La
presenza della vite è testimoniata sin dai primordi della storia
umana; già la Bibbia cita l’uva più volte, da Noè a Mosè, fino
all’episodio culminante dei Vangeli, l’ultima cena. Di certo la
coltivazione della vite era diffusa presso la Mesopotania e
l’antico Egitto già nel quinto millennio avanti Cristo, per poi
diffondersi in Grecia e da qui in Italia (dove il vino era già
comparso, in Sicilia, oltre duemila anni prima di Cristo a opera
inizialmente dei Fenici).
Alcuni autori romani, quali Catone (nel De Agricoltura) e Galeno
(De Antidotis) scrissero di viticoltura ed enologia, descrivendo
metodi produttivi e i più famosi vini del tempo, tra cui il
Falerno Bianco. All’epoca non vi era una data precisa per
vendemmiare, inizialmente il periodo della raccolta coincideva con
la caduta delle foglie, quando cioè i grappoli avevano raggiunto
una completa maturazione. I mesi in cui si vendemmiava, variavano
da agosto a novembre, a seconda dell’area climatica. Nel corso del
Medioevo la coltivazione della vite subì un inevitabile declino il
vino divenne prevalentemente rosso, prima che il re dei Franchi,
Carlo Magno, con il Capitulare de Villis, dettasse le regole che
dovevano presiedere alla vinificazione. Sul finire del basso
medioevo la Chiesa, i monasteri e più tardi anche i feudatari
divennero proprietari di sempre più vasti territori. Divenne così
inderogabile, una nuova organizzazione della normativa agraria.
Gradualmente il vino affluì dalle campagne alle città, nelle quali
sorsero col tempo le osterie, locali più dignitosi delle taverne.
Col passare dei secoli, il vino venne ad essere celebrato da
letterati e poeti; tra il XVII e il XVIII secolo furono composti
numerosi brindisi, come il Bacco in Toscana di Francesco Redi,
composto la sera del 12 settembre 1666. Il 1700 è stato forse il
secolo più importante per la chimica oltre che per l’enologia,
grazie allo studio razionale della fermentazione alcolica compiuto
da Lavoisier, che per primo dimostrò come che i componenti
dell’etanolo fossero carbonio, idrogeno ed ossigeno.
Con l’avvento
dell’800 il vino viene visto, nella letteratura, come mezzo per
consentire ai propri sensi di elevarsi, sino a sfruttare tutte le
qualità dell’inconscio: per Baudelaire il vino non è semplicemente
una bevanda, possiede un’anima, in grado di adattarsi alle più
svariate esigenze. Infine, nel corso dell’ultimo secolo del
secondo millennio, il vino attraversa prima una serie di pesanti
crisi dovute al diffondersi di alcuni parassiti come lo ioidio e
la peronospora, oltre che subire i danni dei due conflitti
mondiali, per poi riprendersi dirigendosi in modo sempre più netto
lungo la strada della coltivazione di qualità, con lo sviluppo di
vitigni autoctoni e il raffinamento delle tecniche di
vinificazione.
Come nasce il Vino
Dopo la raccolta l’uva viene dapprima pigiata, per poi essere
filtrata per l’eliminazione dei graspi; ne risulta una mistura
composta di liquidi, bucce e semi. La parte liquida, il mosto,
contiene acqua, zuccheri, acidi, tannini, sali minerali e composti
azotati. Il mosto
può essere separato dagli altri componenti per colatura o per
schiacciamento, attraverso un torchio, in questo caso ottenendo un
composto più forte, più ricco di tannini e più aspro. Al liquido
così ottenuto viene addizionata anidride solforosa, per tenere
sotto controllo lieviti e batteri, un trattamento chiamato
solfitazione.
A questo punto comincia la vera e propria lavorazione del vino che
dipende dalla zona, dal tipo di uva, o uve e dal tipo di vino che
si vuole ottenere. Numerose sono infatti le tipologie di vini: in
particolare si hanno i vini bianchi secchi, che si dividono a loro
volta in bianchi da uve bianche e in bianchi da uve rosse
vinificate in bianco, vini bianchi aromatici, vini rosati, vini
rossi da bersi giovani o dotati di capacità di invecchiamento,
vini da dessert, bianchi o rossi, amabili, dolci o passiti, vini
spumantizzati ed infine vini da meditazione.
Per quanto riguarda le diverse classificazioni, la legislazione
italiana prevede due grandi categorie, vini da tavola, senza (Vdt)
o con indicazione geografica (Igt), e in vini di qualità prodotti
in regioni determinate (Vqprd), a loro volta distinti tra vini a
denominazione d’origine controllata (Doc) e vini a denominazione
d’origine controllata e garantita (Docg).
Come si beve il Vino
Il vino deve essere abbinato opportunamente al cibo, come
suggeriscono le schede del catalogo di Altrovino : il vino
valorizza il cibo, ogni volta, ovviamente, che interviene in modo
opportuno, esaltando e rendendo marcati i caratteri salienti di
ogni piatto e trattenendone più a lungo il gusto nella nostra
bocca, che altrimenti sarebbe rapidamente alterato e annientato.
Oltre alla nota regola che prevede di abbinare al pesce un vino
bianco e alle carni un rosso, esistono numerosi altri fattori da
tener presente per gustare degnamente un vino. I vini bianchi
esigono la presentazione fredda, differenziandola, tuttavia, a
seconda della loro vecchiaia, gradazione e bouquet. Essi devono
essere tanto più freddi (un raffreddamento che non deve essere
rapido), quanto più sono pronunciati questi caratteri. È
consigliabile stappare questi vini un po’ prima della mescita: con
anticipi di tempo tanto maggiori quanto più marcati sono i tre
caratteri in questione, ma non superando i 30 minuti.
I vini rossi, al
contrario, devono essere serviti a temperatura-ambiente,
maggiormente elevata per i vini di corpo e di età più elevata,
così come deve esserne effettuata l’apertura molto prima che per i
vini bianchi, giungendo anche a 8 ore.
I vini rosati, poi, vanno serviti o freddi, tra i 9° e i 13°, o a
temperatura ambiente, tra i 16° e i 20°, sulla base del piatto con
cui vengono abbinati (se a base di uova, ad esempio, il freddo è
da evitare).
Per quanto riguarda la gradazione alcolica, ricordiamo che è buona
norma procedere dal più leggero al più pesante, in abbinamento
alle portate (è uno dei motivi per cui gli spumanti andrebbero
solo raramente bevuti a fine pasto).
Infine, il vino è naturalmente alla base di molteplici cocktails
che potrete trovare nelle nostre rubriche.