Ustica [VEDI
SITO>]
È conosciuta e apprezzata da
chi ama andare sottacqua. Non solo in Italia, ma un po'
in tutto il mondo. Ustica è un'isola dai fondali
affascinanti, con una ricchissima fauna e flora ittica
che le hanno fatto guadagnare l'appellativo di
"paradiso" dei sub.
La storia
Ustica, che i romani
chiamarono "Ùstum", cioè bruciata, non è l'unica isola
vulcanica del Mediterraneo. Eppure è la sola che si può
fregiare del titolo di perla nera del Mediterraneo.
Nessun'altra isola vulcanica
dei nostri mari infatti, per quanto bella e accogliente,
riassume in sé tante bellezze: fondali di un blu cupo e
turchese pronti ad animarsi degli incredibili colori di
mille diverse forme di vita appena incontrano i raggi
del sole o anche il tenue bagliore di una semplice
torcia subacquea; insenature, grotte e calette scavate
nella roccia lavica, frutto di Un'immane eruzione
vulcanica sottomarina avvenuta nella notte dei tempi;
insomma, una natura ancora incredibilmente intatta.
Ustica si erge isolata in
mezzo al mar Tirreno, appena 62 Km a nord di Palermo da
dove si raggiunge comodamente in una traversata di due
ore con il traghetto o in aliscafo in appena un'ora.
Estesa otto chilometri
quadrati, alta appena 248 metri, è la parte terminale di
un enorme complesso vulcanico sottomarino esteso decine
di chilometri. Per la sua invidiabile posizione al
centro delle principali rotte commerciali
dell'antichità, fu abitata, come testimoniano resti di
un villaggio preistorico vicino al Faraglioni, fin dal
1500 avanti Cristo. Era anche sulla rotta del commercio
dell'ossidiana, la pietra vulcanica usata per foggiare
gli strumenti da intaglio dell'uomo preistorico. Fu un
avamposto fenicio e punico. Sembra anche che oltre
seimila schiavi vi furono abbandonati a morire di fame
durante la prima guerra punica, al punto che poi negli
anni successivi l'isola biancheggiava dei resti ossei e
perciò i Greci la definirono "Osteodes", ossario.
Ma anche in tempi più
recenti, dal 500 al 700 non sono mancate le insidie: i
pirati e i corsari minacciavano continui sbarchi ed
erano un pericolo per la popolazione. L'odierno toponimo
di monte Guardia dei Turchi, su cui è adagiato il paese,
è una. testimonianza dei pericoli di un tempo, così come
la solidissima e tozza torre di Santa Maria che fungeva
da vedetta. Ma l'isola, in tempi moderni, viene abitata
stabilmente solo dal 1763, grazie ai Borboni che
prelevano dalle Eolie intere famiglie.
Il mare È da primato. Ustica infatti
è stata la prima riserva marina a tagliare il traguardo,
nel 1986. Un esempio che piano piano sta per essere
imitato non solo da altri comuni costieri italiani ma
anche da altre isole dell'Europa. Un parco blu, dunque,
un paradiso per subacquei ma anche per i comuni bagnanti
muniti della semplice maschera, amanti dello snorkeling.
Le sue acque, con colori che
variano dal blu profondo al verde smeraldo, al turchese,
sono estremamente limpide, anche perché per fortuna, le
rotte delle petroliere sono distanti migliaia di
chilometri. Ma sono i fondali a rivelare gli oggetti più
preziosi. Ustica è uno scrigno che serba al suo interno
incredibili ricchezze; già a pochi metri dal pelo
dell'acqua è un'esplosione aromatica di gorgonie, stelle
marine, molluschi, spugne policrome, madrepore e coralli
in un tripudio vitale che fa di Ustica una stazione con
elevato livello di biodiversità, cioè con una
straordinaria ricchezza di vita animale e vegetale.
Basta andare in apnea per
pochi metri, alla grotta dell'Accademia, per rendersi
conto delle bellezze dell'isola, da oltre trent'anni
ormai capitale dei sub con una famosa rassegna
internazionale delle attività subacquee.
Tra grotte e calette
Sono molte le grotte che si
possono visitare, sia con i mezzi di superficie che in
apnea. L'elenco comincia dalla vicinissima Grotta
Azzurra, proprio a sinistra del paese, e prosegue verso
ovest per la Pastizza, la Grotta delle Barche, la Grotta
Verde. Quindi, superata la punta delI'Arpa si giunge
alle grotticelle di Scoglitti e al Fossazzu o piscina
naturale.
Al di là di questo limite
comincia la zona "B" di riserva generale , si supera
anche la zona "A" di riserva integrale per fare tappa
allo scoglio del medico, estrema punta nord dell'isola
per raggiungere poi, sul lato di tramontana, i
Faraglioni, la Grotta dell'Oro e le vicine grotticelle.
È possibile affittare una barca a motore con o senza
conducente sia al porto che al villaggio dei pescatori,
nei pressi del paese.
Dove osano i sub
Bombole in spalla e
autorespiratore in bocca per emozioni forti. Con una
buona guida. e un training di pochi giorni si può fare
qualcosa di più impegnativo come violare il blu profondo
di Ustica, magari senza spingersi a profondità abissali,
regno di cernie, saraghi, aragoste, murene, e mille
altre creature. Il tunnel del medico e l'itinerario
archeologico, ad appena 15-20 metri, fanno al caso dei
principianti sub. Più impegnative le altre immersioni
della Grotta dei Gamberi e di Punta San Paolo a 45
metri, mentre di livello intermedio si presentano sia la
secca Colombara (-30 metri) sia la grotta di Capo
Falconara.
Seawatching in
pantofole Ma se si vuoi fare a meno di
immergere mani e piedi nel blu di Ustica per vedere le
sue bellezze e rimanere magari asciutti, c'è sempre una
barca che può soddisfare comunque questa richiesta.
Comodamente alloggiati nel fondo di uno scafo
trasparente, si può andare in giro lungo le calette
dell'isola a mirare le bellezze subacquee, anche di
notte, il momento preferito da alcuni predatori per la
caccia di prede ambite. Si assiste così al momento della
pasturazione della cernia, che, tra l'altro, è il pesce
simbolo della riserva marina. Lo speciale scafo offre
anche giri parziali così come l'intero periplo
dell'isola. Infine, possibilità di vedere alcuni
esemplari di vita sottomarina anche nell'acquario alla
Cala Santa Maria, oppure nei documentari e nelle
diapositive proiettate alla Torre dello Spalmatore.
La riserva
È divisa in tre parti. La
prima, sul versante occidentale dell'isola, è di riserva
integrale e va dalla Caletta a Cala Sidoti per una
profondità di 350 metri dalla costa. Qui è vietato sia
l'accesso che la sosta e la navigazione per permettere
il mantenimento del delicato ecosistema che offre uno
dei più alti indici di biodiversità di tutto il Mar
Mediterraneo. La balneazione è invece consentita solo in
due piccole aree della Caletta e di Cala Sidoti che si
raggiungono da terra tramite un comodo autobus messo a
disposizione dal comune di Ustica. La zona "B", detta di
riserva generale, va da Punta Gavazzi a Punta Omo Morto,
per una profondità di tre miglia dalla costa. Nella
zona, che include lo Spalmatore, è consentito la
fotografia subacquea e la pesca sportiva con lenza da
fermo e da traino. Off limits la pesca dei sub.
Versante
NORD
Addaura
È il tratto di bianca
scogliera carbonatica che si sviluppa lungo il versante
settentrionale di monte Pellegrino, oltre Punta Priola.
Deve il suo nome alla corruzione dialettale del termine
"alloro". Vi si può andare tanto dalla zona dei Cantieri
Navali, imboccando l'asse di via dei Cantieri, superando
l'hotel Villa Igiea e percorrendo il lungomare
Cristoforo Colombo per 5 km oppure, attraversando il
parco della Favorita, prima di giungere alla piazza di
Valdesi, e svoltando a destra per imboccare lo stesso
lungomare, ma dall'altro lato.
Nella parte iniziale che
guarda il golfo di Mondello vi sono anche stabilimenti
balneari e circoli nautici. Più avanti, tra i numerosi
villini, cinque varchi contrassegnati da grandi cartelli
visibili a distanza, permettono di accedere a degli
scivoli dai quali ci si può tuffare in un mare blu dai
fondali ricchi di anfratti con folte praterie a
poseidonia.
Arenella/Vergine
Maria
La spiaggia, ampia e dorata,
è dominata dalla rupe massiccia e incombente del monte
Pellegrino e dalla frazione di Vergine Maria, con la
caratteristica tonnara che allinea ancora le sue ancore
in bella mostra su un terrapieno. Lo spazio è impiegato
solo come solarium.
Mondello [VEDI
SITO>]
Chiassosa, popolare e snob.
Come riesca a far convivere questi tre elementi, così
diversi, così lontani fra loro, è un mistero. Eppure
Mondello, la spiaggia per eccellenza dei palermitani,
riesce ad essere tutto questo insieme. Un mix di gente,
panormiti e non, turisti e mondellani, che d'estate si
riversa sul mare metropolitano più bello della Sicilia.
Ed anche questo è un mistero. Sì perché non esiste un
mare così bello a pochi chilometri da una metropoli da
"un milione di abitanti. Tutto merito del gioco delle
correnti, della sabbia bianchissima, dei fondali bassi e
- perché no? - della luce e dell'aria. E così Mondello
offre trasparenze da brivido che vanno dal tenero verde
acqua al turchese. E tutto ad appena 11 km da Palermo.
Stretta tra il monte
Pellegrino (definito da Goethe "il promontorio più bello
del mondo") e dal monte Gallo, Mondello si affaccia su
un golfo piccolo con una spiaggia lunga un chilometro e
mezzo, buona parte della quale è occupata da cabine
nella stagione estiva, mentre nella parte vicina al
paese vi è la spiaggia libera. Il paese è sempre stato
un borgo di pescatori, tanto che il centro annoverava
anche un'attiva tonnara di cui è rimasta solo la torre
nei pressi della piazza.
Da
palude a gioiello
Ma Mondello -
pochi sarebbero disposti a crederlo! - è un'invenzione
turistica e immobiliare recente. Fino alla fine del
secolo scorso, infatti, tutta la zona era una malsana
palude in cui imperversava la malaria. Le acque
stagnavano e creavano miasmi pestilenziali che rendevano
insalubre tutta la zona. Ci provarono in molti a
bonificare l'area. Ci provò alla fine del '700 anche re
Ferdinando IV di Borbone i cui lenimenti si spingevano
fino al pantano di Mondello. Ci provò, ma senza
successo. Un'opera che invece arrise ad un nobile
palermitano, il principe Francesco Lanza di Scalea, il
quale con l'aiuto di un'immobiliare italo-belga, riuscì
a drenare le acque stagnanti con un collettore
sotterraneo. Quindi la società Les Tramways de Palermo
collegò il borgo alla città e si decise un piano di
lottizzazione. Nel giro di pochi decenni Mondello si
arricchì di prestigiose villette in stile liberty, di
uno stabilimento balneare sul mare, di alberghi e
perfino di un campo da golf. Il nome di Mondello come
luogo di villeggiatura esclusiva fece presto il giro del
mondo e diventò anche un po' meta del jet-set del tempo.
Nel dopoguerra infine, Mondello ha aperto le porte ad un
turismo più stanziale e chiassoso, un turismo
prevalentemente residenziale, fatto di palermitani.
Un
mare trasparente
Sabbia
bianchissima, certo, ma anche fondali molto bassi e
acque calme: sono questi gli ingredienti principali che
fanno del mare mondellano l'attrattiva maggiore e alla
portata di tutti nella immediata vicinanza del
capoluogo. Chi non è un frequentatore "classico" di
Mondello e ha l'abbonamento per la cabina, ha due
possibilità: pagare il biglietto di ingresso per
usufruire dei servizi presenti sull'arenile (doccia,
cabine, sdraio) sia a Valdesi che nei pressi dello
stabilimento, oppure infilare uno dei due varchi
gratuiti, a Valdesi o allo stabilimento balneare
liberty, di fronte l'hotel Palace, per guadagnare la
battigia.
Quindi si può decidere di
affittare per pochi euro un pattino, oppure godersi il
sole per una tintarella. Non mancano le possibilità di
praticare gli sport nautici, dal windsurf alla vela,
presso i numerosi circoli presenti sulla spiaggia di
Valdesi. In alternativa, si può godere la brezza marina,
passeggiando lungo il parterre di viale Regina Elena o
al molo di Valdesi, a Punta Célesi o a quello di
Mondello paese.
L'ex villaggio di pescatori
è oggi un pout-pourri di ristoranti, bar, trattorie,
gelaterie. Ma l'antica vocazione marinara del borgo
esiste ancora. E i pescatori è facile scorgerli mentre
rammendano le reti, proprio sul molo a ridosso del
paese.
Capo Gallo [VEDI
SITO>]
Come tutti i promontori poco
accessibili che guardano il mare, è il regno della palma
nana, l'unica che cresca spontanea. Capo Gallo, con i
suoi 560 mt di alte e ripide pareti rocciose, chiude a
nord il golfo di Mondello. E' privo di spiaggia, offre
solo una lunga distesa di scogli, ora appuntiti, ora
modellati dolcemente dalle onde e appena sufficienti per
distendersi, ma ha il pregio di avere un mare molto
pulito e ricco di fauna e flora, in cui fa tappa perfino
l'aragosta. A Capo Gallo, se si vuole evitare una
saltellante escursione sugli scogli, si può accedere
anche da una stradella privata a monte del paese di
Mondello, dietro pagamento di un pedaggio (sconsigliato).
Val la pena di superare le
abitazioni, percorrere alcune centinaia di metri, per
raggiungere l'isolata zona del faro. E qui che comincia
la zona più bella, con fondali verde smeraldo e
abbastanza profondi. Se si possiede una piccola canoa si
può tentare una escursione lungo le tante grotte scavate
dall'incessante moto ondoso, come la Grotta dell'Olio,
dagli splendidi riflessi, oppure la grotta della Regina
e quella dei Caprari contenenti rispettivamente
incisioni del periodo punico e del Paleolitico
superiore.
Gli amanti delle immersioni
subacquee possono scegliere la Secca di Barra, al largo
di Capo Gallo, dove fare interessanti osservazioni. A
una profondità di 40-50 mt, tra saraghi e spatole, si
possono scorgere estese formazioni coralligene. Ma anche
il semplice seawatching lungo gli scogli, ad appena 5
metri di profondità, svela un panorama ricco di molte
specie. Alla zona del Faro si può accedere, ma con
maggiore difficoltà, anche dal lato di
Sferracavallo-Barcarello.
La parte settentrionale e
marina del monte Gallo, è tutelata dalla recente
istituzione di una riserva naturale.
Sferracavallo
Vecchia borgata marinara,
meta di numerosi villeggianti, è diventata nota per i
ristoranti che si snodano intorno al porticciolo e che
offrono specialità marinare a buon prezzo. Nella piccola
spiaggia vi sorge anche uno stabilimento balneare.
All'estremità nord del golfo di Sferracavallo troviamo
la piccola Baia del Corallo, proprio a ridosso .dello
stabilimento della Marina militare, con scogli e alcuni
scivoli dell'ex ostello della Gioventù. Bella vista
panoramica sul golfo e mare verde smeraldo, con folta
prateria a posidonia. Vi si accede dalla SS 113,
direzione Trapani, proseguendo a piedi fra i campi per
cento metri. Sul litorale sud di Sferracavallo si trova
invece Barcarello, classico esempio di reef corallino,
una banchina calcarea spesso a pelo dell'acqua,
risultato dell'ammasso di piccoli organismi che si
sono.,^ cementati fra loro costituendo appunto un unico
tratto di scogli. Da qui parte la stradella che
costeggia il monte Gallo dal versante orientale sino
alla vista del faro.
Isola
delle Femmine [VEDI
SITO>]
Probabilmente le "femmine"
non hanno nulla a che fare con l'isolotto che sorge a
poco meno di mezzo Km dal comune di Isola. Il nome,
infatti, deriverebbe dall'arabo "Fim" che significa
insenatura, oppure dal nome di Eufemie, governatore
bizantino di Messina, anche se Plinio il giovane
tramandò la leggenda che l'isolotto fosse abitato da
bellissime fanciulle. L'unica certezza è che l'isolotto
a 300 metri dalla costa, sormontato da una torre di
avvistamento cinquecentesca, oggi è una riserva
naturale, gestita dalla Lega Italiana Protezione Uccelli
• di Isola (tei. 091.8616167). Una riserva nata per
tutelare i numerosi volatili che fanno tappa sull'isola
e le 145 specie vegetali che la popolano. Lungo il suo
perimetro di poco più di 1 Km, la banchina calcarea
offre tratti di mare particolarmente limpidi e di un bei
verde smeraldo. I fondali sono bassi sul '^ lato che
guarda la terraferma, molto più profondi sul lato nord.
Il litorale di Isola delle
Femmine, invece, primo , comune che si incontra sulla
statale dopo Sferracavallo, offre una lunga spiaggia
occupata da diversi stabilimenti balneari con numerosi
servizi. Si raggiunge anche attraverso l'autostrada, in
direzione Trapani, uscita Isola delle Femmine
Capaci [VEDI
SITO>]
Proseguendo sulla stessa
strada si incontra il lido di Capaci, propaggine marina
dell'omonimo comune, ultimo tratto balneabile dell'ampio
golfo di Carini, anch'esso dotato di numerosi
stabilimenti balneari e con un tratto di spiaggia
libera. Il mare presenta fondali bassi e sabbiosi.
Cinisi [VEDI
SITO>]
Magaggiari (foto)
Bagni con vista
sull'aeroporto. Dalla spiaggia di Magaggiari,
praticamente all'uscita del paese di Cinisi, che si può
raggiungere tanto dall'autostrada quanto dalla SS 113,
si può godere di un panorama che spazia sull'incombente
mole di monte Pecoraro e sul promontorio di terra su cui
è l'aeroporto internazionale di Punta Raisi. La
spiaggia, di sabbia dorata e fine, è libera, non mancano
servizi di ristoro e di affitto di ombrelloni e sdraio.
Punta Raisi
E il mare delle immediate
vicinanze dell'aeroporto internazionale di Falcone e
Borsellino. Caratterizzato quasi esclusivamente da scogli e fondali
bassi ma pescosi, presenta diversi punti di interesse.
Lo si raggiunge attraverso l'autostrada, in direzione
Trapani, uscita per Villagrazia di Carini, oppure dalla
SS 113.
Costeggiando il lungomare
Cristoforo Colombo si giunge a Fondo Orsa, proprio nei
pressi della testata della pista principale
dell'aeroporto. Qui è un'antica tonnara con marfaraggio,
recentemente restaurata, con accessi a mare.
Oltrepassata la tonnara si può proseguire lungo lo
specchio d'acqua che corre parallelo alla linea di
costa, non dimenticando, però, che la navigazione con
ogni mezzo è interdetta per tre miglia dalle autorità
aeronautiche. La zona è servita da un camping a Marina
di Cinisi, contrada Pozzillo. In contrada Piraineto
altri scivoli a mare, compresi fra i villaggi
condominiali privati.
Terrasini [VEDI
SITO>]
Rocce rosse venate di
bianco, che sembrano quasi uscite dalla bizzarra
tavolozza di un pittore. È questa Cala Rossa, quasi uno
scherzo creato dalla natura sedimentaria delle sue
rocce, una piccola insenatura poco fuori l'abitato di
Terrasini, che si raggiunge tanto dall'Autostrada per
Trapani quanto dalla SS 113. Alla cala si arriva
superando il villaggio dei pescatori, dove e anche
un'altra baia raggiungibile attraverso una lunga
e'faticosa scalinata scavata nella roccia (la praiola). Si supera il
museo di storia naturale di palazzo d'Aumale e si
prosegue per qualche centinaio di metri dove è un
posteggio. Qui si procede a piedi per raggiungere delle
"piccole insenature levigate dal mare.
Capo Rama
Proseguendo sulla strada
che conduce a Cala Rossa e superati i complessi
residenziali privati, dopo un chilometro e mezzo si
giunge a Capo Rama. È un'alta e dirupata scogliera
bianca, dominata da una torre di avvistamento
cinquecentesca ormai in rovina, che offre splendidi
punti panoramici.
Da qui la vista spazia fino
a Punta Raisi da un lato e al golfo di Castellammare
dall'altro. La scogliera è punteggiata di numerosi
esemplari di palma nana e piante endemiche che ih
primavera offrono una straordinaria esplosione
cromatica. La ricchezza vegetativa e la bellezza del
mare hanno posto le condizioni perché si creasse una
riserva naturale, gestita dal WWF. Il
mare è difficile da raggiungere, bisogna trovare un
varco fra gli scogli a picco sul mare. Ma se si è agili
e si ama il rischio, si è ricompensati da fondali blu e
verde intenso ricchi di fauna e flora. Nelle acque
particolar-mente limpide e pescose, trova il suo habitat
ideale perfino l'aragosta. Nelle grotte che si aprono
lungo la falesia (Grotta Grande e dei Palombi) trovano
la loro casa numerosi volatili, molti dei quali
stanziali. Un'escursione in canoa o in barca regala una
vista mozzafiato. Possibilità di accesso a mare per le
piccole imbarcazioni dalla spiaggia di San Cataldo, non
molto distante. Sempre sulla strada nazionale 113 si
incontra il primo villaggio turistico italiano con
acquascivoli e piscina olimpionica. Realizzato trent'anni
fa a Terrasini, su una verde terrazza rocciosa che
degrada verso il mare, caratterizzata da una vegetazione
di ulivi, carrubbi, oleandri e buganvillee, 20 Km dopo
l'aeroporto di Punta Raisi, il villaggio è famoso per le
sue tre piscine con scivoli, l'ultimo dei quali dei
quali finisce direttamente nel mare del golfo di
Castellammare, profondo oltre quindici metri. Dietro
permesso della direzione e compatibilmente con la
disponibilità del momento (tranne sabato e i festivi), è
possibile usufruire di ingressi giornalieri comprensivi
di un pasto. Si raggiunge imboccando la SS 113 al km
301, oppure l'autostrada per Trapani, uscita Terrasini.
San Cataldo
È una piccola baia con
spiaggia solitaria di sassi e ciottoli, poco dopo un
villaggio turistico e uno zoo, lungo la statale 113. Si
individua dalla strada, pochi Km dopo il villaggio
turistico. Abbandonata l'auto, si procede a piedi per un
viottolo che immette alla spiaggia di poco più di
duecento metri. Da qui, prendendo il mare con un piccolo
mezzo come una canoa si può raggiungere sulla destra la
grotta dei Palombi.
Trappeto [VEDI
SITO>]
Ciammarita
Una lunga distesa di
sabbia di alcune centinaia di metri, che guarda un mare
aperto e capriccioso. È il lido di Ciammarita, che si
raggiunge sia dall'Autostrada per Trapani (uscita
Partinico-Trappeto) che dalla SS 113. Superando Trappeto
e il passaggio a livello in direzione Trapani si
incontra invece il lido di Trappeto, lungo 200
metri. La spiaggia, di sabbia fine e dorata, è libera,
ma non mancano servizi di bar e ristoro.
Balestrate [VEDI
SITO>]
Il nome del luogo, come è
facile supporre, deriva proprio dalla balestra, l'arma
che fu usata in periodo normanno per un tiro che fu
effettuato dalla costa verso l'entroterra.
Due le opportunità per il
bagno nell'ultimo comune della provincia in direzione di
Trapani: la larga spiaggia libera della Colonia marina,
800 metri di sabbia dorata, e il lido poco oltre il
cimitero dove l'arenile è parzialmente attrezzato con il
servizio di ombrelloni e sdraio.
È l'ultimo lembo di
spiaggia della provincia di Palermo e si raggiunge
anch'esso sia dall'autostrada per Trapani (uscita:
Balestrate) che dalla SS 113. Presente anche un porto turistico.
Versante
SUD
Ficarazzi [VEDI
SITO>]
La spiaggia di Crucicchia è
lo sbocco a mare del comune di Ficarazzi, il primo
centro che si incontra dopo aver superato sulla statale
a est di Palermo, i tratti non più balneabili di
Romagnolo, prima, della Bandita e di Acqua dei Corsari
dopo, oggi destinati solo a solarium. Attraversando il
paese di Ficarazzi, sempre sulla statale si giunge
all'altezza della chiesa dove è la via Mare. Imboccata
la strada si giunge in pochi minuti alla spiaggia libera
di Crucicchia.
Santa
Flavia [VEDI
SITO>]
Tuffarsi fra le onde
cavalcate dalle navi puniche. Santa Flavia è dominata
dal monte Catalfano, su cui sorge Solunto, una delle tre
roccaforti fenicie sulla costa settentrionale della
Sicilia. Ma è anche il comune in cui è compresa la
frazione di Porticello, villaggio di pescatori e
primario centro di pesca della costa. Santa Flavia, si
raggiunge da Palermo imboccando la SS 113 in direzione
Messina: superato il bivio per Bagheria, si incrociano
le strade che portano al comune di Santa Flavia e al
mare.
Da S.Flavia in barca, si può
raggiungere la Secca delle Formiche, una secca quasi
affiorante che è a poca distanza dalla costa, una
maledizione per gli incauti scafisti, ma un piccolo
paradiso per i sub dato il suo elevato numero di specie
presenti.
Piccole calette si aprono in mezzo agli scogli
a Olivella, è accessibile solo dal mare Maggiacomo,
a causa di residenze private che hanno ostruito gli
accessi. Possibilità di accesso al mare sulla litoranea
per Mongerbino e sulla SS 113, entrambi offrono accessi
a mare con scogli.
Capo
Zafferano
Una volta si chiamava lido
delle Anime sante, oggi si chiama molto più
prosaicamente Lido dei Carabinieri. E' a Capo
Zafferano, oltre il quale si apre il golfo di Palermo. E
una piccola spiaggia alla quale si accede con un modico
pagamento. Si raggiunge da Palermo, imboccando la SS 113
in direzione di Messina, superato il bivio per Bagheria:
imboccare la strada che porta al Capo Zafferano.
Inoltre, poco distante si trova Solanto, con l'antica e
suggestiva tonnara e il castello dei Principi di San
Vincenzo. Proseguendo sulla statale 113 e superata la
Torre Sperlinga si incontra il lido di Fondachello, un
arenile che precede Torre Gallo.
Casteldaccia [VEDI
SITO>]
Un litorale lungo, in cui si
alternano scogli bassi e spiagge di sabbia e ghiaietto.
Si presenta così il litorale nei dintorni di
Casteldaccia. Sino agli anni '60 tutta la costa ad est
del capoluogo offriva ancora splendide insenature,
incastonate fra agrumeti subito a ridosso della costa.
L'intensa edificazione di seconde case ha fatto sì che
molti accessi a mare non esistono più.
La spiaggia di
Gelso ha solo un'esigua parte che è scampata alla scure
della non balneabilità. La si raggiunge tanto
dall'autostrada per Catania (uscita Casteldaccia),
quanto dalla statale. Nel caso si provenga da quest'ultima,
imboccare la prima strada a destra, quindi poi di nuovo
a destra per raggiungere la spiaggia.
Altavilla
Milicia [VEDI
SITO>]
Lungo la statale 113 in
direzione Messina si aprono diversi varchi a mare. Dopo
aver preso l'autostrada per Catania, uscire ad Altavilla
e imboccare la statale. Dopo poco più di 2 Km, in
salita, sulla sinistra, si apre una stradella che
conduce alla spiaggia libera di Ravetto.
Più avanti
altri accessi a mare ma più difficili.
Sempre sulla SS
113 si trova un lido privato attrezzato di tutto punto,
che offre anche un tratto di spiaggia libera e rocciosa
con gradevoli calette.
Nel comune, a
Piano Torre, sempre
sulla SS 113, insiste anche un vasto complesso
alberghiere caratterizzato dalla presenza di, un'antica
torre d'avvistamento.
Trabia [VEDI
SITO>]
Superato il piccolo centro
di S.Nicola l'Arena, si raggiunge Trabia che offre due
diverse tipologie di mare, dalla spiaggia agli scogli.
Si raggiungono entrambe sulla SS 113, attraversando la
zona di villeggiatura del paese, chiamata "Giardini"
dove sono numerosi varchi a mare.
Il lido
Vetrana più conosciuto
è sulla Nazionale e offre tutti i servizi.
Termini
Imerese [VEDI
SITO>]
Sorge dove un tempo era
l'antica Himera, di cui restano visibili ampie
testimonianze di un tempio, poco fuori l'abitato e nel
vicino antiquarium che conserva le antiche vestigia. Nei
pressi di Termini Imerese, nel 480 avanti Cristo avvenne
l'immane scontro fra greci e cartaginesi che si concluse
con la sconfitta di questi ultimi e che determinò
l'arrestarsi dell'influenza cartaginese nella Sicilia
occidentale. Termini, allo sbocco del fiume San
Leonardo, un tempo offriva lunghi tratti di costa
balneabili.
L'unico tratto scampato all'inquinamento è
la spiaggia che si affaccia nella zona retrostante il
porto, per circa 500 mt. La spiaggia è attrezza dal
Comune con tutti i servizi.
La cittadina, porto di
discreta importanza commerciale, offre anche
un'importante complesso termale. Termini Imerese si
raggiunge sia dall'autostrada per Catania, uscita
Termini, sia dalla SS 113 in direzione Messina
Campofelice di Roccella [VEDI
SITO>]
È una delle spiagge più
lunghe di tutta la costa palermitana ed è la meta
preferita da Ennesi e Nisseni. Campofelice offre infatti
ben sei chilometri di spiaggia fatta di piccoli ciottoli
finissimi. Numerosi i villaggi e i residence con tutti i
comfort e i servizi. Campofelice si raggiunge tanto
dall'autostrada per Catania, uscita Campofelice, quanto
dalla SS 113.
Se si proviene dalla Nazionale, si deve
imboccare la strada che porta a mare prima di giungere
al paese e superare il passaggio a livello per poi
raggiungere l'ampio lungomare.
Lascari [VEDI
SITO>]
È la spiaggia dei
palermitani che non vogliono spingersi fino a Cefalù.
Lascari offre oltre 3 km di battigia con finissimi
ciottolini, risultato del dilavamento dei torrenti. Si
raggiunge dall'autostrada per Catania, uscita
Buonfornello. o anche dalla SS 113 per Messina. Superato
il casello ferroviario e inoltrandosi nella campagna, si
intercettano le stradine che portano a mare.
La
spiaggia
di Salinelle è la più frequentata e offre tutti i
comfort per trascorrere una giornata di relax.
Cefalù [VEDI
SITO>]
Una rupe imponente che
domina un centro abitato. È questa Cefalù, nome che
deriva dal greco Kefaloidion e dal punico Kefa (testa),
dovuto alla caratteristica forma della rocca. Mura
megalitiche a monte dell'attuale abitato attestano
stabili presenze in periodo greco (V sec. a.C.).
Sottomessa dai Romani nel corso delle guerre puniche,
seguì il destino di Palermo in quanto fu conquistata
dagli arabi nel IX secolo. Del periodo normanno è la sua
riedificazione. Fu Ruggero Il che la riedificò in riva
al mare. La leggenda vuole che l'imponente duomo sia
stato costruito per un voto fatto dal re durante una
difficile traversata in cui rischiò di morire. Sembra
che Ruggero fosse giunto vivo e vegeto a riva proprio a
Cefalù. Nel duomo, la caratteristica figura del Cristo
pantocratore domina la chiesa, da qualsiasi parte esso
si guardi.
Meta turistica internazionale, con un'ottima
e variegata offerta alberghiera, Cefalù offre anche una
lunga spiaggia meta apprezzata da tanti turisti tedeschi
e francesi. Cefalù, infatti, ha un largo arenile
completamente libero da questi insediamenti. Il mare
aperto diventa insidioso se ci sono marosi. Non mancano
naturalmente i servizi di ombrelloni, sdraio e docce
gratuite.
In alternativa alla spiaggia ci sono anche gli
scogli nella zona della Kalura, oppure i varchi a mare,
sempre fra gli scogli, raggiungibili dalla strada
statale in direzione dell'abitato di Pollina. A Cefalù
si giunge sia dall'autostrada per Messina, uscita Cefalù,
che dalla SS 113.
Finale di
Pollina [VEDI
SITO>]
Pollina è l'ultimo comune di
Palermo sulla costa, in direzione di Messina. Offre un
mare molto pulito anche perché lontano da tutti i centri
abitati. Prima di raggiungere Finale sulla SS 113, di
fronte un ampio parcheggio, una ripida stradina conduce
ad una splendida spiaggia in contrada Rais Gerbj.
Superando l'abitato, alla foce del fiume Pollina, si
trova la spiaggia di ciottoli Baia Turchina, ultimo
lembo della provincia palermitana.
Testo tratto dall'opuscolo turistico
distribuito dalla Provincia di Palermo "Il mare"
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