La
manifestazione del Mastro di Campo è una
tragicommedia interamente mimata che
si manifesta a Mezzojuso l'ultima domenica di
Carnevale. Tale manifestazione che ebbe origine a
Palermo, si svolge da oltre due secoli nella
Piazza Umberto 1° di Mezzojuso e rappresenta
ancora oggi una coloratissima pagina di Folklore unica nel suo
genere su tutto il territorio nazionale.
Lo
spettacolo coinvolge circa 90 personaggi che indossano dei costumi
che si rifanno al sec. XV e ha come soggetto una ostacolata storia
d'amore fra il Mastro di Campo e la Regina. La relazione tra i due viene
contrastata dal Re che tiene la Regina prigioniera
in un castello presidiato da una guarnigione che
ostacola i continui attacchi del Mastro di Campo e
dei suoi alleati per la scalata al castello. Dopo
una serie di avvicendamenti, finalmente, il Mastro
di Campo riesce a salire sul Castello e a
conquistare la Regina. Il Re sconfitto viene fatto
prigioniero e condotto in catene dal Mastro di
Campo, dalla sua Regina e da tutta la Corte per le
vie principali del paese sotto gli applausi degli
spettatori soddisfatti.
IL NOSTRO RACCONTO !
E' un pomeriggio di cielo coperto a Mezzojuso,
oggi domenica 2 Marzo 2003: temperatura a circa 12
°C, e parecchia umidità. Partiamo da Palermo
intorno le 14, arriviamo rapidamente grazie alla
veloce statale per Agrigento
(*ndr 2017: lavori in corso) al bivio di Mezzojuso,
abbiamo fatto solo 42 Km. quindi al paese. Sono le
14,30 circa. Giusto in tempo
per gustarci lo spettacolo !
Alzando gli occhi non
può che sorprenderci la grande mole della Rocca Busambra ricca di verde e in cima innevata. Appena parcheggiamo,
poco fuori il centro abitato, ci accolgono i primi
"botti" che annunciano l'inizio.
Una
folla di curiosi come noi si affretta a
raggiungere la graziosa piazza del paese.
Un'aria di festa, gioiosa ci accoglie: già la
gente del posto si è schierata intorno la piazza;
sotto il municipio campeggia uno striscione molto
chiaro rivolto a BUSH, il
presidente degli USA,
che recita: "il mastro di campo è
l'unica guerra consentita... BUSH u capisti ??!".
Comprendiamo che quest'anno il tema della
pantomima è la Pace e la cosa
non può che farci molto piacere !!
Prendiamo
posto intorno la piazza e improvvisamente,
accompagnati dai rulli dei tamburi, inizia la
pantomima: dei strani "sgherri" con
tanto di fucile e cartucciera a cintura, col viso coperto da
una maschera di folti peli si fanno spazio tra la
folla: sono i "Foforio"!. Da un lato della piazza cominciano a
sfilare gli oltre cento personaggi: la corte, il
re, la regina, i turchi, i cavalieri, i
garibaldini... e tanti personaggi "a
sorpresa" in maschera per la gioia dei bimbi,
tantissimi e in
maschera anche loro. Il tutto è molto ordinato,
senza eccessi che in queste occasioni si
verificano irritando talvolta i convenuti...
complimenti all'organizzazione ! Di solito per
Carnevale non ci divertiamo, come qualche anno fa ad Acireale... tra scherzi di
cattivo gusto e la pessima organizzazione...
ma probabilmente lì è una questione di quantità
più che di qualità...
Ma a Mezzojuso non si può non
divertirsi... c'è
un signore per esempio che, al centro della piazza
sotto il cannone,
si diverte ad accendere bengala e a farli
esplodere: oltre a far da
cornice alla "battaglia" fa
"scantare" i presenti; i cavalieri
facendo continuamente il giro della piazza
lanciano confetti verso il pubblico, e verso
"la corte reale": una guerra combattuta
con i confetti!! Che bello se fosse la realtà...
Il Mastro di Campo (complimenti all'attore che lo
ha interpretato) era instancabile continuando a
piroettare intorno la piazza e mimare il duello di
spada per tutto il tempo... e che dire del
Pecoraio che ogni tanto mentre girovagava insieme
al Mastro, cadeva per terra in preda alle
convulsioni da "indemoniato" ? E'
proprio una bella festa quella di quest'anno a
Mezzojuso... speriamo che la prossima edizione sia
migliore così l'andrete a "gustare"
anche voi che non l'avete ancora vissuta (anche
gastronomicamente, perché i
"contadini", mentre
giravano per la piazza a cavallo, distribuivano
formaggi, salumi, pane e vino locale).
Apprendiamo
inoltre dallo speaker della manifestazione che le
Poste Italiane hanno rilasciato un annullo postale
speciale, richiesto dall'amministrazione comunale
per promuovere la tradizionale pantomima.
Un
piccolo appunto all'organizzazione: troppi
fotografi in mezzo alle scene, troppi
"cineoperatori finti" e invadenti, troppa gente che
impediva di "capire" cosa stesse
accadendo... forse per il prossimo anno
servirebbero delle transenne e sarebbe opportuno
far accreditare la stampa... Il tutto termina
intorno le 17,30 in un'atmosfera di festa, musica,
canti e balli... e noi ci ritiriamo per rientrare nella nostra "asfissiante" vita di
città, non prima di averci fatto una bella foto
con i più "simpatici" dei protagonisti: i
turchi !
Peccato che non abbiamo potuto visitare
il paese e le sue bellezze artistiche, culturali e
paesaggistiche... ma per questo ritorneremo quanto
prima !
Guarda l'album fotografico:
https://goo.gl/photos/6EyxQJvT2HBF3Qf48
Di
seguito la descrizione della pantomima, tratta da
un opuscolo distribuito in piazza dagli
organizzatori
All'ora convenuta entrano in piazza il Re e la
Regina seguiti dal corteo reale: i Dignitari
riccamente abbigliati alla spagnola, le Dame di
compagnia, il Segretario e la sua consorte, i
Corazzieri a cavallo ed infine gli Schiavi Turchi.
Li precede il Maestro delle Cerimonie o "Mastru di
Casa", che tra ossequi e
riverenze apre il passaggio alla Corte finché
questa non prende posto sul palco reale. Sono
appena iniziate le danze, quando da un angolo
della piazza irrompe il Mastro di Campo a cavallo,
preannunziato dal rullo del tamburo. Lo seguono,
il Comandante dell'artiglieria ed i suoi aiutanti,
l'Ambasciatore, gli Ingegneri di guerra, Garibaldi
e Garibaldini, il Barone e la Baronessa, il
Foforio ed i suoi uomini, i
Maghi, i Massarioti ed i Giardinieri.
Il Mastro di Campo fa segni amorosi alla Regina,
che di nascosto dal marito, gli risponde, mentre
il Re incomincia a passeggiare nervosamente per il
Castello. Smontato da cavallo, l'eroe inizia a
misurare la distanza dalla fortezza con un
cannocchiale e comincia a studiare attentamente le
posizioni nemiche.
Con l'assistenza degli ingegneri, che nel
frattempo hanno già proceduto alla misurazione del
campo di battaglia e ai rilevamenti del terreno,
studia la mappa del percorso e subito dopo scrive
la sua lettera di sfida e la invia al Re tramite
l'Ambasciatore.
Il Re accetta la sfida, e risponde a sua volta;
inizia così la battaglia: tuonano i cannoni da entrambe le parti, il Mastro
di Campo incomincia la sua danza di guerra seguito
dal Tamburinaio ed
ostacolato nel suo muoversi dal Pecoraio, simbolo
delle forze oscure.
La Cavalleria attacca il Castello e la folla con
lanci di confetti, mentre i Foforio
creano il panico sequestrando gli avversari
del Mastro e rilasciandoli solo dopo averne
ottenuto il riscatto. Il Nostro Eroe intanto prova
ad avvicinarsi al Castello ma, viene respinto
dagli schiavi Turchi che ingaggiano continui
scontri con i Picciotti di
Garibaldi.
Durante gli scontri il Mastro di Campo, ogni
tanto, fa dei cenni alla Regina, che lo saluta col
fazzoletto, riesce a corrompere gli schiavi, tenta
di scalare il Castello, ma viene respinto.
Dopo essere disceso, sempre più irato,
consulta i maghi, da fuoco di persona al cannone
ed uccide il Pecoraio. Con una lunga scala l'eroe
tenta nuovamente l'ascesa al castello, ma il Re
con un colpo di spada lo ferisce ed il Mastro cade
all'indietro: è A caruta
ru Mastru di Campo.
L'eroe viene raccolto dai
Foforio
e portato a curarsi le ferite. La Baronessa in
segno di lutto si copre con un velo nero e va a
consolare la Regina, mentre nel castello si fa
festa.
Nel frattempo i Maghi sono alla ricerca della
"travatura", un tesoro consistente in un pitale di
maccheroni, che verrà ritrovato sotto il palco e
divorato dagli stessi servendosi esclusivamente
delle mani.
Ma ecco che il Mastro ritorna: ricomincia la
lotta. Si scambiano nuovamente le sfide, tuona il
cannone, mentre il Nostro riesce ad avere di
nascosto un fugace abboccamento con la Regina e
subito dopo riprende la sua danza di guerra.
Intanto la Regina corrompe il cannoniere reale che
incomincia a fallire i
colpi. Accortosi
del tradimento, il sovrano uccide il cannoniere,
ma il Mastro di Campo riesce a salire sul Castello
e a conquistare lo Regina.
Il Re sconfitto, viene fatto prigioniero e
condotto in catene dal Mastro di Campo e dalla sua
Regina, per le vie del
paese.