Creare un parco
archeologico nel comprensorio della Marinella
di PIPPO LO CASCIO
Il comprensorio archeologico della Marinella alla Fossa
del Gallo di Mondello, formato dalle cinque grotte pedemontane del Gallo (Perciata,
Capraio, Vitelle, Vaccari e Regina e alle quali se n'è aggiunta di recente
una sesta, ovvero la grotta della Caramula), presenta caratteri d'unicità
poiché le suddette cavità, tutte abitate dal Paleolitico superiore, si
configurano come un vero e proprio insediamento primordiale di
cacciatori-raccoglitori vissuti all'incirca 10.000 anni fa. Dai dati
archeologici raccolti in queste grotte, sappiamo che esistono testimonianze
che vanno dal Paleolitico al Mesolitico, all'Eneolitico, all'Età del Bronzo
nella varie e diverse fasi, fino ovviamente al periodo storico e quindi a
quello fenicio-punico.
L'integrità di alcuni luoghi, la suggestione della
morfologia delle grotte, la ricchezza del deposito archeologico in alcune,
ne fanno un insieme unico, di grande potenzialità didattico-turistica. La
ricordata parziale integrità del deposito archeologico esistente in alcune
cavità costituisce una vera ricchezza scientifica che non può non essere
salvaguardata, sia per eventuali future ricerche, sia perché costituisce un
bene non quantificabile, ma di sicuro inestimabile valore data la rarità di
depositi integri in grotta non soltanto in Sicilia ma nell'intero
Mediterraneo. Il talus, costituito di selci, ossidiane e ossa, è
caratterizzato soprattutto da due particolari specie di molluschi marini e
vale a dire i trochidi (Monodonta turbinata e M. articulata) e le patelle
(Patella ferruginea e P. caerulea). In alcune di queste grotte vi sono dei
depositi contenenti la fauna estinta ad elefanti, che
oculate operazione di sondaggio stratigrafico potrebbero
portare alla luce dando significative risposte al complesso problema del
passaggio dall'economia di caccia all'economia di raccolta per passare
infine all'economia agricola. Assieme alle grotte ed ai depositi
archeologici, sono da ricordare le interessanti testimonianze di
frequentazione fenicio-punica in forma di pitture rupestri a carattere sia
epigrafico sia figurativo, in gran parte investigate da monsignor Benedetto
Rocco.
La Grotta Regina si apre alla quota di mt. 130 s.l.m.
alla Marinella alle pendici Nord-orientali di Pizzo Coda di Volpe, in
posizione dominante un vasto anfiteatro roccioso e la distesa marina. I
primi studi su questa celebre grotta risalgono al 1968, anno in cui furono
individuate sulle pareti alcune iscrizioni con caratteri punici, neo-punici
e libici, databili dal V al III secolo a. C, periodo in cui la nostra
provincia fu interessata dalle vicende storiche che vanno dal 480 a. C,
anno della disfatta cartaginese ad Imera, al 241 a. C, data che segna la
fine della I Guerra Punica. Da allora Mondello e la Grotta Regina sono
frequentemente citate sui testi d'archeologia e di storia, per il semplice
fatto che continuano a sbalordire per le eccezionali scoperte che vi si
compiono: oltre a possedere l'unica raffigurazione di nave da guerra
punica; essa, per la grande quantità di preghiere e di suppliche trascritte
sulle pareti, rappresenta, infatti, anche l'unico santuario rupestre
cartaginese scoperto nel bacino del Mediterraneo. Eppure questa grotta, pur
essendo ubicata a pochi passi da Mondello e da Palermo, è poco nota alla
maggior parte degli abitanti e le vie d'accesso sono ancora prive di
cartelli turistici che ne consentirebbero una maggiore fruibilità. Di
contro, per gli studiosi, la grotta Regina rappresenta un punto di
riferimento non solo per gli epigrafisti, che hanno così arricchito il
vocabolario della lingua punica, ma soprattutto per gli archeologi e per
gli storici, che hanno aggiunto al loro bagaglio culturale conoscenze su
questo popolo di naviganti e di commercianti, soprattutto per quanto
concerne la religione ed il pantheon delle numerose divinità, invocate
nelle preghiere e nelle suppliche. Se a Palermo il "fenomeno" Grotta Regina
è poco noto, altrove il santuario fenicio-punico ha avuto la capacità di
coinvolgere centinaia di migliaia di persone, come è avvenuto a Venezia
alla mostra "I Fenici" tenutasi a Palazzo Grassi nel 1988. Certo che se un
folla simile fosse dirottata a Mondello a vedere di
persona i luoghi, anziché osservare foto o i disegni in un'asettica mostra,
ciò si tradurrebbe in una grande ricchezza economica per la collettività
locale e per la città tutta. Nel concepimento della planimetria del Parco,
dove andranno ad essere inserite le sei grotte della Marinella, si dovrà
tenere conto di una vasta area di rispetto che potrà salvaguardare l'esatta
lettura e l'integrità contestuale dei siti archeologici. Data l'importanza
scientifica e culturale che assumono le grotte del monte Gallo, ben
inserite in una felicissima posizione rispetto alla città di Palermo, è
impensabile che tali BB Archeologici siano stati posti nel dimenticatoio
dalle persone preposte alla loro tutela e fruizione. Il complesso
archeologico diverrebbe un caposaldo della preistoria siciliana ed un punto
fermo della rinascita culturale della stessa città.
E' utile ricordare il recente sensazionale ritrovamento
di un relitto di una nave punica del III secolo a. C, a ridosso dell'area
del Parco ed antistante la grotta Regina. La scoperta offre maggiore lustro
all'intero patrimonio dei Beni Archeologici e Naturalistici del Gallo, che
annovera ancora una rada macchia mediterranea (lungo la scogliera vegeta
l'endemico Limonium panormitanum, che ha popolato la fascia terrestre a
poca distanza dal raro Trottoir a vermetì). Ci preme ribadire che il
comprensorio della Marinella o della Fossa del Gallo costituisce un unicum
preistorico ed un'eventuale sua perdita sarebbe gravissima sia per la
scienza, poiché verrebbe meno un formidabile "archivio" di dati sulla più
antica storia dell'uomo in questa porzione della nostra Isola posta al
centro dei traffici del Mediterraneo, sia soprattutto per la società
civile, poiché verrebbe meno un'essenziale testimonianza per avere
coscienza della propria storia e dello sviluppo economico. Con la creazione
del "Parco Archeologico della Fossa del Gallo", il monte Gallo, rilievo che
accomuna valenze di carattere naturalistico, geologico, paleontologico e
paesaggistico diverrebbe al più presto un'oasi di ricreazione urbana che
non soltanto consentirebbe di conservare un tratto intoccato della nostra
costa, ma fornirebbe soprattutto uno squarcio di conoscenze sulla nostra
storia più remota. La creazione del Parco Archeologico potrebbe accelerare
una ricerca rigorosamente multi disciplinare e soprattutto naturalistica
per ricostruire quelle che sono state le tappe dei passaggi dei meccanismi
di mutamento culturale, sociale, economico, tecnologico dell'economia di
caccia all'economia di produzione agricola e di produzione alimentare,
quindi agro-pastorale. Nonostante i saccheggi e le devastazioni, è
possibile realizzare un vero e proprio parco integrato, per inserirlo nella
già esistente Riserva terrestre e in quella futura marina in via
d'attuazione, dove valenze naturalistiche e geologiche possano convivere,
senza elidersi, con testimonianze uniche di vita antropica.
Con l'istituzione del "Parco Archeologico della Fossa del
Gallo" e della "Riserva marina d'Isola delle Femmine e Capo Gallo", grazie
alle già citate ricchezze delle manifestazioni d'arte rupestre e delle
future potenzialità di scavi, al pari dei comprensori francesi e spagnoli,
Palermo e Mondello diverrebbero punto di riferimento per tutti gli
studiosi, ma anche per gli appassionati o per i semplici curiosi, poiché
qui alla Fossa del Gallo, in quegli archivi naturali, in quelle sequenze
stratigrafiche che ci possono illuminare, resistono ancora le testimonianze
di quella che è stata una delle prime forme di vita di quest'Isola e forse
di tutto il bacino del Mediterraneo.
Un "Mare pulito", un paese accogliente con prezzi
contenuti, i BB Archeologici della Piana (ville settecentesche, torri,
ville del liberty, qanat) fruibili, la Riserva terrestre di "Monte Gallo,
la futura Riserva marina di "Isola delle Femmine e Capo Gallo" ben gestite
e il "Parco Archeologico della Fossa del Gallo", saranno la carta vincente
ed il futuro d'oro di Mondello.