ULTIMATA NEL 1924 E INAUGURATA DA
BENITO MUSSOLINI, ESSA HA CONOSCIUTO MOLTE CHIUSURE AL TRAFFICO PER CADUTA
MASSI: L'ULTIMA DURA DA BEN DICIOTTO MESI. LAVORI COMPLESSI ED
ECONOMICAMENTE ONEROSI. INTERVISTA CON L'ARCHITETTO GIOVANNI SCHEMMARI.
di FIORELLA FRISCIA
All'inizio era un sentiero, utilizzato per trasportare a
dorso di mulo i materiali per la costruzione del santuario su
Monte Pellegrino, atto dovuto, questo, a Santa Rosalia che aveva liberato la
città da una grave pestilenza. La devozione dei cittadini e la necessità di
rendere accessibile il luogo ai pellegrini indussero il Sindaco di allora a
realizzare una strada sul tracciato preesistente, che; aveva un andamento a
zig - zag e molto ripido. La strada completata nel 1650, dopo qualche tempo
risultò inadeguata alle esigenze dei devoti. Venne, pertanto, progettata e
costruita, tra il 1674 e il 1725, la cosiddetta "strada nuova ". Questa,
rispetto alla vecchia, presentava un tracciato più comodo e agevole che,
dal piano delle falde di Monte Pellegrino (l'attuale piazza Generale
Cascino) arrivava alla spianata della grotta dove riposano i resti della
Santa eletta Patrona della città.
Per compiacere le aspettative dei fedeli vennero seguiti
nella costruzione criteri, senza dubbio, moderni. Infatti, la "strada
nuova" era larga tre o quattro metri, abbastanza per consentire un ordinato
fluire alla massa dei pellegrini in processione; e le prime quattro rampe
erano sostenute da piloni raccordati in alto da archi a tutto sesto. Per
tre secoli i palermitani affrontarono il faticoso percorso, ricorrendo a
tutte le risorse che la fede poteva offrire, considerata la funzione
espiativa di siffatta prova, per rendere omaggio alla "Santuzza".
Se andavano rispettati i diritti e le esigenze dei
credenti, anche il progresso reclamava un minimo di considerazione. Era
l'epoca dei grandi investimenti per nuove infrastrutture che fossero
funzionali all'espandersi e al consolidarsi dei miti del modernismo. Sicché
il Comune, nel 1896, deliberò il finanziamento e la realizzazione di una
strada percorribile dalle automobili. La progettazione venne dal Prosindaco
Pietro Bonanno (da cui prese nome la strada) affidata a un tecnico di gran
nome, l'architetto e ingegnere Giuseppe Damiani Almeyda. I lavori ebbero
inizio nel 1903 e, a causa della guerra, ultimati nel maggio del 1924. Ma
la strada, che si appropriò del nome di "strada nuova", togliendolo a
quella preesistente che fu ribattezzala "scala vecchia o antica ercta" fu
aperta al pubblico un mese dopo il 10 luglio data coincidente con il terzo
secolo del ritrovamento delle ossa della Santa; e ad inaugurarla fu Benito
Mussolini. A differenza dell'antica ercta, la Strada Nuova soffre di
endemiche fragilità: la montagna, così cara alla Santa e ai palermitani,
mal tollera le ferite inferte ai suoi fianchi e ciclicamente mostra una
testarda indisponibilità a consentire il transito a veicoli di ogni
genere. I palermitani hanno accettato con rassegnato stupore i "capricci"
della montagna e le frequenti chiusure al traffico di via Bonanno, l'ultima
delle quali risale a circa un anno e mezzo fa. La Strada Nuova termina
sulla spianata dei Santuario e si collega con quella panoramica di più
recente costruzione che giunge a Valdesi e offre dai suoi tornanti una
suggestiva visione aerea di Mondello e del sue) golfo. Tutto il tratto
della panoramica è percorribile, ma non è possibile proseguire per la
città: e questo turisticamente rappresenta un handicap per la
valorizzazione della borgata.
Per fare il punto della situazione attuale ci siamo
rivolti a un tecnico di grande competenza e di gentile disponibilità,
l'architetto Giovanni Schemmari, già Capo settore all'Urbanistica e oggi
Capo del Dipartimento Area Tecnica del Comune. A lui e all'architetto
Vadalà si deve, tra l'altro, l'elaborazione del nuovo Piano Regolatore di
prossima pubblicazione.
- A quali cause, architetto Schimmenti, è ascrivibile
l'inagibilità di via Bonanno?
"Si la via Bonanno che l'area ad essa limitrofa,
prospiciente la via cardinale Rampolla, ricca di insediamenti di vario
tipo, sono da sempre soggette a cadute di massi, quindi, costituiscono un
pericolo costante1 per cui si rende indispensabile chiuderle al traffico".
- Come si spiega che in aree soggette a simili
fenomeni esista la presenza di strutture abitative?
"Oggi probabilmente non sarebbe più consentito
costruire in zone che1 presentano questi rischi; ma in passato, era fuori
dalla prassi procedere a indagini o perspezioni geotecniche prima di
realizzare complessi residenziali o altro genere d'insediamenti. Tuttavia,
chi decide eli andare ad abitare in queste zone sa perfettamente a che cosa
va incontro".
- A che punto è l'opera di consolidamento del
costone del monte e quanto prevede che dovrà protrarsi la chiusura di via
Bonanno?
"La strada verrà presumibilmente riaperta entro
il giugno dell'anno prossimo. I tempi lunghi della chiusura sono legati
alla complessità dei lavori che consistono, per dirla in soldoni,
nell'inchiodare la grande lastra pericolante al corpo roccioso. Si tratta
di lavori molto impegnativi anche sotto il profilo finanziario".
- Che garanzia di sicurezza offriranno questi
lavori?
" La sicurezza dipende dalla possibilità che
l'accentuazione dei rischi di caduta massi offra almeno un margine di
prevedibilità, anche esigua, e non dalla definitività dell'intervento, il
quale, per motivi tecnici intrinseci, non può essere considerate)
risolutivo. Nel frattempo, se i palermitani, sulle orme di Goethe, vogliono
ammirare dall'alto il prodigioso spettacolo di Modello e del mare, possono
fruire della strada panoramica.