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Palermo, 10 - 11 Maggio 2003 

Palazzo Pantelleria

Piazza Giovanni Meli

Palermo

adottata da:

I.T.C. Ferrara - Prof. Santomarco
 

 

 

 

Palazzo Pantelleria Palazzo Pantelleria

Palazzo Pantelleria Palazzo Pantelleria

Palazzo Pantelleria

L'aspetto attuale di Palazzo Pantelleria è il risaltato di numerose stratificazioni storico - artistiche comuni a molti dei più importanti palazzi palermitani; il piano terreno, affacciatesi sul cortile, è oggi centro di fabbriche e di negozi di argenteria tra i più noti e frequentati della città mentre i piani superiori sono attualmente divisi in appartamenti di civile abitazione, ad eccezione del piano nobile, i cui saloni, riccamente dipinti e decorati e ancora poco conosciuti sono stati recentemente messi a disposizione per ricevimenti, conferenze, sfilate di moda, concerti etc..

Il palazzo sorge sull'antico piano dei Coltellieri tra l'attuale largo Cavalieri di Malta (già piazza Valverde) e la piazza Giovanni Meli.

Ha la forma di un grande quadrilatero con cortile centrale e nella sua ultima configurazione settecentesca veniva considerato per la sua mole uno dei più imponenti palazzi della città di Palermo.

La fondamenta dell'edificio sono state poste probabilmente negli ultimissimi anni del 1400 e la pròna costruzione cinquecentesca si può forse attribuire a Berengario Requesens Conte di Buscemi: di questo periodo restano alcuni archi catalani del porticato ovest del cortile e due altorilievi collocati sulla la scala interna ed cortile (lato ovest); del periodo cinquecentesco, sono ancora evidenti una scala, che adduce agli appartamenti del corpo di fabbrica lato ovest e un portate marmoreo collocato al primo piano sullo sfondo della prima rampa dello scalone principale.

Succede al padre Berengario il figlio Giuseppe, investito in minore età (della contea di Buscemi salto il regno di Filippo II: di tale episodio, vi è forse ricordo in un dipinto che si trova sulla volta del salone più grande del palazzo al piano nobile. Giuseppe sposa la cugina Anna Requesens dei baroni di San Giacomo, proprietari del palazzo sito in largo Cavalieri di Malta (oggi conosciuto come palazzo Niscemi-Spaccaforno).

Successivamente il palazzo è di proprietà di Antonio Requesens, primo principe di Pantelleria, titolo di cui è investito il 5 settembre 1620 e quindi dei suoi successori.

Uno di questi, Giuseppe Antonio Requesens e Napoli, promuove la fondazione della città di Solanno (SR), indebitandosi oltremisura (1759): da questa situazione debitoria, la famiglia Requesens non riesce più a sollevarsi, accrescendosi sempre più il dissesto economico.

Nel '700, il palazzo viene completamente ristrutturato con la costruzione facciata e dell'ingresso principale su piazza Valverde e con la costruzione dell'attuale scalone d'onore posto sul lato sud del cortile del palazzo di fronte all'ingresso principale.

Verso la fine del 6700, il palazzo viene diviso in più parti: l'ala nord su piazza Valverde è assegnata a Teresa Requesens, sposata con Giuseppe Gravina principe di Comitali, ed assume il nome di palazzo Gravina; l'ala sud-ovest su piazza Giovanni Meli, comprendente il cortile, rimane a Michele Requesens principe di Pantelleria; in questa occasione, viene chiuso l'accesso al cortile dalla parte dell'ingresso principale. Da questo momento, il palazzo Pantelleria ha accesso dalla piazza Giovanni Meli attraverso l'attuale androne, dove era forse l'entrata secondaria per le carrozze e per le merci, e comprende il cortile, le ali sud e ovest e quella est adibita a stalle e magazzini.

A Michele succede il fratello Emanuele, ultimo Requesens principe di Pantelleria, che muore nel palazzo il 24 marzo 1848, dopo essere stato ministro della guerra nel gabinetto di Ruggiero Settimo, e ricordato da una lapide marmorea, dove si può leggere all'ingresso del palazzo da piazza Giovanni Meli.

Per il ricordato dissesto economico della famiglia Requesens, il palazzo viene venduto all'asta nel 1835 e viene acquistato da Francesco Varvaro Querela, ad eccezione del terzo piano acquistato da Erede Omodei. Al principe Emanuele viene concesso probabilmente di rimanere sino alla fine dei suoi giorni nel palazzo avito; in tale occasione, un appartamento al primo piano, affacciatesi su vicolo Tavola Tonda, viene lasciato a Pietro Carreca, già amministratore del principe.

Nel piano nobile del palazzo, vi sono dei saloni con pitture a tempera, alcune settecentesche ed altre del secolo successivo e una stanza con alcova di gusto rococò; la facciata su piazza Giovanni Meli è ottocentesca, anche se i balconi sono settecenteschi.

Il palazzo viene adibito dalla famiglia Varvaro a propria abitazione e a sede della propria attività di commercio di tessuti (la ditta, prima Francesco e Giuseppe Varvaro, quindi Giuseppe Varvaro, era una delle più importanti del settore di tutta la Sicilia); a questo scopo, il nipote dell'acquirente, Francesco Varvaro Piero, costruisce due piani sopra le stalle nell'ala est e una scala ellissoidale par accedervi, adibendoli a sede degli uffici della ditta. Nel centro del cortile, lo stesso Francesco Varvaro Pcjero mette a dimora nel 1896 un ficus magnolia, che oggi signoreggia rigoglioso ed imponente.

Il palazzo è inoltre sede fino al 1914 del Consolato dell'impero Austroungarico, di cui il suddetto Francesco era console generale.

Dopo l'ultima guerra, il palazzo viene smembrato tra vari proprietari con successive compravendite; attualmente, però, la maggior parte di esso è tornato in proprietà della famiglia Varvaro ed una piccola quota appartiene ancora ad una Omodei erede di Ercole.


Partiamo da Palazzo Pantelleria
e andiamo a scoprire il rione Bandiera.

La nostra scuola "ITC F. Ferrara" è ubicata nel mandamento Castellammare e il nostro itinerario che parte da Palazzo Pantelleria proseguire attraversando Via Roma, per Via Bandiera, vi farà conoscere tante nobili dimore costruite tra i secoli XVI e XVII, spesso sconosciute e non considerate dall'occhio frettoloso non solo dei visitatori ma soprattutto nostro. Una serie di strade dal percorso contorto caratterizza il rione "Bandiera", attivissima area commerciale sviluppatasi in epoca Alto Medievale sul tracciato delle strade mercato che dal quartiere giungevano al porto della città.

Si credette che la Via Bandiera avesse quel nome da un puttino che si trovava ne!la costruzione all'angolo con Via Patania, casa  nel 1599 apparteneva al protomedico Tantillo, Questo puttino reggeva una bandiera con le armi della famiglia. In realtà il toponimo è di almeno due secoli più antico di quella casa.

Questa zona abitata dalla maestranza dei conciatori che utilizzavano l'acqua del fiume Papireto per la lavorazione dei pellami; La zona considerata malsana si era sviluppata secondo un intricato intreccio di vicoli in cui si aprivano piccole piazzette. Nel 1820 alcuni ritoltosi durante il mese di luglio vi trovarono rifugio. Oggi purtroppo tutti i portoni d'ingresso di Via Bandiera sono stati trasformati in botteghe di vendita che hanno invaso i cortili, i passi carrai e i locali ai piano terra, per tanto è difficile individuare gli ingressi, dalle abitazioni, celati all'interno dei cortili.

Palazzo Pantelleria
Il palazzo del principe di Pantelleria si innalza tra largo Cavalieri di Malta e piazza Meli dove ha uri altro ingresso. Di grandissime dimensioni, ruota attorno ad un vasto cortile in cui cresce, rigoglioso, un ficus magnolia. Nel XVI secolo appartenne ai Rechisenz di Buscemi, passato ai Requesenz e Branciforte di Pantelleria nel '700, divenne proprietà, nel secolo successivo, dei Gravina e quindi dei Varvaro. Per la sua mole era considerato uno dei palazzi più imponenti del '700. I prospetti nel largo Cavalieri di Malta sono ancora settecenteschi, il partito centrale comprende il portale al civico nr.16, affiancato da colonne in pietra tufacea, e decorato da mascherone, ed il balcone del primo piano con mensola dal contorno mistilineo e ringhiera in ferro sagomata. Il palazzo sì conclude in alto con una balaustra a colonne dall'aereo disegno. Il cortile, con accesso da piazza Giovarmi Meli al n. 15, ha il lato occidentale porticato con archi policentrici a scala sul fronte meridionale; al primo piano è un portale in marmo con iscrizione. I prospetti su piazza Meli sono ottocenteschi.

Palazzo Avarna
D'origine settecentesche, il prospetto con parte a basamentale bugnato.

Palazzo Termini Pietra Tagliata
Costruito da Antonio Termini verso la fine del XV secolo, secondo altri alla fine del XVI secolo è la più emblematica dimostrazione del perdurare di tutto il '500 del gusto gotico. L'edificio è un blocco murario compatto, chiuso inferiormente ed appena inciso da monofore gotiche, ha il portale d'ingresso ad arco ribassato ornato da forte cornice. Il palazzo si conclude in alto con una possente torre per quei tempi la più alta della città. Passato ai Marassi e Naselli è pervenuto agli Alliata che lo abitano. Il palazzo ha subito molte modifiche nel XVIII secolo furono sistemati i saloni di rappresentanza decorati nel 1762 da affreschi di Vìto D' Anna e la biblioteca affrescata da Francesco Sozzi con l'allegoria della saggezza.

Palazzo Oneto di Sperlinga
Posto al n. 24, splendido esempio d'architettura del 4700, i soffitti dei saloni del piano nobile e del primo piano furono affrescati da Gaspare Serenario nel 1746. Ricca è la facciata su Via Bandiera con medaglioni in stucco e figure a mezzo busto, il portale affiancato da colonne di marmo grigio, immette alla porta. Anche i prospetti su Via Bari mantengono le decorazioni settecentesche.

Palazzo Battifora
Ricordiamo ancora sul fronte opposto Palazzo Battifora appartenuto alla famiglia Geremia trasformato in albergo Gran Bretagna. Proseguendo per Via Bandiera troviamo una serie di palazzi recenti costruiti dopo il risanamento del rione Conceria avvenuto nel 1922.

Palazzo Mazzarino
Nell'800 appartenne ai Lanza di Trabia e successivamente ai Lanza di Mazzarino. Sul gran portale che si trova su Via Maqueda insiste lo stemma, mentre nell'architrave sono fregi in stile Luigi XV; le aperture hanno cornici semplici. Il complesso palazzo si estende fino alla retrostante Via Trabia dove si affacciano terrazze con giardini pensili, e si articola attorno ad un cortile porticato. Intorno al 1745 Gaspare Serenario affrescò con "le nozze del re Numi" la galleria del palazzo. L'edificio è attualmente abitato dai proprietari.

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