato
con tavole bizantine del XV secolo. Annesso alla chiesa vi è un convento dei frati basiliani in cui ha sede
un laboratorio di restauro del libro antico per la cui visita occorre bussare al convento dei monaci.
CEFALÀ DIANA
Si sviluppò nel XVIII sec. ai piedi di una rupe dove si trovano i resti del Castello, grazie ad una
concessione del principe di Carini.
Da visitare; Le Terme, il Castello
Le Terme
Si tratta di un edificio di singolare bellezza che racchiude un piccolo tesoro, ciò che resta delle Terme
arabe, unica testimonianza integra di quell'età, ai piedi della riserva naturale dì Pizzo Chiarastella. A
nord del centro abitato, ai piedi dì una rupe, alle pendici orientali di Rocca
Busambra, si trovano i resti del Castello di Diana di origine musulmana.
MARINEO
Probabilmente i primi insediamenti umani che hanno dato origine al borgo di Marineo sono da
riscontrarsi sulla collina della Montagnola su cui, tra l'VIII ed il VII sec. a.C., sorse un florido villaggio che
sfruttando la strategica posizione di trovarsi tra la costa e l'entroterra divenne presto tappa obbligata per
quanti effettuavano scambi tra Palermo ed Agrigento. Sul nome di tale centro non vi è alcun dato
storicamente certo; potrebbe trattarsi di Ancyrae Marìnae, Piroma,
Mirnaw.
L'odierno centro abitato si trova a valle della Montagnola, alle pendici della Rocca, lungo la Regìa
Trazzera che collegava Palermo ad Agrigento. Inizialmente feudo degli
Abbatellis, nel 1553 passò alla famiglia Beccadelli-Bologni con un colpo di mano da parte dell'allora Questore dell'Isola, Francesco
Beccadelli Bologni. Con l'estinzione della famiglia Beccadelli, il feudo passò in eredità, con il titolo di
marchesato, ai conti Pilo di Capaci.
Da visitare: la Montagnola, il Castello Beccadelli, il Santuario della Madonna della
Dayna, il Bosco della Ficuzza.
CORLEONE
E un antico centro siculo-punico; il primitivo insediamento sorgeva sull'altipiano chiamato la Vecchia che
domina l'odierno abitato. Fu fortezza bizantina ma poi cadde in mano agli arabi che la chiamarono
Kuriyun. Nel 1237 Federico II la ripopolò con una colonia lombarda; di quest'innesto si ha traccia nella
parlata dei corleonesi. Racchiusa da uno scenario naturale di grande effetto, è una città che offre al
visitatore attento un contesto ambientale e culturale di estremo interesse.
Il Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra e il Lago dello Scarnano sono tre piccole meraviglie della natura
che meritano una escursione naturalistica. Prima di arrivare a Corleone è obbligatoria una visita alle
Gole del Drago, lungo il fiume Frattina; si tratta di un biòtopo naturale di straordinaria bellezza con una
flora lussureggiante e una fauna ricca e variegata. La città di Corleone si trova come adagiata in una
conca e protetta da una corona di rocce; caratteristiche le Rocche Gemelle, Rocca Sottana con un eremo
francescano e la Cascata delle Due Rocche e Rocca Soprana sulla cui sommità si trova l'antica torre
saracena.
Da visitare: Chiesa Madre "fondata intorno all'anno 1000, al suo interno pregevoli opere d'arte; Chiesa
di S. Domenico, significativo esempio di architettura barocca, al suo interno si trova un magnifico
organo; Chiesa del Carmino del XV secolo con affreschi settecenteschi; Chiesa di S. Rosalia con opere di
Giuseppe Velasquez e Vito D'Anna; Chiesa di S. Agostino del 1300 al cui interno si trovano notevoli
opere d'arte del XVII secolo tra cui un S. Bartolomeo del Ribera. Oltre le tante chiese
(Corleone è detta la Città regia dalle Cento Chiese), meritano una visita il Palazzo Provenzano sede del Museo Civico e l'ex
Ospedale dei Bianchi al cui interno si trova un bellissimo scalone cinquecentesco in marmo rosso.
PIANA DEGLI ALBANESI
Venne fondata da un gruppo di profughi albanesi scampati alle persecuzioni dei Turchi Ottomani.
Giunsero nelle vallate dell'ampio territorio monrealese nel 1468 e vent'anni dopo (30 agosto 1488)
firmarono i Capitolati di Fondazioni con le autorità ecclesiali
monrealesi. Il Paese fu edificato in una conca circondata da diverse montagne che assicuravano tranquillità e sicurezza ambientale. La
popolazione riuscì a mantenere la sua originaria connotazione
etnico-linguistica. Gli arbéreshe sono noti anche per il ruolo attivo e partecipe da loro rivestito durante i moti risorgimentali per l'unificazione
d'Italia. Il patrimonio artistico è costituito da caratteristiche fontane in pietra locale ubicate negli angoli
più suggestivi del centro storico oltre che da diverse Chiese rinascimentali e barocche nelle quali, ancora
oggi, le celebrazioni conservano il rito bizantino e la lingua albanese.
Da visitare: la Cattedrale di San Demetrio, la Chiesa di San Nicola, la Chiesa della SS. Annunziata, la
Chiesa di San Giorgio. Interessante assistere alle celebrazioni della Pasqua albanese quando le donne
indossano i tradizionali costumi d'origine bizantina.
MONREALE
Cittadina a 12 km. da Palermo, a 310 m. s.l.m., famosa per il fastoso Duomo normanno
ricco di preziosi mosaici e per lo splendido Chiostro dell'Abbazia Benedettina. È un'escursione da non perdere. Il centro
della cittadina è costituito dalla piazza Vittorio Emanuele su cui si affaccia il
7OOesco palazzo del Municipio, un fianco del Duomo mentre al centro si erge la Fontana del Tritone di Mario
Rutelli. Il Duomo fu fondato nel 1174 da Guglielmo II ed attorno ad esso venivano realizzati anche l'Abbazia, il Palazzo
Reale e quello Arcivescovile.
La nascita del Duomo è avvolta nella leggenda che vuole sia stata la stessa Madre di Gesù a scegliere
quella terrazza naturale perché vi fosse edificato un Tempio in onore del Figlio.
Un'altra leggenda narra come Buggero II, avendo sognato di trovare un tesoro nascosto sotto un albero
di carrubo ai cui piedi si era addormentato, fece il voto di edificare un tempio in onore del Salvatore se
la profezia del sogno si fosse avverata.
L'esterno del Duomo è caratterizzato da una certa sobrietà stilistica. La facciata è limitata da due torri
quadre che bilanciano la massa del Santuario. Ma la caratteristica davvero straordinaria di questa
costruzione è l'addobbo musivo che si sussegue lungo tutto il perimetro interno della chiesa, realizzato
con tessere incastonate nell'oro zecchino. La preziosità di questo mosaico non ha pari in Italia ed e
secondo nel mondo soltanto a quello di Instanbul.
Da visitare: oltre al Duomo e al Chiostro, la Chiesa della Collegiata, la medievale Chiesa dì San Vito, la
Chiesa di S. Giuseppe (1635) e dell'Odigitria (1596), la Chiesa di S. Castrense, il Palazzo arcivescovile.
Appena fuori da Monreale, di notevole importanza è la grandiosa Abbazia di San Martino delle Scale
fondata nel VI secolo, ricostruita nel 1561-65 e completata nel 1770.
Il Chiostro dei Benedettini
Risale al tempo di Guglielmo II. Il portico quadrato è costituito da 228 colonne gemine sormontate da
archi ovali a doppia ghiera e ornate in modo vario, con intarsi a mosaici policromi, ad arabeschi, a
rombi, a spirali verticali, a rilievo, a mosaico d'oro, etc... In un angolo del portico appare una fontana a
forma di palmizio con un capitello a forma di bocciolo decorato da dodici figure leonine dalle cui bocche
fuoriesce l'acqua che ricade nella vasca.