Lo Zingaro e il
mare
Il mare è una componente essenziale dello
Zingaro: se ne avverte la presenza dai tipi e dalle forme
della vegetazione rupestre, dai disegni che l'erosione incide
sulle rocce.
I rapporti fra mare e terra sono molteplici:
dal mare si levano gli spruzzi salini che si depositano sulla
vegetazione e ne condizionano composizione e sviluppo: solo
piante tolleranti il salmastro possono vivere nella Riserva.
Dal mare derivano le «precipitazioni occulte» che sotto forma
di nebbia e rugiada per buona parte dell'anno dissetano le
pianticelle striscianti od esplodenti dalle fessure delle
rocce.
In mare precipitano le acque e i ciottoli
non trattenuti dal suolo. Sott'acqua si scarica la falda
acquifera. Le acque costiere dello Zingaro sono ancora
incontaminate, ma i vicini centri abitati costituiscono un
pericolo: se ne avvertono i segni, essendo il mare un
sensibilissimo termometro dello stato di salute della
terraferma. L'istituzione a Parco Marino, destinato, si spera
in tempi brevi, a coniugarsi con la Riserva terrestre, potrà
imporre un opportuno adeguamento agli scarichi in mare
delle aree urbane limitrofe.
Il paesaggio sottomarino è una rassegna
continua di forme e colori.
Mantidi, Coleotteri, Farfalle di diverse
specie, multicolori Bombi e violacee Xilocope popolano ogni
ambiente della Riserva. Tra queste il grosso Panfago, una
cavalletta verde lunga 7-8 cm. e del tutto incapace di volare;
o invertebrati inclusi nelle liste delle specie minacciate di
estinzione per la esiguità di ambienti naturali o per
l'eccessiva raccolta da parte di collezionisti.
La gita darà esiti fortunati se avverrà nel
maggiore silenzio possibile. Gli animali sono piuttosto timidi
e vengono allo scoperto solo in assenza di rumori. La
passeggiata intercalata da lunghe soste silenziose certamente
sarà premiata. Chi ha dovuto lasciare il suo cane all'ingresso
della Riserva non serbi rancore: gli animali selvatici temono
i cani. I cani potrebbero d'altronde perdersi nell'inseguire i
selvatici, disturbandone i ritmi biologici e lasciare nei
padroni un vivo rimpianto.
A Punta Leone si incontra, a livello di
marea, una piattaforma rocciosa biancastra che orla i punti
meno esposti al moto ondoso: in realtà si tratta di una
formazione vivente, un mollusco, un Vermetus, i cui gusci
cementandosi tra loro assumono l'aspetto a «marciapiede», o «trottoir».
Il «trottoir a vermeti», formazione rara di grande interesse,
è tipico delle coste siciliane di Nord Ovest: avamposto
avanzato dei «reefs» corallini, autentico vivaio di alghe e di
invertebrati di scogliere. Dove l'impatto con le onde si fa
invece più violento, la sponda si adorna del merletto rosato
intricatissimo e finemente sfrangiato del Lithophyllum
tortuosum, un'alga rossa dallo spesso scheletro calcareo le
cui minute creste — vero frangiflutti biologico — spezzano in
mille rivoli la forza dirompente delle onde.
Le pareti rocciose
Le barbe brune della Cystoseira strida —
alga dal tallo frondoso resistente ai flutti — contornano i
tratti rocciosi al livello di marea. Le fronde di quest'alga
comunis-sima, a torto temuta dai bagnanti, sono testimoni
rassicuranti di un elevato grado di purezza delle acque. Al di
sotto del primo metro, la Cystoseira strida cede il passo ad
altre cystoseire dall'aspetto più delicato, che si mescolano
alle lamine biforcute della Dictyopteris membranacea e di
altre alghe brune. La comparsa di ogni specie indica e segue
lo smorzamento progressivo dei frangenti. Dove il blu è
uniforme si fanno più frequenti gli animali dall'aspetto
floreale: anemoni, i delicati calici della rosa di mare (Sertella
beaniana), le bellissime madrepore isolate (Caryophyllia spp.)
e coloniali (Cladocora caespitosa) che ricoprono le scogliere
della Marinella. Su qualche spuntone roccioso, a profondità
ragguardevoli, gemma ancora il corallo rosso.
Poco sotto la marea o sotto il piede delle
alghe «fioriscono» le «margherite» de\\'Astroides caly-cularis
(in realtà polipi di una madrepora), accendendo le pareti di
colori smaglianti dall'arancio al rosso fuoco. Spugne dai toni
rossi, gialli o violetti rivestono antri e cunicoli costieri.
Molte sono poi le grotte carsiche. Oltrepassate le colorate
camere esterne, l'ambiente si fa uniforme, le faune
tappezzanti le pareti si diradano e nell'oscurità brulicano
sciami di gamberetti danzanti.
Le spiagge
Al confronto delle pareti strapiombanti, le
spiagge ciottolose scarseggiano di vita, ma le pozze litoranee
sono ricoperte dall'elegante Padina pavonica e dagli
ombrellini verde chiaro deU'Acetabularia (specie ai-gaie
costituita da una sola cellula gigante) fra i quali guizzano
gamberetti e bavose. Intensa vita animale brulica nei ripari
sotto le pietre.
I pesci
Pochi sono invece i pesci, rappresentati
soprattutto da labridi e blennidi dalle livree coloratissime.
I divieti assoluti di pesca subacquea e di reti da posta,
cause di tale povertà, potrebbero consentire l'arricchimento e
la diversificazione della fauna ittica.
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Riserva Zingaro
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