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 Sicily virtual tour !

Tra castelli e ville romane

Le tappe del percorso:
Riesi, Butera, Gela, Niscemi, Mazzarino, Piazza Armerina, Parco Minerario di Floristella-Grottacalda, Enna, Leonforte, Nicosia, Cerami, Troina, Agira, Àssoro

RIESI

La Solfara Grande. La vita di questi due paesi è stata, particolarmente, condizionata dall'attività nelle miniere o, meglio, nella Solfara Grande che comprendeva la miniera di Trabia in territorio di Sommatino e la miniera Tallarita in territorio di Riesi. La Solfara Grande è stata per Sommatino e Riesi, per circa tré secoli, la maggior fonte di lavoro. Lattività estrattiva si ritiene sia stata iniziata intorno al '600 trasformando le allora borgate in paesi veri e propri. Oggi la miniera Trabia-Tallarìta, non più operante dal 1988, costituisce un chiaro esempio di archeologia industriale. All'interno della miniera è stato allestito uno spazio in cui sono esposti pregevoli reperti e begli esemplari di cristalli provenienti da raccolte private.


BUTERA

Butera e il suo Castello. La cittadina, protesa verso il mare di Gela, è un pittoresco richiamo turistico posta com'è sopra una cresta rocciosa che domina la sottostante pianura fino alla costa. La posizione dominante della rocca suggerì, sin dalla preistoria, l'insediamento di un centro indigeno identificato con la città sicana di Onphake.

Il suo Castello, inserito nel tessuto urbano del paese (si trova in piazza della Vittoria) è una probabile fondazione d'età musulmana. Per la sua posizione strategica fu sempre obiettivo di conquista da parte degli invasori della Sicilia. In origine era custodito da 4 o 5 torri agli angoli di un'area fortificata, con mura di pietra così alte da sostenere 5 ordini di volte.

Da visitare: i Casali di Bufera (Monte Desusino, Disueri, Mukulufa), il Castello di Falconara, i villaggi di Milinciana, Priorato, Marchìto, Fiume di Mallo (ove esiste un tempietto greco del V sec. a.C.), Suor Marchesa, ludecca, San Giuliano, San Giacomo, San Pietro.


GELA

È uno dei centri più antichi della Sicilia. Nel 2° millennio a.C. la collina di Gela era abitata da popolazioni sìcane. Intorno al 690 a.C. i greci di Rodi e di Creta fondarono la nuova colonia che prese il nome dal fiume Gela; la colonia divenne presto una delle più potenti città della Sicilia. Nel 582 a.C. i coloni di Gela fondarono Agrigento; successivamente Gela allargò la sua sfera d'influenza a tutta la Sicilia orientale. Il tiranno di Gela, Gerone, dopo aver vinto i Cartaginesi ad Imera trasferì la capitale del suo dominio a Siracusa; da questo momento inizia la decadenza della città che venne distrutta nel 405 a.C. dai Cartaginesi. Ripopolata dal tiranno Timoleonte di Siracusa nel IV sec, a.C., venne definitivamente distrutta dagli Agrigentini nel 282 a.C. Nel 1233, sotto Federico II, la collina fu ripopolata e la nuova città si chiamò Terranova, nome che nel 1927 venne sostituito da quello antico e glorioso di Gela.

Da visitare: L'Acropoli, il Museo, la zona archeologica di Capo Soprano che comprende le famose mura di cinta della città ricostruita da Timoleonte nel 338 a.C.

Lago Biviere di Gela
È una delle zone umide più importanti della Sicilia. Sito ad est di Gela, ospita una miriade di uccelli tra cui molti migratori che svernano in Africa e nidificano in Europa.


NISCEMI

Sito su un colle pianeggiante, l'antico feudo di Nìscemi è divenuto, oggi, un grosso centro agricolo. La sua storia affonda le radici nel preistorico centro siculo di O/ssue/'/fXIII sec. a.C.), a 25 km a nord est dì Gela. Del vasto complesso di Dissueri rimane soltanto la necropoli dove sono state rinvenute tombe a forno e a rto/os chiamate Grotte dei Saraceni. L'odierna cittadina fu fondata nei pressi dell'antica Nixenum con iicentia populandi concessa al principe Giuseppe Branciforti di Butera, nel 1626. Il centro subì gravi danni nel terremoto del 1693 che distrusse il Val di Noto ma fu ben presto ricostruito con un progetto ordinato e regolare.

Da visitare: la Chiesa Madre, la chiesa barocca della Annunziata, il neoclassico Palazzo Comunale, insediamenti archeologici in località Castellana, la Sughereta.


MAZZARINO

Secondo accreditate fonti, il nome Mazzarino è frutto di una lunga evoluzione che testimonia le antiche origini del paese, la cui origine viene fatta risalire al 452 a.C. Sui resti di Maktorion, infatti, sorse Mazaris o Mazarìdia che fu distrutta dai romani durante l'invasione e dagli stessi ricostruita con il nome di Macharìna. In seguito fu occupata dai bizantini e, dopo il IX secolo, dal arabi il cui influsso è tuttora presente in un quartiere che sorge vicino la chiesa dell'Immacolata Concezione, caratterizzato dalle strettissime stradine e dalle case basse con piccole terrazze. Mazzarino ha una popolazione di circa 14.000 abitanti ed è posta a 560 metri slm, manca, pressoché, di inquinamento atmosferico mentre l'aria è apprezzabilmente fine e salubre.

Da visitare: l'impianto medievale del centro storico, il Castello, la Chiesa di S. Maria delle Neve, la Chiesa della Madonna del Mazaro (1150 circa), la Chiesa dei Cappuccini, la Chiesa del SS. Crocifisso dell'Olmo e le zone archeologiche di Bubbonia, Sofiana, Castelvecchio e Grassuliato.

Il Castello di Mazzarino
II maniero, di origine romanica, chiamato Castellaccioo ma anche Cannuni (da un cannone usato, nel passato, contro i numerosi assedi), è di origine romanica (ampliato dagli arabi) e si trova su uno sperone isolato a nord del paese, sulla collina che domina la vallata del fiume Baeri. Del Castellaccio restano soltanto alcuni grossi ruderi di cui una delle quattro torri cilindriche con tracce di merlatura. Il Castello-Cannone m ininterrottamente abitato fino ali 2" metà dell'Ottocento.

Gli scavi e le Terme di Filosophiana
Oggi si chiama Sofìana ed è una contrada del comune di Mazzarino. Sulle basse colline che le fanno da contorno sono state rinvenute tracce di insediamenti umani dall'VIII sec. a.C. fino ai normanni, attraverso l'età greco-romana e bizantina. Filosophiana costituì, in passato, la terz'ultima statìo della via interna che da Catania portava ad Agrigento. Gli scavi hanno messo in luce un impianto termale (1-IV sec. d.C.) le cui strutture, in alcune pari, risultano ben conservate. All'interno del calidarium venne ad inserirsi, successivamente, una piccola basilica cristiana. Ma una basilica di dimensione maggiori è stata messa in luce a un centinaio di metri dall'abitato.


PIAZZA ARMERINA

Posta sulle propaggini occidentali dei Monti Erei, presso le sorgenti del fiume Gela, con un territorio ricco di vegetazione anche d'alto fusto e di frutteti, Piazza Armerìnaiu, certamente, abitata a partire dalI'VIII-VII sec. a.C. Nacque in epoca normanna quando il Monte Armerino fu scelto come abitazione di una colonia lombarda al seguito del Conte Buggero.

È una delle cittadine più interessanti dell'Isola per le testimonianze medievali; ma il suo gioiello, unico al mondo, è la nota Villa Romana di Casale (IV sec. d.C.) a circa 4km dall'abitato. La Villa è famosa per i suoi 3.500 m2 di splendidi e movimentati mosaici di chiara influenza africana. Si compone dì 4 complessi architettonici sistemati nei diversi livelli del terreno, il che rende più spettacolare la scenografia del monumento che si staglia sullo sfondo di una ricca vegetazione.

A Piazza Armerina si svolge ogni anno, nei giorni 13 e 14 agosto, il Palio dei Normanni, rievocazione storica dell'ingresso nella città delle truppe del conte Buggero d'Altavilla.

Da visitare: il centro medievale, il Teatro Comunale, la Chiesa di S. Giovanni di Rodi nota come Commenda dei Cavalieri di Malta, la Torre del Padre Santo, il Vescovado, il Seminario, il Palazzo di Città, il Palazzo Trigona, la Cattedrale.

Villa Romana di Casale - > http://www.villaromanadelcasale.it <
A poca distanza dal centro abitato di Piazza Armerina, in località Casale, una contrada immersa in una lussureggiante e ricca vegetazione, sorgono i resti di una delle più prestigiose testimonianze archeologiche della Sicilia Romana dei tempi imperiali. La Villa Romana del Casale, costruita in diverse fasi tra la fine del III secolo e l'inizio del IV d.C., a causa di una serie di smottamenti del Monte Mangone nel secolo XII fu investita da una massa enorme di fango che la seppellì. I primi scavi furono eseguiti verso la fine del secolo scorso e l'inizio del '900 ma solo negli anni cinquanta la Villa è stata portata alla luce.

La planimetria della Villa risulta particolarmente articolata e ricca di movimento; per seguire il normale andamento del terreno, il monumento presenta la caratteristica delle costruzioni a terrazze ed è costituito da quattro raggruppamenti di sale con gallerie, peristili ed ambienti termali.

Nel suo complesso l'intera costruzione, ricca di colonne di marmo e granito, sormontate da capitelli ionici e corinzi, ha muri robusti ed un complesso sistema idraulico che aveva condotte fino alle fontane, alle ferme ed alle latrine.

La pavimentazione, distribuita su tutta l'area della Villa per oltre 3.500 m2, è formata da un grande tappeto musivo finemente eseguito a tessere policrome con varietà dì soggetti e preziosità di disegno. Il peristilio presenta 18 colonne marmoree sormontate da capitelli corinzi ed una grande fontana al centro del cortile. I corridoi del Peristilio, rivestiti da scene musive, sono fiancheggiati da una serie di stanze tra le quali la Diasta delle Fanciulle con bikini. Adiacente all'ingresso si trova il quartiere termale costituito dalla palestra il cui mosaico pavimentale riproduce una gara del Circo Massimo di Roma.

Due prefetti romani i proprietari della Villa del Casale ? Articolo clic qui


VALGUARNERA CAROPEPE

Sito in territorio di Valguarnera-Caropepe, è uno dei più importanti siti archeologico-industriali d'Italia ed è considerato un particolare museo all'aria aperta in cui la produzione dello zolfo si è storicamente conservata dal 1700 al 1980.

Il Palazzo Permisi di Fioristella, edificato come residenza stagionale dai proprietari della miniera, è il cuore de! Parco Minerario ed è considerato un monumento della tradizione delle miniere di zolfo.

Il Parco include tutte le strutture, le apparecchiature di lavoro e le gallerie di quella che fu la più grande miniera di zolfo della Sicilia, in un contesto paesaggistico pregevole.

Il sito della miniera forma un triangolo equilatero con ai vertici il Lago di Pergusa ed il Parco faunistico-forestale della Ronza. I tre luoghi distano pochi minuti di pullman l'uno dall'altro e pongono a disposizione del turista - nell'arco di una sola giornata - un'offerta culturale e naturalistica irripetibile. Informazioni (093523399 - Fax 093522399)


ENNA 

Con i suoi 1200 m. s.l.m. è il capoluogo più alto d'Italia. Per un'errata interpretazione araba del nome latino Castrum Henna che trascrissero in Qasr Yànnah, finì col chiamarsi Castrogiovanni fino al 1927.

Fu antico centro dei Sicani e dei Siculi; nel VII-VI sec. a.C. fu ellenizzata dai gelosi; successivamente subì i! dominio di Siracusa, Cartagine ed, infine, quello Romano. Dopo la decadenza dell'Impero fu fortezza bizantina nella lotta contro gli Arabi che, alla fine, la conquistarono e la saccheggiarono.

I Normanni la espugnarono nel 1087 ed in età sveva fu strutturato i! sistema difensivo dell'altopiano con la realizzazione del Castello di Lombardia e della Torre di Federico.

Da visitare: il Castello di Lombardia, uno dei più importanti e meglio conservati tra i Castelli medievali della Sicilia, la Torre di Federico II, il Duomo ed il Museo Alessi.

Nei dintorni:Lago di Pergusa
Fu famoso nell'antichità per la localizzazione del mito, assai diffuso in età greca e romana, del rapimento di Kote (Proserpina), figlia di Demetì'a (Cerere) dea della vegetazione e della fecondità. Le condizioni ambientali assai favorevoli ebbero un rilevante peso nella costituzione di insediamenti antichi nelle colline intorno al lago di Pergusa il cui Interesse archeologico è confermato dalle indagini che hanno consentito, con campagne di scavo condotte sin dal 1978, una parziale definizione topografica dei centro indigeno ellenizzato di Cozzo Matrice (necropoli, abitato, fortificazioni). Di origine tettonica, il Lago di Pergusa può considerarsi un unicum nel suo genere. Privo di emissa-ri e di immissari, riceve le acque esclusivamente dal dilavamento piovano ed è salato pur non essendo collegato al mare. Area di transito, di svernamento e di sosta di molte specie di uccelli e zona di nidificazione di specie rare, il lago costituisce un elemento di rilevante interesse scientifico per gli studiosi. Le gare aucomobÌlistiche a carattere internazionale lo pongono all'attenzione degli sportivi di tutto il mondo.


LEONFORTE

Centro ennese a nord-est dei Monti Erei; unitamente ad Enna, Agira, Nìcosia, Aidone e Speriinga fa parte dei posti lombardi di Sicilia (come li definì Elio Vittorini) dove si parla un curioso dialetto, un impasto di gallico e lombardo, retaggio dì antiche e nordiche dominazioni. 

Leonforte fu fondata all'inizio del XVII secolo dal principe Branciforte di cui resta l'antico palazzo del 1620. Dello stesso periodo è la bellissima Gran Fonte con i 24 cannoli, le 22 arcate a tutto sesto ed un fregio a volute.

Da visitare: la monumentale e barocca Gran Fonte, la Chiesa dei Cappuccini e la Chiesa Madre.


NICOSIA

Sorge maestosa e suggestiva sul versante meridionale dei Nebrodi (a quota 724 m.), incastonata sui declivi di quattro rupi. È un gioiello medievale, sovrastata dalla torre mozza del castello arabo-normanno e dall'alto campanile della chiesa di S. Maria Maggiore. Formatasì in epoca bizantina, pur vantando ascendenze illustri (Erbita, Engio Imachàra), fu superba fortezza araba e fiorente luogo strategico commerciale e militare in epoca normanna. Sì trova, infatti, al centro della strada che univa Palermo a Messina, prima della costruzione di quella costiera. E, proprio percorrendo questa strada, proveniente da Tunisi, vi fece sosta Carlo V il 16 ottobre del 1535. A Nìcosia vi capiterà di udire la strana parlata lombarda, tipica di questi luoghi; coloni lombardi, infatti, vi emigrarono nel periodo normanno dando luogo ad una mescolanza di razze e ad un particolare dialetto gallo-italico che si conserva tuttora non solo a Nicosia ma, anche, in quelle località che Vittorini definì luoghi lombardi, come Leonforte, Enna, Agira, Sperlìnga, Troìna, Aidone, Valle Armerina.

Da visitare: i ruderi del Castello, la chiesa di S. Salvatore, la Cattedrale di S. Nicola, la chiesa di S. Maria Maggiore, la chiesa di S. Vincenzo, la chiesa di S. Biagio, il Palazzo Municipale, la Riserva di Sperlinga ed Alto Salso.


CERAMI

Posto sulla SS.120, è un piccolo centro d'età classica sulla dorsale dei Nebrodi meridionali fra Troina e Capizzi, l'antica Kapition. Soltanto negli ultimi anni ha rivelato una documentazione archeologica interessante. La necropoli - che ha restituito corredi databili tra la fine del IV ed il II sec. a.C. - occupava la sella (via Roma) che unisce la rocca di Cerami all'altura meridionale di Grotticelle-Zuccaleo. ivi è una piccola necropoli di tombe a grotticella artificiale scavate nella roccia, tipiche dell'Età del ferro. Altra necropoli attribuibile ad età bizantina si trova nell'area della Villa Comunale. In località Racal, a valle dell'attuale cimitero, gli scavi hanno individuato l'area di un villaggio preistorico che ha restituito materiali attribuibili ad una facies finora poco nota del Bronzo Antico. Un antiquarium sarà realizzato nella sede municipale del Comune di Cerami.

Da visitare: il centro storico, la Matrice.

Escursione al Lago d'Ancipa (Km 2,5 dal bivio - in auto)
Proseguendo lungo la SS.120, dopo aver percorso circa quattro chilometri in dirczione Troìna, s'imbocca a sinistra un bivio che porta a San Teodoro. La strada prende a discendere aprendo alla vista, a poco a poco, prima l'estremità nord dello specchio d'acqua incastonato in mezzo ad una rigogliosa vegetazione e, quindi, il maestoso sbarramento artificiale del Lago d'Ancipa sul fiume Troina. Basterà proseguire, sempre in automobile, per ritrovarsi sul coronamento della Diga.


TROINA

È una cittadina di origine normanna a pianta tipicamente medievale, distesa su di una lunga teoria di scoscesi dirupi; con i suoi 1.220 m di quota è considerata il balcone più alto dell'ennese. L'abitato è tutto un saliscendi di vicoli che in inverno appaiono solitari e innevati. Il forte vento che vi spira può costringere a doversi trattenere lungo i corrimano strategicamente applicati alle cantonate. La cittadina è dominata da una torre, completata nel 1500 e, poi, definitivamente adattata a campanile della Chiesa Madre, monumento di origine normanna con all'interno alcune tavole bizantine e il tesoro, tra cui spicca un anello dello stesso Conte Ruggero e un pastorale smaltato gotico del XIV secolo. L'odierna Troina è stata variamente identificata con Enghyon o Herbita. Molto più verosimilmente potrebbe trattarsi della polis Tyrakinaiùa cui potrebbe dipendere la forma Draginai degli storici bizantini, divenuta Targinis nei cronisti arabi fino agli esiti Tragina, Trayna d'epoca normanna. La documentazione archeologica ha inizio con la II metà del IVsec. a.C. (necropoli Muanà e Arcirù) quando, presumibilmente, fu realizzata la cinta muraria; prosegue per l'età ellenistica e augustea e per tutta l'età imperiale senza soluzione di continuità con l'epoca bizantina e medievale. Fu scelta dai Normanni (Buggero II, nel 1.062) quale centro da cui partire per la conquista dell'isola e fu, quindi, capitale e sede del primo vescovado di Sicilia (annesso al Convento dei Basiliani che lo stesso Ruggero fece costruire) prima del trasferimento della sede reale a Palermo.

Da visitare: nella chiesa di S. Silvestro la tomba del Santo con l'immagine realizzata da Domenico Gagini; i ruderi dell'antico Convento dei Cappuccini nei cui pressi sono visìbili dirute mura megalitiche; in contrada Amoruso, nei pressi di Portella S. Ippolito, i locali potranno indicarvi i resti di un mulino arabo che il Conte Ruggero, dopo la vittoria sui saraceni, donò alla chiesa di Troina.

Tra le numerose escursioni programmabili da Troina, da non perdere quella al Pizzo d'Intrilleo (1.400 m) e San Teodoro.


AGIRA

È la città natale del grande storico Diodoro Siculo che vi nacque nel I sec. a.C.. La visita di Agira si risolve, praticamente, a parte quella dei resti del Castello, nella visita delle sue chiese di Santa Maria Maggiore, Santa Margherita, S. Antonio da Padova, San Salvatore, San Filippo. Ma le origini della cittadina affondano nella lontana preistoria; infatti, già nel XII sec. a.C. era un fiorente centro, come tramandato da Diodoro Siculo. Agira è posta lungo la grande arteria d'età classica che attraversa risola da Catania a Thermae Himerenses toccando, oltre ad Agyrion, Erma e Centuripe. Un'altra via congiungeva Agyrion a Siracusa passando per Morgantina (Diodoro XIV, 95, 2). Vari indizi lasciano il sospettto che la città clas-siva si trovi sotto quella moderna, sul versante meridionale del monte dominato dai resti del castello medievale, forse federicìano. Ad occidente della città, sull'altura del monte Santa, doveva trovarsi un piccolo centro o un santuario d'età arcaica. Purtroppo, non esistono, in atto, testimonianze archeologiche da visitare.

Da visitare: ruderi del Castello saraceno, le chiesa di S. Maria Maggiore, di S. Filippo, di S. Antonio Abate, di S. Salvatore, S. Antonio da Padova, di S. Margherita, le zone archeologiche in località Monte Teja, Piano della Corte, S. Venera, Fronte, Musale, Fiocchete, Gianguzzo, la riserva Vallone dì Piano della Corte.


ÀSSORO

Piccola cittadina famosa in epoca normanna, nel medioevo fu città regia e successivamente città feudale sotto la potestà della famiglia Valguarnera. Costruita sul monte Sella, su una rocca quasi inaccessibile ad 850 metri di quota, Msaro sicana (o sicula) o Assorus romana si trova a circa 40 km a nord-est di Enna ed è ricordata dagli storici come città grande e nobile. Nella parte bassa della città il ritrovamento di antiche costruzioni, di reperti archeologici e di antiche tombe provano la sua antichissima origine che, come narrano vecchie leggende popolari, si perde nella notte dei tempi. Per gli storici, comunque, la sua fondazione risalirebbe intorno al 1450 a.C., al tempo dei sicani il suo nome deriverebbe da quello di un loro principe. Quando i greci, nel VI sec. a.C., giunsero nella zona trovarono una vera e propria fiorente città ricca di templi e fortificazioni. Da ricordare un famosissimo tempio consacrato alla dea Chrysas che successivamente diede nome al fiume che le scorreva vicino, oggi il Dittaino.

Da visitare: la Chiesa Madre.


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