di Ignazio Mercadante
Nella contrada di Mondello, in prossimità della palude,
sorgeva un fondo agricolo difeso da una torre cinquecentesca conosciuta
come Torre degli spagnoli.
Questo luogo fu aggiudicato nel 1642 dalla
Corte Pretoriana ad Eleonora Valdes e Sala insieme a un fondo limitrofo,
denominato "chiusa della patienza"; nel 1666 la tenuta con la torre e un
baglio agricolo erano passati a don Ferdinando Alvarez de Valdes.
Al tempo del Villabianca, il luogo era diventato di
proprietà della famiglia Castelli conti di Gagliano. Nel 1799 questi
terreni vennero aggregati alla Riserva reale della Favorita. Il re
Ferdinando Borbone, per comodità propria e della sua famiglia, quando si
recava a caccia nella palude di Mondello, fece costruire, nel 1806 una
chiesetta di fronte al baglio Valdesi che dedicò alla Madonna delle
Grazie.
Il re Ferdinando II, intorno al 1830 assegnava a questa chiesa
una messa festiva a spese della Real Casa, fondandovi un pingue beneficio
come attestava una lapide marmorea sopra la porta dell'edificio:
"In
honorem dei parae virginis / templum / deo dicatum/ serenissimi regis
Ferdinandi I / pietate erectum/ anno MDCCCVI / Ferdinandi II feliciter
regnantis / munificentia / ampliori censu dotatum 938".
Nel 1866, la chiesa
fu chiusa al culto e spogliata del suo beneficio. Ma in seguito la Real
Casa d'Italia la riaprì al culto, intitolandola all'Assunta e
contribuendo ogni anno alla festività della titolare. Ciò durò fino al
1906, anno in cui fu stipulato il compromesso tra il Comune di Palermo e
la società belga "Les tramways de Palerme" per l'acquisto dei terreni di
Mondello. Con l'atto di vendita del 1910, il Demanio s'impegnò a non
consegnare la chiesa alla società se quest'ultima non avesse prima a sue
spese costruita la nuova chiesa.
Da quel momento la Real Casa sospese il
legato di messa domenicale. Il vecchio baglio venne demolito per dare
luogo alla sistemazione della zona e rimase la chiesetta ormai chiusa al
culto e il cui rustico fino ai primi del Novecento era visibile nei
pressi dell'attuale piazza Caboto.
Nel 1929, il cavaliere Oreste Mattei donò il terreno
per la costruzione della nuova chiesa, ma la società belga non la
realizzò mai. Nello stesso anno, il Cardinale Lavitrano, su proposta del
cappellano dott. Ignazio Vasta, promosse la costruzione di una nuova
chiesa dedicata a Santa Maria Mater Dei che fu ricavata, su progetto
dell'ing. Giaccone, nel locale usato dalla società italo-belga come
centrale elettrica, in via delle Nereidi, oggi via Mater Dei. Il nuovo
tempio il cui ingresso fu spostato da viale Italia in via Mater Dei,
venne inaugurato dallo stesso Cardinale il 14 agosto del 1934. Titolare
fu designato il sacerdote Ignazio Vasta.
La chiesa fu eretta in
parrocchia il 18 ottobre 1938 con il titolo di Maria Santissima Assunta
Madre di Dio.