ESISTE SOLTANTO NELL'ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI
PALERMO...
di Francesca Mercadante
Il sette maggio 2003 all'Archivio
Storico Comunale di Palermo, in occasione della Settimana della Cultura,
si presentava l'ultima acquisizione, in ordine di tempo, dei documenti
riguardanti le tonnare di Mondello, Vergine Maria, Arenella e Solanto.
Ordinati entro nove faldoni pergamenacei, il contenuto cartaceo rivelava
una storia lunga tre secoli, da metà del Cinquecento alla fine
dell'Ottocento.
Tale acquisizione si aggiungeva ai
cinque faldoni di documenti già acquisiti dallo stesso Archivio
Comunale, nel 2000, che riguardavano però solo la tonnara di Mondello.
In precedenza, nel 1999 a seguito di una sottoscrizione volontaria
operata da alcuni cittadini fu recuperata una prima miscellanea
documentale, riguardante la vendita della tonnara di Mondello da parte
della Regia Curia a don Alfonso Guglia, che all'occasione assunse il
titolo di Barone della Tonnara di Mondello, e l'esercizio della stessa
tonnara fino alla fine della sua chiusura che avvenne nel 1954 ad opera
degli ultimi proprietari, i fratelli D'Acquisto. Nel frattempo, tra un
recupero e l'altro, sulla scorta del ritrovamento di altro materiale
cartaceo si perveniva ad una esaustiva tesi di laurea, sull'ultimo
periodo, quello del novecento della tonnara di Mondello.
Come sottolineato dalla dottoressa
Eliana Calandra direttrice dell'Archivio Storico Comunale di Palermo,
durante il convegno sulle tonnare, ad oggi il materiale documentale,
sull'esercizio della pesca del tonno sulle coste che da Mondello si
estendono al Capicello ed oltre sino a Solanto pare tutto recuperato.
Ma, a mio avviso, manca all'appello
qualcosa. Una tonnara con il suo pescato e il relativo malfaraggio,
luogo ove la ciurma lavora il tonno, sono elementi fondanti di una
economia territoriale redditizia, pertanto necessitava una sua tutela, a
protezione dei tempi. L'immaginario quanto mai pittoresco mondo dei
pirati, così come a noi odierni appare fantasioso, in verità era una
cruda realtà per chi fosse incappato nella maglia dei corsari. Ben che
fosse, finiva schiavo nei mercati di Algeri e della Tunisia. Così, il
luogo ove ripararsi, per avere salva la vita, era assolto dalla torre di
turno.
In tutti i documenti ad oggi acquisiti
alla pubblica fruizione, della menzione di tutela che aveva la torre di
Mondello, non c'è nessun'ombra, mentre per alcune delle altre torri
delle tonnare, esempio Vergine Maria, si rinvengono capitoli che
addirittura riguardano la sua trasformazione, in dammuso reale,
utilizzato da Ferdinando IV di Borbone, alla fine del Settecento,
durante il soggiorno palermitano. Eppure, persino Gioacchino Di Marzo,
nei suoi Diari della città di Palermo, menziona un attacco da parte di
pirati alla tonnara di Mondello, in cui i tonnarioti dovettero correre
ai ripari entro le possenti mura della torre !
Dove sono i documenti ? E' un giallo
che avrà una soluzione... o cosa ?
Certamente è un tassello mancante alla
storia complessiva di un territorio, che precedentemente al recupero da
parte di quarantatre cittadini, armati solo di un normale e comune senso
civico, non si conosceva.
Oggi che la storia é più chiara,
risulta quasi un danno che manchi, peccato, proprio la parte più
pittoresca. Penso, che sia inutile e quanto mai stupido, che per
collezionismo, o per "accentrismo cartaceo" fine a se stesso, non sia
rivelato alla città, ciò che alla città appartiene, ovvero anche i
piccoli aspetti locali della sua storia. Perciò, fuori dai cassetti
privati i documenti della torre della tonnara di Mondello ! Intanto la
torre sta crollando.
Ma che crollasse davvero ! Così che,
quando i danni sono irreparabili, i proprietari, le amministrazioni, le
soprintendenze, i cittadini, il comune senso della disapprovazione, si
mettono in moto !
Per la verità, abbiamo sperato,
all'alba del terremoto ottobrino dello scorso anno che anche la torre...
Macché ! Nessuno, ma proprio nessuno, ha alzato un dito. Senza documenti
di riconoscimento, ignorata com'è, sarà una torre fantasma ?
Ecco, forse, se a Mondello, come
gioco, dentro una dicerie d'untore, provassimo a inventarci l'esistenza
di una torre fantasma, che tutti vedono ma che non esiste per nessuno;
che nelle notti di plenilunio, don Alfonso Guglia, affacciandosi dalla
finestrella alta, con un arpione in mano lanci strali a proprietari,
amministrazioni, soprintendenze, cittadini e al comune senso della
disapprovazione, affinché l'ultima traccia di una storia lunga secoli
non si dissolva nell'indifferenza massima, forse chissà, la torre
riuscirà pure ad avere l'attenzione mediatica che altrimenti non avrà
mai. Ma come gioco usa e getta, anche questo, finirebbe nel
dimenticatoio. Bel guaio. E allora ? Allora siamo sinceri, una torre
fantasma che tutti vedono ma che non esiste, che sta per crollare per
giunta, non serve a nessuno.
Abbattiamola, abbattiamola e
facciamola finita, quattro auto ci stanno comodamente al suo posto !
Ma l'altra notte, sognai Mondello. Un arpione alzò il collo della mia
camicia, nell'orecchio arrivò forte:
- Pirata !!
- Pirata io ? - risposi
- Don Alfonso, allora era meglio che
i documenti della Tonnara di Mondello li compravano i Giapponesi ?
Accontentatevi di fare ancora il fantasma nella torre fantasma, che noi
qua sotto abbiamo altri problemi. Sono arrivati i tonni, e sono tutti... tonni fantasma.
- Vedi? Vedi? - sentivo dire.
- Turrium necessita est! Piratorum,
giapponesorum, tunno-rum, amministratorum, proprietarorum,
soprintendenzo-rum...
Mi svegliai.
Meno male, i documenti della torre
della Tonnara di Mondello erano ancora nei cassetti di privati, la torre
stava crollando, e tutti assistevano indifferenti.
Meno male era stato tutto un sogno.