L'11 SETTEMBRE DEL '43 QUELLI DI MONDELLO SCOPRIRONO
L'INSOLITO... BAGNANTE
di Fiorella Friscia
In quel lontano settembre del '43, Palermo viveva gli
ultimi scampoli di un'estate che vedeva il Paese lacerato dalla guerra,
con la famiglia reale in fuga, Roma città aperta e gli alleati che
stringevano le forze dell'Asse in una morsa fatale tra l'Abbazia di Monte
Cassino e la linea Gotica. I palermitani cercavano nella spiaggia di
Mondello quel pò di svago che la temperie bellica, con i frequenti
bombardamenti, aveva loro drasticamente negato. La gente che aveva
cercato riparo nelle campagne finalmente ripopolava la città e i ritrovi
ed i caffè storici di Palermo avevano ricominciato a sistemare i loro
tavolini per gli avventori che nei caldi pomeriggi domenicali portavano
la famiglia a prendere il gelato.
C'erano gli americani in veste di "liberatori" e la
loro "verve" contaminava in maniera vivida e stimolante le consuetudini e
le scansioni sociali di una città ancora disorientata e nella quale
facevano appena capolino le ansie e le aspirazioni di una nuova vita. Ed
echeggiavano, dopo un ventennale oscurantismo, le note di Glen Miller, di
Dizzy Gillespie e di Louis Armstrong o di Duke Ellington e Cole Porter,
musicisti che, con i nuovi simboli dell' "american way of life", non
faticavano a fare breccia nei costumi di una società culturalmente
provata, ma estremamente vitale e permeabile a nuovi fermenti. Sulle note
di un languido swing la città ricominciava a vivere.
Fu in tale contesto che il silenzio della notte tra il
10 e l'11 Settembre di quell'anno venne squarciato dal cupo rombo di un
trimotore. Il mattino successivo gli increduli bagnanti di Mondello
videro la grande massa di un idrovolante trimotore, un Cant Z 506 della
regia aeronautica militare italiana, placidamente dondolante in
prossimità della battigia, a due passi dal Beach Club, come era stato
ribattezzato il nostro glorioso stabilimento della Società italo-belga,
che all'epoca era stato requisito, insieme all'Hotel Miramare, dagli
alleati e fungeva da punto di appoggio per le truppe d'oltreoceano.
Come accadeva in tempi post bellici, il velivolo, del
cui equipaggio non si avevano notizie (solo nel '77 l'Aeronautica
Militare , su richiesta di un corrispondente del Giornale di Sicilia,
fornì la spiegazione di quel misterioso evento) e sulla cui presenza nel
nostro lido circolavano le storie più fantasiose, venne nel breve volgere
di qualche giorno letteralmente spogliato di tutto ciò che, a prescindere
dalla destinazione d'origine, poteva essere riciclato o venduto.
Abbiamo rintracciato Cosimo V., all'epoca adolescente,
figlio di pescatori, che viveva in un basso di Mondello. "Non avevo
mai visto un aereo da vicino - ricorda - e mentre mi avviavo con
mio padre e con mio zio a calare le reti, apparve nella foschia del
mattino quella sagoma strana, impressionante, quasi una grande barca con
le ali."
Nei giorni a seguire un vero pellegrinaggio di curiosi,
di bagnanti, ma soprattutto di ragazzini, andavano a riguardare in
spiaggia quel che rappresentava un prodigio, la strana macchina che pian
piano veniva sempre più spogliata ed impoverita di tutte le sue parti, in
una lenta agonia.
Il Cant Z 506, o quel che rimaneva, venne, in seguito,
recuperato dalle forze di occupazione e rimesso nelle condizioni di
volare dalle maestranze delle Officine dell'"Aeronautica Sicula" di
Ducrot, alla Zisa.
Rimase il mistero dell' equipaggio e del suo
Comandante, il Tenente della Regia Aeronautica Egeo Bongiovanni.
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