L'area marina
L'area marina antistante la costa compresa
tra i Comuni di Palermo e di Isola delle Femmine fa parte
dell'Area marina protetta di Capo Gallo e Isola delle
Femmine, 2.173 ettari, istituita con decreto del Ministero
dell'Ambiente 24\7\2002, la cui gestione sarà affidata al
consorzio creato tra i Comuni di Palermo e Isola delle
Femmine.
Il territorio
Monte Gallo è un rilievo carbonatico,
formatosi dal Mesozoico (225 milioni di anni fa) all'Eocene
medio (54 e 33,7 milioni di anni fa). E' una montagna
carsica, che presenta numerose manifestazioni erosive
superficiali ed endogene e parecchie cavità. Non a caso,
durante questi anni, molti studiosi vengono a visitare la
riserva per compiere verifiche sull'evoluzione del
patrimonio naturalistico-botanico, ricco di flora rupestre,
che comprende diverse specie endemiche o rare. Il
territorio, oltre ai gruppi di cacciatori e raccoglitori
paleolitici e ai coloni fenicio-punici, ha accolto romani,
musulmani, normanni Le rocce di questi rilievi,
prevalentemente di natura carbonatica, sono soggette a
fenomeni di natura carsica che le hanno modellate generando
microforme caratterizzate da creste ed incisioni,
scannellature, vaschette, fori e morfologie superficiali
rappresentate da depressioni doliniformi molto svasate,
ingrottati e cavità, che costituiscono una delle più
importanti peculiarità della riserva.
Scopi della riserva
La riserva è stata istituita con le
seguenti motivazioni:
Emergenza geomorfologia. All'interno
dell'area sono presenti numerose cavità e grotte: la Fossa
del Gallo, la Grotta Perciata, di notevole interesse
paleontologico, dove sono stati ritrovati resti di
vertebrati fossili quali l'Elefante nano ed il Cervo,
risalenti al paleolitico superiore, la Grotta dei Caprari,
dove sono stati scoperti un gruppo di incisioni lineari del
Paleolitico superiore e il disegno di due imbarcazioni del
sec. XV e XVI D.C., quella delle Vitelle, la Grotta Caramula
e quella della Marinella. La più importante è la Grotta
Regina, sul versante est: si tratta di una vasta caverna
formatasi per erosione marina, utilizzata come santuario
punico, nelle cui pareti è possibile osservare numerose
iscrizioni, tracciate con colorante nero e databili al VI
sec. a.C. e II sec. d.C. Piccole comunità di età
tardo-romana, bizantina ed araba, dimorarono all'interno
della grotta, enorme e spettacolare antro ricco di centinaia
d'iscrizioni, in parte tradotte da Benedetto Rocco e di
disegni punici, cartaginesi e libici. La grotta Impisu, che
si apre a Sferracavallo in località Schillaci, al disotto
degli strati di suolo, ha rivelato tracce di presenza umana
di epoche preistoriche. Sono emersi anche resti di grandi
animali vissuti (ed estinti) nel periodo del Quaternario,
come il cervo, l'ippopotamo e l'elefante.
Il promontorio ospita una ricca flora
rupestre che comprende diverse specie endemiche o rare
quali: Limonium panormitanum, Allium lehannii, Centaurea
ucriae, Scabiosa limoneifolia, Brassica rupestris, Hieracium
lucidum, Lithodora rosmahnifolia, etc.
Nella zona costiera è presente il
"marciapiedi a vermetidi", formazione endemica rara nel
Mediterraneo.
LA FLORA
Di grande interesse sono le numerose
specie erbacee, con particolare riferimento agli endemismi
riscontrati in recenti studi dall'Università di Palermo.
Il promontorio ospita una ricca flora
rupestre che comprende diverse specie endemiche o rare
quali: Limonio di Palermo (Limonium panormitanum) specie
molto rara esclusiva di Capo Gallo e Monte Pellegrino,
Allium lehmannii, Centaurea ucria, Scabiosa limonifolia,
Brassica rupestris, Hieracium lucidum, Lithodora
rosmarifolia, etc. Si possono anche osservare alcune
orchidee selvatiche le più interessanti delle quali sono: l'Ofride
verde-bruna siciliana, l'Ofride verde-bruna palermitana e l'Ofride
di Branciforti.
Le specie più interessanti si trovano
sulle pareti rocciose esposte a nord dove le condizioni
naturali hanno consentito la conservazione di specie
endemiche tipiche degli habitat rupestri submontani della
Sicilia. Tra queste l'Euforbia di Bivona, l'Erba perla
mediterranea, la Finocchiella di Boccone, il Garofano
rupestre, la Bocca di leone, il Cavolo rupestre, il
Fiordaliso delle scogliere e la Vedovina trapanese.
Esclusive del Monte sono due composite lo Sparviere
siciliano e la Camomilla di Monte Gallo.
Un'osservazione
complessiva dell'area consente di evidenziare diverse
tipologie in funzione dell'esposizione:
nel versante meridionale una volta coltivato
ad ulivi e carrubi, è presente un
rimboschimento, fortemente frammentato a causa
degli incendi, a Pino d'Aleppo e Cipressi
misto a specie della macchia mediterranea;
il versante settentrionale,
caratterizzato dalla presenza di falesie a picco sul mare, è
come detto sopra ricco di specie endemiche; molto
interessante e la presenza, alle pendici di queste falesie,
in C.da Costa Mazzone, di una piccola area di macchia
foresta naturale a leccio, carrubo, lentisco e
altre specie della macchia;
il versante orientale, ed in parte quello
occidentale, con roccia affiorante, sono caratterizzati da
una vegetazione erbacea xerofila, tipica prateria steppica
delle zone pascolate e soggette alla continua azione del
fuoco. Qui la specie dominante e l'Ampelodesma, sostituita
nelle zone più basse da un'altra graminacea: l'invasivo
Penniseto allungato specie nord-africana in attiva
fase di naturalizzazione in Sicilia;
nella zona costiera, sulle scogliere è
presente una particolare rarità: il "Trottoir a vermeti",
organismi viventi i cui gusci calcarei si calcificano a pelo
d'acqua saldandosi l'uno a l'altro, crescono, s'ispessiscono
e si protendono verso il mare aperto, costituendo un
"marciapiede" biologico lungo circa 5 metri. Questi
organismi viventi si nutrono principalmente del plancton e
dei gamberetti che la risacca porta a riva. La sua presenza
è quindi un importante indice biologico della purezza
dell'acqua del mare. Il "trottoir a vermeti" si trova in
tutta la Sicilia, in particolare nelle zone marine più
riparate, ed è un fenomeno biologico eccezionale e di
importanza naturalistica notevole.
LA FAUNA
La Riserva ospita alcuni animali legati
alle pareti rocciose quali il Gheppio, il Falco pellegrino,
la Poiana tra i rapaci diurni e l'Allocco ed il Barbagianni
tra quelli notturni. Tra i passeriformi è possibile
incontrare il Corvo imperiale, il Passero solitario, la
Passera sarda, il Merlo e la Cinciallegra.
L'area protetta ha grande importanza per
la migrazione e la sosta invernale di numerose specie di
uccelli. E' possibile ad un buon osservatore vedere
transitare la Cicogna bianca, frequente è la presenza del
Gabbiano reale, del Falco pecchiaiolo, del Gruccione e del
Cuculo. Tra gli svernanti il comunissimo Pettirosso ed il
Lui piccolo. Pochi sono gli studi fatti, tra i mammiferi
sono presenti la Volpe, il Coniglio selvatico, oltre al
comune Topo domestico ed al Topolino selvatico. Di un certo
interesse è la presenza del Toporagno di Sicilia, specie
presente soltanto nell'Isola. Scarse sono le informazioni
relative ai rettili; oltre alla Lucertola campestre ed alla
Lucertola siciliana, sono noti il Ramarro, il Congilo
ocellato, comunemente denominato "tiro", ed il Biacco.
La riserva è visitabile ogni giorno,
esclusivamente a piedi, seguendo i percorsi naturalistici tabellati dall'Azienda Foreste.
ATTENZIONE A EVENTUALI ORDINANZE IN VIGORE !
I punti di accesso sono tre:
1) Dal versante orientale è
possibile accedere alla riserva, attraverso una proprietà
privata che inizia alla Torre di Mondello, e che consente di
raggiungere le pendici del monte fino ad arrivare al Faro di
Capo Gallo. Da qui alcuni sentieri portano quasi sino al
Malpasso e consentono di osservare la splendida, anche se
limitata, macchia di foresta che caratterizza le pendici
nord del monte stesso, testimonianza di passati trascorsi
coperture forestali.
2) Dal versante opposto, sempre
attraverso una stradella privata che inizia in C.da
Barcarello di Sferracavallo, è possibile percorrere le
pendici del monte ammirando la limpidezza delle acque della
Riserva marina, sino ad arrivare in un'area attrezzata,
attualmente gestita da privati, dalla quale è possibile
percorrere dei sentieri che arrivano sino al Malpasso, senza
possibilità di congiungersi con i sentieri del lato opposto.
Qui, raggiungibile solo in barca o meglio in canoa, è
possibile visitare la Grotta dell'Olio, splendida cavità a
fior d'acqua, dovuta all'erosione marina.
3) Dal versante meridionale è
possibile salire sul monte, attraverso una strada comunale
che inizia alle spalle di Partanna Mondello e costeggia
Pizzo Sella. Percorrendola si può arrivare sino a quota 527
m.s.l.m. al cosiddetto Semaforo, costruzione militare di
avvistamento, molto interessante per la localizzazione e per
la particolare struttura. Da qui è possibile godere di una
splendida vista, che nelle giornate migliori consente di
scorgere la cima dell'Etna.
Durante gli interventi all'interno della
Riserva è stato ritrovato il Sentiero dei Cavaddari,a
Barcarello, già noto nel 1600, la cui traccia era scomparsa.
Il sentiero fu realizzato per esigenze militari per
permettere alle guardie a cavallo, i cavaddari appunto, di
controllare la zona e potere avvisare con le borgne (grosse
conchiglie che emettevano suoni), le torri di avvistamento
di Malopasso, nei pressi di Capo Gallo, e Sferracavallo. In
questo modo queste ultime potevano diffondere l'allarme in
tutto l'entroterra per far preparare in tempo l'esercito per
difendere la costa.