LA GROTTA DELLA MAZZARA, LA GROTTA DELL'OLIO, IL
FOSSO, L'ORLATA DELLE CORVINE: PAESAGGI DI UN FANTASTICO MONDO SILENZIOSO
CHE APPAGANO IL NOSTRO SPIRITO D'AVVENTURA.
di UMBERTO TRAPANI
Quando si dice subacquea si dice emozioni diverse dal
consueto, fascino del silenzio, immagini fantastiche ma più di tutto si
sottintende ricerca, esplorazioni di un mondo che non è il nostro eppure è
pronto ad accoglierci per rivelarsi in tutta la sua suggestività. E a noi
che viviamo ai bordi del mare l'invito è lì, quotidiano, pronto a essere
raccolto solo che se ne abbia la voglia e, non dimentichiamo, la
preparazione per affrontare quelle esperienze inedite.
Ci riferiamo a
immersioni "sotto casa", a passeggiate lungo pareti di gorgo-nie
sfavillanti, a percorsi in grotte sommerse che approdano a spiagge scavate
nella roccia, a itinerari biologici, alla scoperta di vestigia
ar-cheologiche e di reperti di un passato non molto lontano e a tanto altro
ancora da riempire il calendario di immersioni di tutta una stagione
subacquea e anche più.
Non parliamo delle realtà sommerse incontaminate dei
piccoli arcipelaghi attorno all'Isola ma di quell'altrettanto affascinante,
esteso terreno di scoperta che è lo specchio di mare compreso tra punta Celesi e l'intera area di Capo Gallo, vero e proprio scrigno di bellezze
sommerse in poco meno di quattro chilometri di costa lungo cui, a dispetto
di tanta ingenerosità e trascuratezza dei suoi frequentatori, la natura
continua a rivelare risorse inesauribili di difesa e di sviluppo.
La
perfezione dell'ecosistema è evidente già nello stato delle grandi praterie
di posidonie che coprono i fondali del golfo di Mondello, un habitat ancora
favorevole alla colonizzazione di queste preziosissime piante che si
rigenerano e continuano lentamente a estendersi nonostante le periodiche
aggressioni di agenti inquinanti provenienti dalla costa.
E se è vero che
natura e storia sono ovunque un binomio inscindibile si comprende perché
anche queste realtà sommerse così vicino a noi non smettono di regalarci
sorprese entusiasmanti legate a quel passato illustre che vide Mondello
(certamente a partire dal 1400 e almeno sino al 1793) sede di una tonnara
tra le più attive della costa. A quegli impianti appartengono le ancore
ritrovate nell'area compresa tra la Torre e il faro di Capo Gallo e si deve
all'iniziativa di alcuni esperti subacquei (gli operatori dell'associazione Tecnomare) se alcune, ancora integre nei fusi e nelle marre, sono state
recuperate, salvandole da una probabile asportazione causata dalle
pericolose reti a strascico.
Ma il più suggestivo terreno di scoperta resta
quello dei fondali oltre il faro di Capo Gallo, non a caso oggetto di
costante interesse da parte delle maggiori comunità scientifiche e -come
sembra ormai certo - area di imminente elezione a riserva marina. Qui le
sorprese cominciano nella stessa frangia di roccia che circonda gli scogli
della Baia del Silenzio dove la vita è ricchissima e, a parte le alghe di
varia natura, è facile l'incontro con gasteropodi, attinie e pesci diversi
come le bavose, gli scorfani, i labridi, abituati a vivere nelle cosiddette
pozze di scogliera.
Vicinissima a questa prima oasi biologica si apre la
Grotta della Mazzara, un lungo passaggio sommerso con un grande
ingresso a cinque metri sotto la superficie del mare e un'estensione di
quasi settanta metri al termine dei quali si approda a una spiagetta di
sabbia convergente verso il fondo della cavità. Si ripete qui l'emozione di
illuminare con i fari la presenza di rocce dalle bellissime venature rosa
mentre dall'alto pendono rari pezzi di stalattiti un tempo certamente
estese sino alla base della grotta.
A circa metà strada tra questa grotta e Punta Barcarello
si trova la ben più famosa Grotta dell'Olio il cui fondo è formato
da sabbia e rocce levigate e presenta ai lati molti cunicoli sommersi,
alcuni con sifoni che portano in camere con aria ma la loro esplorazione è
decisamente consigliata ai più esperti.
Al contrario ci si sente di indicare a quanti amano la
suggestione dei controluce e dei passaggi in penombra ma senza rischi i
fondali del golfetto di Barcarello dove archi, anfratti, piccole grotte
con tre o quattro entrate si susseguono a poca profondità soddisfacendo
anche i più esperti, specie se "armati" per catturare le immagini di questa
oasi di mare.
Ma le sorprese di Capo Gallo non si esauriscono solo
viaggiando sotto costa. Almeno due altre esperienze è possibile vivere
allontanandosi solo di pochi metri dalla scogliera. La prima immersione
consigliata è quella effettuabile a una batimetria che da 25 m. scende sino
a 36 m. Tra i pescatori della zona il luogo è meglio conosciuto come"ilFosso"
e per raggiungerlo è indispensa bile un'imbarcazione in quanto dista
dalla costa circa 250 m.
Una volta identificato il punto esatto di esplorazione,
conviene ancorare l'imbarcazione sul bordo est del fosso ricordando che il
luogo è abbastanza ridossato dai venti di levante (predominanti nella
stagione estiva) ed offre più appigli all'ancora. In caso ai venti da nord,
anche le escursioni assistite da guide subacquee sono sconsigliabili e
l'esperienza insegna che forzare la mano in questi casi può essere assai
rischioso. La visibilità, specie a inizio estate, è ottima per la quasi
assenza di correnti.
Il fondale comincia a degradare a -25, quindi si
affronta una parete che si arresta a -36. Non è raro in questo tratto di
mare incontrare saraghi. La vegetazione è abbastanza variegata e sulla
parete nord per i fotografi è possibile imbattersi in qualche ramo di
gorgonia. Con molta cautela è possibile fotografare splendidi spirografi
sul fondo o imbattersi in qualche esemplare di "pinna nobilis". Come in
tutto il resto della costa è inoltre facile fare qualche incontro con
polpi, murene e, per chi ha l'occhio allenato, non è difficile notare
qualche grosso esemplare di scorfano. Altrettanto esaltante ma certamente
più impegnativa la seconda escursione che questo tratto di mare offre ai
subacquei più esperti ai quali in ogni caso si consiglia di pianificare con
cura ogni particolare della discesa.
Il sito proposto è una bellissima orlata denominata
"l'orlata delle corvine" anch'essa a poco meno di 300 metri dalla costa
di Barcarello.
Il gradino ha inizio alla profondità di -30 e prosegue
con un salto di circa 16 m. fino raggiungere un fondale di sabbia a -46 m..
Alla base della parete, tra gli anfratti di roccia dove la vegetazione è
fiorente e si fa ammirare per i variegati cromatismi, è facile imbattersi
in diverse varietà di pesce tra cui saraghi, occhiate e murene. Ma la
prerogativa del posto è l'incontro con alcune corvine che potrà effettuarsi
soltanto se si conoscono le abitudini di questo elegantissimo pesce.
Condizione indispensabile per ammirarne le sinuose evoluzioni è dotarsi di
illuminatori di potenza adeguata in grado di scrutare nell'oscurità delle
tane dove questi pesci si muovono più di consueto. Riuscire poi a
riprendere queste creature con telecamere o con apparecchiature
fotografiche non è impresa da poco data la loro naturale diffidenza; motivo
per cui la pazienza e l'immobilità diverranno le armi migliori per
assicurarsi immagini nitide e ravvicinate. Non si dimentichi in ogni caso
che la profondità ha il suo prezzo e che a certe quote le permanenze sono
necessariamente brevi; quindi non ci si lasci trascinare dai pur
comprensibili entusiasmi e si rispettino le regole di immersione.
Mondello
e il suo mare sono tesori rari come si vede; meritano di essere conosciuti
e documentati ma principalmente vanno difesi. Non c'è strada diversa per
conservarli, non c'è obiettivo migliore per chi dichiara di amare il grande
patrimonio naturale e storico che la nostra realtà locale ci offre.
>> Visita il sito di
Umberto Trapani <<
|