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MONDELLO WEB:
la Regale ! |
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di Manlio Corselli
Una lunga e antica
storia ritma la natura, il paesaggio e lo sviluppo del territorio di
Mondello nella sua trasformazione da luogo inospitale ad incantevole
spazio di suggestioni ambientali ed artistiche.
Una storia, quella di Mondello
che affonda le sue radici fin dall'età paleolitica per giungere
a quella del Ventesimo secolo, caratterizzata in una articolazione
urbanistica che annoda in una mirabile sintesi la fisionomia della
"città giardino" della zona di Valdesi con l'operoso
quartiere di Partanna e con l'ambientazione turistico-marittima del
Paese. Ne scaturisce una vera e propria commistione di stili di vita ove
la quotidianità dei residenti s'intreccia con i flussi dei palermitani
in cerca di evasione sia nella stagione invernale, sia nella stagione
estiva.
Appare ovvio, dunque,
che la qualificazione e la riqualificazione di Mondello dovrà e potrà
trovare, nel secolo appena cominciato (2000), un punto di equilibrio tra la
città che si dilata e le peculiari vocazioni di un territorio che è
"golfo" ed "entroterra", quartiere satellite e polo
di attrazione di turismo locale e straniero, spiaggia e localizzazione
di attività produttive.
Le molte vite di Mondello sono attestate dai
segni della natura e dai segni dell'uomo: i resti paleontologici e
paleolitici conservati nelle caverne di Monte Pellegrino, le diverse
necropoli disseminate tra Valdesi e le tenute delle famiglie Scalea e Santocanale, il ritrovamento di una tomba cartaginese di struttura ad
ipogeo, le due medioevali torri di difesa costiera a forma tonda, i
bagli armati e le dimore patrizie (Scalea, La Grua, principessa di
Partanna, Mattei, Santocanale, Mercadante, De Simone Wirz ecc...), la
tonnara della borgata marinara, le saline interposte tra i fondi
Bignardelli e Mattei (entrambi operanti fino al Settecento) ed infine
piccoli insediamenti industriali dislocati nell'area alta di Partanna ed
in quella che è attualmente sede dell'Istituto Roosevelt, all'Addaura.
Sono vite, alcune, che
vanno riscoperte attraverso una ricerca minuziosa dei luoghi per
penetrarne il sapore di un tempo perduto nella nostalgia della memoria;
altre, invece, ebbero una durata effimera consumando speranze di
rilancio economico vanificate nello spazio di non molti anni; altre
ancora stanno lì a testimoniare la stagione felice degli ultimi
bagliori della bella epoque palermitana dei primi del Novecento, la
lungimiranza e l'opulenza della borghesia cittadina, nonché l'originale
creatività degli architetti, noti e meno noti, che concorsero a ideare
e ad eseguire un così tanto significativo insediamento urbano di
autentico gusto europeo. Mondello, infatti, è nata e rinata quasi
sempre come una impresa iperbolica, una grossa scommessa a cui
corrisponde una sfida vincente.
Mondello sorge e risorge
per l'audacia della decisione di coloro che, dapprima, vollero creare un
unico comprensorio fra la palude e i campi di caccia reale della
Favorita e, successivamente, intesero proseguire, con l'opera di
bonifica dei pantani, il recupero della vivibilità dell'intera area
fino a consegnarla alla godibile fruibilità dei palermitani. Mondello,
per dirla in breve, esiste e si evolve per come ormai siamo abituati a
vederla in un continuo di verde e di superfici floreali di pietra, perché
due dinastie regnanti posero le condizioni e gli strumenti per
realizzarla in questo modo.
Mondello, appunto,
vede la luce grazie alla sensibilità ecologica del Re Ferdinando IV di
Borbone che con Bando Reale del 7 gennaio 1799 istituisce una sorta di
riserva naturale della Reale Riserva dei Colli, ove proibisce la
caccia nel pantano, avvia opere di piantumazione attorno alla piccola
chiesa ed abbeveratoio di Valdesi ed intraprende lavori di
canalizzazione delle acque e di riassetto altimetrico del territorio.
Mondello, perciò, è un bene di proprietà privata della Casa Reale dei
Borbone Due Sicilie e, come tale, fu gestita e amministrata dagli
Intendenti generali della Real Casa e dei Siti Reali in Sicilia fino al
1860, quando la Real Tenuta della Favorita col territorio annesso
disteso fra le pendici di Capo Gallo e quelle di Monte Pellegrino, fu
acquisito fra i beni della Corona di Casa Savoia. Anche sotto la nuova
Casa Reale non venne meno l'impegno di rendere più salubre l'intero
comprensorio tanto è vero che nel 1891, su impulso del Principe di
Scalea, furono riempiti tutti i canali e furono convogliate le rimanenti
acque in un unico collettore con due sbocchi a mare, l'uno su Mondello
paese, l'altro su Punta Celesi.
Il 28 dicembre 1910
rappresenta una data fatidica per i destini di Mondello, allorquando
"il Ministro della Real Casa, per ordine dato da S.M. il Re,
nell'interesse della popolazione palermitana, consentì alla dismissione
delle terre predette" a favore della Società Italo-Belga "Le
Tramways de Palerme" per la somma di lire 578.310,42 con l'obbligo
di urbanizzare l'area, costruendo 300 villini, uno stabilimento balneare
di concezione moderna, un Grand Hotel, un Kursaal, una chiesa e due
linee tranviarie.
Da quel momento in poi,
la vita di Mondello subisce una brusca accelerazione nel segno di una
raffinata eleganza, insultata però, da gravi episodi di speculazione
edilizia, di abusivismo diffuso, di carenze nel trasporto pubblico e
nella programmazione del settore commerciale.
Tra la prima metà e la
seconda metà del secolo trascorso si registra una modernizzazione
discontinua nella qualità e nella organizzazione degli insediamenti;
una modernizzazione che, partendo da alti profili di efficienza, approda
alla fine a bassi profili di disfunzione amministrativa del territorio.
Spetta, perciò, alla società civile di oggi promuovere, come lo fece
la società civile di ieri, un vero e durevole rilancio di Mondello sul
fronte delle grandi manifestazioni sportive e dei grandi eventi d'arte e
di cultura.
I segni di questa
rinascita non mancano, c'è molta voglia di fare e le realizzazioni
appaiono più che promettenti. Alle soglie del terzo millennio sembra
dischiudersi per Mondello una stagione aurorale che può proiettarla,
ancora una volta fra le più rinomate e amene località d'Europa. Sta
alla nostra capacità di intrapresa tradurre questo sogno in realtà, in
signorile ed elegante qualità di vita sociale.
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