PalermoWeb, il portale di Palermo
dal 1999 on line  [Sei su: La Città del Sole] Facebook Twitter YouTube Instagram

 Lo "Zingaro"

Lo Zingaro e il mare

Il mare è una componente essenziale dello Zingaro: se ne avverte la presenza dai tipi e dalle forme della vegetazione rupestre, dai disegni che l'erosione incide sulle rocce.

I rapporti fra mare e terra sono molteplici: dal mare si levano gli spruzzi salini che si depositano sulla vegetazione e ne condizionano composizione e sviluppo: solo piante tolleranti il salmastro possono vivere nella Riserva. Dal mare derivano le «precipitazioni occulte» che sotto forma di nebbia e rugiada per buona parte dell'anno dissetano le pianticelle striscianti od esplodenti dalle fessure delle rocce.

In mare precipitano le acque e i ciottoli non trattenuti dal suolo. Sott'acqua si scarica la falda acquifera. Le acque costiere dello Zingaro sono ancora incontaminate, ma i vicini centri abitati costituiscono un pericolo: se ne avvertono i segni, essendo il mare un sensibilissimo termometro dello stato di salute della terraferma. L'istituzione a Parco Marino, destinato, si spera in tempi brevi, a coniugarsi con la Riserva terrestre, potrà imporre un opportuno adeguamento agli scarichi in mare delle aree urbane limitrofe.

Il paesaggio sottomarino è una rassegna continua di forme e colori.

Mantidi, Coleotteri, Farfalle di diverse specie, multicolori Bombi e violacee Xilocope popolano ogni ambiente della Riserva. Tra queste il grosso Panfago, una cavalletta verde lunga 7-8 cm. e del tutto incapace di volare; o invertebrati inclusi nelle liste delle specie minacciate di estinzione per la esiguità di ambienti naturali o per l'eccessiva raccolta da parte di collezionisti.

La gita darà esiti fortunati se avverrà nel maggiore silenzio possibile. Gli animali sono piuttosto timidi e vengono allo scoperto solo in assenza di rumori. La passeggiata intercalata da lunghe soste silenziose certamente sarà premiata. Chi ha dovuto lasciare il suo cane all'ingresso della Riserva non serbi rancore: gli animali selvatici temono i cani. I cani potrebbero d'altronde perdersi nell'inseguire i selvatici, disturbandone i ritmi biologici e lasciare nei padroni un vivo rimpianto.

A Punta Leone si incontra, a livello di marea, una piattaforma rocciosa biancastra che orla i punti meno esposti al moto ondoso: in realtà si tratta di una formazione vivente, un mollusco, un Vermetus, i cui gusci cementandosi tra loro assumono l'aspetto a «marciapiede», o «trottoir». Il «trottoir a vermeti», formazione rara di grande interesse, è tipico delle coste siciliane di Nord Ovest: avamposto avanzato dei «reefs» corallini, autentico vivaio di alghe e di invertebrati di scogliere. Dove l'impatto con le onde si fa invece più violento, la sponda si adorna del merletto rosato intricatissimo e finemente sfrangiato del Lithophyllum tortuosum, un'alga rossa dallo spesso scheletro calcareo le cui minute creste — vero frangiflutti biologico — spezzano in mille rivoli la forza dirompente delle onde.

Le pareti rocciose

Le barbe brune della Cystoseira strida — alga dal tallo frondoso resistente ai flutti — contornano i tratti rocciosi al livello di marea. Le fronde di quest'alga comunis-sima, a torto temuta dai bagnanti, sono testimoni rassicuranti di un elevato grado di purezza delle acque. Al di sotto del primo metro, la Cystoseira strida cede il passo ad altre cystoseire dall'aspetto più delicato, che si mescolano alle lamine biforcute della Dictyopteris membranacea e di altre alghe brune. La comparsa di ogni specie indica e segue lo smorzamento progressivo dei frangenti. Dove il blu è uniforme si fanno più frequenti gli animali dall'aspetto floreale: anemoni, i delicati calici della rosa di mare (Sertella beaniana), le bellissime madrepore isolate (Caryophyllia spp.) e coloniali (Cladocora caespitosa) che ricoprono le scogliere della Marinella. Su qualche spuntone roccioso, a profondità ragguardevoli, gemma ancora il corallo rosso.

Poco sotto la marea o sotto il piede delle alghe «fioriscono» le «margherite» de\\'Astroides caly-cularis (in realtà polipi di una madrepora), accendendo le pareti di colori smaglianti dall'arancio al rosso fuoco. Spugne dai toni rossi, gialli o violetti rivestono antri e cunicoli costieri. Molte sono poi le grotte carsiche. Oltrepassate le colorate camere esterne, l'ambiente si fa uniforme, le faune tappezzanti le pareti si diradano e nell'oscurità brulicano sciami di gamberetti danzanti.

Le spiagge

Al confronto delle pareti strapiombanti, le spiagge ciottolose scarseggiano di vita, ma le pozze litoranee sono ricoperte dall'elegante Padina pavonica e dagli ombrellini verde chiaro deU'Acetabularia (specie ai-gaie costituita da una sola cellula gigante) fra i quali guizzano gamberetti e bavose. Intensa vita animale brulica nei ripari sotto le pietre.

I pesci

Pochi sono invece i pesci, rappresentati soprattutto da labridi e blennidi dalle livree coloratissime. I divieti assoluti di pesca subacquea e di reti da posta, cause di tale povertà, potrebbero consentire l'arricchimento e la diversificazione della fauna ittica.

<<Index Riserva Zingaro


 PalermoWeb - Reg.Trib. Pa. n.26-17/09/07 - 1999-202x - Copyright PalermoWeb - Direttore: Rosalinda Camarda - Hosting: Aruba