Lo Zingaro e le
piante
La Riserva Naturale dello Zingaro si colloca
all'estremità occidentale della costa tirrenica siciliana.
Posta in continuità della serie di rilievi calcarei di origine
mesozoica del palermitano, a poca distanza dall'interessante
Monte Còfano che si erge isolato a Occidente, presenta una
spiccata diversità di ambienti che in parte ospitano
fitocenosi di grande interesse naturalistico e talvolta anche
paesaggistico.
Decisivo per la vegetazione è il clima
generale, definito da una temperatura media annua di 19°C e da
una piovosità di 645 mm. Anche quando non piove spesso
ristagnano sui monti benefici banchi di nebbia provenienti dal
mare, che sostengono microclimi umidi locali. Oltre a specie
comuni dell'area mediterranea la Riserva ospita elementi
particolari di rilevante interesse. Le rupi litoranee,
sublitoranee e delle alture interne ospitano entità in gran
parte endemiche. Sono rinvenibili, infatti, Limonium
flagellare (limonio), endemico esclusivo nel tratto di costa
compreso tra lo Zingaro e Balestrate; Helichry SUITI rupestre
var. rupestre (perpetuino), Dianthus rupicola (garofanino),
Centaurea ucriae (fiordaliso di Sicilia), Brassica bivoniana,
Helichrysum pendulum, Seseli bocconei (finocchiella), Brassica
drepanensis (cavolo selvaggio), Hieracium cophanense,
Mi-nuartia verna subsp. grandiflora, Lithodora rosmarini/olia
(erba perla), Convolvolus cneorum (vilucchio turco) e il
rarissimo limonium todaroanum (limonio di Todaro). Maggiore
diffusione ha la gariga a palma nana, in alcuni tratti molto
densa e prossima alla macchia. Questo ambiente seminaturale,
risultato di una millenaria azione dell'uomo pastore,
agricoltore e artigiano, ospita espressioni endemiche tra cui
Serratula cichoracea subsp mucronata, presente anche nelle
coste nord-africane e numerose orchidee terricole come Oph-rys
lunulata (ofride), Ophrys oxyrrhynchos, endemica della
Sicilia, Orchis commutata e Orchis brancifortii (orchide di
Branciforti). In questa gariga, in prossimità di rocce
affioranti nasce l'endemico Allium lehmanni, Iris pseudopumila
(giaggiolo), Ftanunculus rupestris (ranuncolo) e Micromena
graeca subsp. fruticulosa (issopo).
Il paesaggio vegetale in larghi tratti è
dominato da aspetti di prateria effimera o perennante, quest'ultima
espressa da Cymbopogon hirtus (barboncino mediterraneo) e
dall'Ampelodesmos maurìtanicus ('disa).
Aspetti legati ad ambienti umidi
estremamente localizzati nelle depressioni a valle di Monte
Acci, rappresentati essenzialmente da giunchi e larici,
assolvono un ruolo importantissimo anche nei confronti della
fauna stanziale. Attorno alle pendici settentrionali di M.
Passo del Lupo — dove fra l'altro si può osservare una
splendida parete rivestita da una plurisecolare pianta di
edera — si rinvengono relitti di bosco di leccio e al limite
ovest della Riserva anche frammenti di sughereti, quest'ultima
testimonianza interessante di quella formazione forestale a
sughera un tempo molto più estesa ed oramai quasi del tutto
scomparsa nella Sicilia Occidentale. Nell'insieme la Riserva
ospita circa seicento specie di piante vascolari oltre un
centinaio di macromiceti, briofite, felci e licheni in pieno
rigoglio all'inizio della primavera.
L'Ente Gestore è autorizzato ad «orientare»
l'evoluzione dei consorzi vegetali. Alcune aree vengono
rimboschite con essenze locali; in altre non verrà eseguito
intervento alcuno per osservare se e come la vegetazione si
evolve naturalmente; altre ancora aperte al pascolo
controllato, per valutare il carico di bestiame compatibile
con il mantenimento della prateria esistente. Piccole aree,
infine, sono tuttora legittimamente coltivate. Dopo secoli di
sfruttamento da parte dell'uomo e l'inasprirsi del clima, non
ci si può infatti aspettare un ritorno rapido e spontaneo alla
ricca e stabile vegetazione originaria: la macchia-foresta
termofila mediterranea.
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Riserva Zingaro
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