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La storia del Convitto di Palermo è la storia delle centinaia di
studenti, insegnanti, istitutori e rettori che nei decenni, sin dai tempi di
Garibaldi, sono cresciuti dentro l'ex Collegio dei Gesuiti lasciando un'eredità
affettiva straordinaria.
Il Collegio Massimo dei Gesuiti
(1586-1999)
Delle cinque case che i Padri Gesuiti possedevano a Palermo nel 1767,
anno della loro prima espulsione dalla Sicilia, il Collegio Massimo, detto anche
"Nuovo", oltre ad emergere nel tessuto urbano per la sua imponenza
architettonica, costituiva anche la più grande istituzione culturale della
nostra città, sia per gli insegnamenti che vi venivano impartiti e per
l'importante biblioteca che possedeva, sia anche per il suo museo archeologico,
fondato nel 1730.
Il Parlamento siciliano,nel 1550, aveva "implorato" il Re affinchè chiamasse i
Gesuiti per istituire a Palermo un collegio di studi e,l'anno seguente, i primi
Padri erano giunti nella nostra città.
I Gesuiti acquistarono alcune case sul Cassaro insieme ad altre costruzioni, le
demolirono ed iniziarono nel 1586 la costruzione di un grandioso edificio
destinato a scuole che prese il nome di Collegio Massimo detto anche Nuovo. I
lavori procedettero così rapidamente che nel 1588 i Padri Gesuiti poterono fare
il loro primo ingresso nel nuovo edificio. In breve tempo, il Collegio Massimo
ospitò nel 1784 l'Accademia degli Studi. Rimasero anche aperte al pubblico la
ricca biblioteca e il museo Salnitriano.
Il Collegio Real Ferdinando
Nei locali dell'ex Collegio Massimo venne creato nel 1771 un Collegio
di Nobili che nel 1778 venne chiamato Real Ferdinando. Vi venivano ammessi
ragazzi sempre appartenenti all'aristocrazia, ma di disagiate condizioni
economiche. Nel 1799, gli avvenimenti politici costrinsero Ferdinando III ad
abbandonare Napoli ed a rifugiarsi a Palermo. Il Palazzo Reale, dove sino a quel
tempo erano sistemati i Tribunali ed altri uffici pubblici, risultava abbastanza
angusto per accogliere l'intera Corte, sicchè fu deciso di trasferire questi
uffici allo Steri, pur lasciando intatti i locali preesistenti. Il Gioco del
Lotto, prima allocato allo Steri, venne trasferito nel cortile di quello che era
stato il Collegio Massimo dei Gesuiti, cioè l'odierno cortile del Convitto
Nazionale.
Nuova Espulsione dei Gesuiti e nascita del Convitto Nazionale
Nel 1860 la Compagnia di Gesù venne nuovamente espulsa. L'edificio del Collegio
Massimo mantenne la Biblioteca con il nuovo titolo di Nazionale (oggi
Regionale), ed ospitò anche il Real Liceo e Ginnasio "Vittorio Emanuele II",
nonchè scuole elementari. Il Convitto Real Ferdinando fu convertito nel Convitto
Nazionale Vittorio Emanuele II destinato alla "educazione ed istruzione della
gioventù maschile di famiglie civili" e si sviluppò notevolmente acquisendo
altri locali dell'antico Collegio Massimo, e tra questi anche lo splendido
refettorio avente le pareti rivestite in legno decorato con intarsi. Dopo la
definitiva espulsione dei Gesuiti, il Museo Salnitriano fu purtroppo in gran
parte spogliato e quanto di esso rimase venne poi incorporato nel Museo
Nazionale.
Il Convitto Nazionale, che ebbe la sua origine nel 1860, con regolamento
approvato con R.D. del 18 giugno 1863, n.786, venne ordinato in modo conforme a
quelli istituiti dal Governo nell'Italia continentale.
Nel 1999 l'istituto assunse il nome di Convitto Nazionale Giovanni Falcone. |