La storia di "Villa
Rossi", così come quella di molte altre residenze agricole, è
riconducibile al fenomeno di espansione extraurbana erte, a partire dalla seconda metà
del 600, porterà ad una riscoperta di vaste aree territoriali poste ai lati della Conca d'Oro, fino ad allora lasciate in uno stato di totale abbandono .
Il frazionamento delle suddette aree portò ad una variazione nelle loro destinazione d'uso, trasformandole in residenze agricole dove trascorrere la villeggiatura durante la calda
stagione estiva. "Villa Rossi" va collocata territorialmente in quella parte nord-occidentale di sviluppo extraurbano, zona denominata "Piana dei Colli" e comprendente le borgate di Resuttana, San
Lorenzo Colli, Partanna Mondello, Pallavicino e Tommaso Natale.
Quest'ultima zona, che allora si presentava come una distesa di vigneti sparsi tra i quali sorgevano modeste costruzioni rurali, dovette il suo sviluppo a Tommaso Natale che
stabilendovi la sua residenza, mirava a trasformarla in un villaggio di gente dedita alla coltivazione delle sue terre, ricevendone in cambio la possibilità di una dimora stabile
all'interno dei suoi vasti possedimenti.
Con il graduale sviluppo della borgata attorno al nucleo generato di "Villa Natale", molte costruzioni rurali furono riadattate in "casene" per la villeggiatura, tra le quali appunto "Villa
Rossi" il cui territorio di pertinenza, che fino al 1712 faceva parte del fondo nel quale sarebbe sorta la tenuta di T.Natale, venne in seguito acquistato nel 1715 da Anna Maria Reggio
Statella principessa della Catena, a cui si deve la costruzione del primo nucleo abitativo.
Dopo alcune vicende che la portarono a cambiare vari proprietari, la villa passò nel 1724 nelle mani di Giovanni Andrea Figà, commerciante, che vi fece costruire una chiesa dedicata
a S. Ludovico "Re di Francia".
Verso Ia fine, del 1700 la villa divenne proprietà del patrizio palermitano Pietro Rossi, ma già dal 1763 la sua chiesetta fu adibita all'esercizio del culto, poiché la Cappella della
Madonna dei sette dolori, ubicata presso la Villa Natale, non risultava sufficientemente capiente.
Nel 1826 la chiesetta fu elevata a "parrocchia indipendente" e le venne assegnata una dote annua di 728 onze e quando nel 1820 il canonico Carlo Rossi morì, l'intera proprietà fu
lasciata al Real Albergo dei Poveri.
Nel 1830, vide la costruzione dell'attuale chiesa parrocchiale per volere del Senato palermitano e segnò l'inizio della rovina della chiesetta di "Villa Rossi" che venne così
abbandonata, la "casena", invece, fu adibita a scuola per i bambini della borgata con il nome di "Asilo infantile Principe di
Palagonia".
Il terribile terremoto del 1968 segnò la fine delle villa.
Descrizione Architettonica e Urbanistica
Villa Rossi venne realizzata seguendo la tipologia della costruzione suburbana nata per la conduzione del fondo agricolo e in seguito abbellita e resa più comoda per accogliere i
proprietari nel periodo della villeggiatura.
Si presenta con un unico corpo ad "L", all'interno del quale, oltre agli ambienti padronali, trovavano posto gli alloggi della servitù, adiacente allo stesso si trova la chiesetta patrizia.
Il terzo lato, che trasforma la "L" in ferro di cavallo, è costituito da un alto muro in pietra di tufo; perpendicolare a questo troviamo, esternamente alla corte, un corpo lungo e stretto forse
adibito a stalle o magazzini per generi alimentari.
Il quarto lato è un muro di cinta, di circa un metro di altezza, in origine sormontato da un'inferriata che oggi separa la costruzione dall'antistante piazza alla quale si accede attraverso
un imponente cancello in ferro.
Di fatto, la costruzione non si è mai fatta notare per il suo valore artistico, bensì, per la
particolarità dell'impianto architettonico ed urbanistico, pur non mancando al 1° piano
decorazioni con stucchi a motivo floreale sulle volte e qualche affresco sulle pareti delle stanze.
Degne di nota erano invece le decorazioni all'interno della
chiesetta ora ridotta a rudere e nella quale si possono ancora oggi intravedere due medaglioni raffiguranti il SS. Volto di
Cristo e S. Rosalia, e i due portali posti uno all'ingresso della chiesa e uno sul muro di recinzione verso est a congiungere la corte con il giardino.
La situazione di degrado in cui versa "Villa Rossi", appare ancora più grave se si pensa all'uso improprio fatto dei suoi spazi e agli atti vandalici di cui spesso è stata vittima.
Essendo prospiciente all'omonima piazza utilizzata come parcheggio anche di mezzi pesanti, la "Villa" passa inosservata persa in mezzo al traffico e al cemento.
L'avere pensato di recuperare le Villa assegnandole una destinazione urbanistica di tipo "residenziale mista",
significherebbe privarla di ogni significato simbolico e toglierebbe ad un
quartiere come Tommaso Natale, fino ad oggi relegato al ruolo di territorio cuscinetto tra Palermo e Sferracavallo, la possibilità di trovare una sua identità storica e una sua valenza
civica, tutto ciò, potrebbe essere realizzalo attribuendo a "Villa Rossi" una destinazione d'uso (scuola,centro di quartiere...) in grado di renderla forza aggregante per l'intera borgata.
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