Questo percorso storico si snoda lungo i luoghi della memoria.
Immaginiamo dunque di ritornare in quello scorcio di secolo a cavallo tra ‘800 e ‘900, in cui la città all’apice del suo splendore, gareggiava per fasti e magnificenza con le più importanti corti d’Europa...l'età dei Florio.
Principali protagonisti di questo mondo furono
appunto i Florio, famiglia simbolo della nuova borghesia imprenditoriale, alla cui “corte” furono ospiti le maggiori personalità del bel mondo.
Cominciamo dalla contrada dell’Acquasanta che così si chiama dall’omonima chiesa della
Madonna, che sorgeva nei pressi di una grotta da cui sgorgava una fonte di acqua dalle proprietà terapeutiche.
Nella zona si trovano diversi monumenti importanti come la
Nave di pietra che fungeva da base per le esercitazioni militari e oggi soffocata dagli edifici adiacenti, la settecentesca
villa Lanterna e l’ottocentesca villa Belmonte, godibili solo dall’esterno.
Nella parte bassa del parco di Villa
Belmonte, oggi,
Salita Belmonte, precisamente al n. 43, tra il 1899 e il 1900 fu edificata la
villa Igiea sorta sulle basi di una costruzione in stile quattrocentesco siciliano, appartenente ad un nobiluomo inglese.
Progettata da Ernesto Basile per i
Florio, inaugurata nel 1900 come clinica per le cure termali, il nome è quello di
Igea, dea della salute, fu trasformata dopo soli quattro anni in un lussuosissimo albergo che ospitò tra i nomi illustri lo zar di
Russia e Costantino di Grecia, che vi morì anche.
All’interno conserva l’originario assetto
Liberty, la sala del Basile, con affreschi di
Ettore De Maria Bergler raffiguranti la primavera e metafore sulla giovinezza femminile.
Oggi come accennato è la sede di un prestigioso Hotel, ma potete approfittare del
Cafè per accedere e soprattutto sostare in tutta calma sulla terrazza affacciata sul mare...
Proseguendo a nord nella zona dell’Arenella, dietro palazzi di dubbio gusto è l’accesso ad uno dei più antichi edifici adibiti per la pesca al tonno. La
tonnara Florio in via Discesa Tonnara n.4 di proprietà della famiglia dalla prima metà del secolo scorso (1830 ca), fu ristrutturata da
Carlo Giachery che ideò un complesso neogotico con un corpo
turriforme e una palazzina a quattro guglie chiamata i
“Quattro pizzi”.
Più tardi anche in questa sede furono ricevuti e ospitate personalità eminenti. Pensate che la
Zarina di Russia se ne invaghì talmente da far costruire una costruzione simile in
Pietroburgo…
La mattanza si svolse fino ai primi anni del
Novecento, quando i tonni si convinsero che forse era meglio cambiare aria, oggi è sede di un locale di tendenza.
La prossima tappa ci porta da tutt’altra parte, verso le borgate occidentali, nell’antico quartiere dell’Olivuzza,
con un mezzo pubblico ritorniamo in centro città a
Palermo e raggiungiamo il viale Regina Margherita, precisamente al n.38.
Qui, nel territorio che un tempo apparteneva all’ampio parco di villa
Butera, di cui oggi resta ben poco, nel 1899 fu costruito il
Villino Florio , manifesto della nuova borghesia colta e raffinata, capolavoro dell’Art Nouveau siciliana. Ancora una volta il progetto spettò al maestro indiscusso
Ernesto Basile che rese unico nel suo genere questo scenografico edificio ricco di portici, archi, scalinate e torrette.
A proposito di ospiti illustri, in questa sede
Franca Florio, regina del
“Jet set” palermitano, ricevette il Kaiser Guglielmo II.
Già nel 1907 un incendio doloso aveva distrutto un’ala della villa, nel 1962 ancora un altro incendio devastò il resto, compresi i preziosissimi arredi progettati dal
Basile nei minimi dettagli e prodotti dalla ditta
Ducrot, i cui stabilimenti sono diventati oggi i
Cantieri Culturali della Zisa, sede di eventi artistici
e culturali.
Il villino Florio è proprietà della Regione
Siciliana, è visitabile e dovrebbe in futuro ospitare un ipotetico Museo del
Liberty.