In questa via la rivendita va occupando lentamente il posto dell’officina
del fabbro. Ancora qualcuno, davanti alla sua bottega, fabbrica piccoli
lanternini, battendo con colpi sincronizzati la lamiera sull’incudine e,
creando inconsapevolmente ritmi diversi, riproduce antichi modelli che si
usavano nel periodo in cui non era stata ancora diffusa l’energia elettrica
o nel triste periodo della guerra. Il nome di questa via richiama la vecchia
lavorazione delle caldaie (quarara). Oggi questo tipo di lavorazione resiste
con una sola bottega situata vicino al cimitero di S.Orsola , ed un’altra
contigua al Ponte dell’Ammiraglio. In ambedue i calderai stanno per strada
tra i grandi recipienti di rame e battono a tempo cantando.
La lavorazione dei vimini e del
finocchino e, più raramente, del giunco e del bambù, si è
anch’essa adeguata, al pari delle altre tradizioni, alle trasformazioni
intervenute nel tempo. I raccoglitori che stazionavano nei pressi del fiume
Oreto, oggi non esistono più, anzi è proprio il giunco a non esistere più
sul fiume Oreto, e gli artigiani che da essi si rifornivano, oggi importano
le materie prime ed eseguono anche su ordinazione, mobili ed oggetti
pregevoli, divani, letti, appendiabiti e carrelli. Dei vecchi artigiani,
l’unico ancora presente si è stabilito in Via Volturno con il suo
banchetto, e si esibisce con intrecci e curvature.
Una vasta esposizione di questi prodotti, ovviamente costruiti altrove se non
addirittura d’importazione, si trova in alcuni posti strategici ad alta
densità di traffico (più gente, più clienti potenziali), alla Cala, lungo
il Foro Italico, negli spazi adiacenti la Fiera del Mediterraneo e, in alcune
occasioni come la fiera di Pasqua, anche in piazze più interne della
città.
In via dei Carrettieri un tempo si
stabilirono molti costruttori e conduttori di carri, dando così il nome alla
via. Scomparsi i carri e i carrettieri; con l’avvento delle automobili, gli
artigiani, di loro iniziativa, si sono “riconvertiti” trasformandosi in
costruttori di luminarie. Chi pianta assi di legno, chi inventa forme
particolari, fili elettrici di ogni genere, portalampade e lampadine
multicolori accatastate in attesa di essere introdotte in quelle forme
bianche che daranno luce e colore alle varie feste patronali e di quartiere.
Ed è interessante vederli all’opera mentre montano le luminarie: un paio
di scale, l’uso sapiente delle funi ed ecco che in un attimo la luminaria,
spesso composta da migliaia di lampadine, viene issata all’altezza giusta,
tassello di un gigantesco tunnel che la sera illuminerà la via.
Per antonomasia, la strada delle calzature è la Via
Sant’Agostino, ma negozi di scarpe a Palermo ce ne sono in ogni
quartiere. La città, infatti, vanta una nobile tradizione calzaturiera e
molte piccole fabbriche lavorano a pieno ritmo esportando anche i loro
prodotti.
I negozi più chic si trovano nelle nuove strade salotto della città ed è
facile individuarli. In
Via Sant’Agostino si possono invece acquistare calzature alla moda e a buon
prezzo. Le scarpe sono esposte anche al di fuori della bottega, accatastate
in banconi che vengono smontati e rimontati ogni giorno. Ai negozi di
calzature si sono uniti altri negozi che vendono abbigliamento, biancheria
intima, calze, tendaggi e stoffe per confezionare abiti, anch’essi
rigorosamente esposti al di fuori del negozio, per facilitare la
contrattazione tra cliente e commerciante, pratica molto usata in questo tipo
di vendita.
Sulla Via Bandiera, che è il proseguimento
della via Sant' Agostino, si commerciano prevalentemente articoli che
riguardano abbigliamento, sia all’interno dei negozi sia per la strada.
Nelle vie limitrofe alcune fabbrichette realizzano, su ordinazione, bottoni
di tutte le specie e materiale, insieme a fibbie per scarpe, borse e cinture.
Sono altresì presenti le Modiste, che realizzano cappelli e abiti da sposa e
da cerimonia, applicazioni di moda assemblate da mani abili.
[nelle adiacenze: il teatro Biondo, la “vuccirìa”,la chiesa S.
Domenico,l’oratorio S. Zita, il Conservatorio]
’E Casciara (Ai Cassàri) si fabbricavano casse, scale di legno, tavoli
tondi e “mizzini”, “pili”, “seggi di zabbara” e altri oggetti di
legno meno pregiato. La via, in ossequio al tipo di attività, porta ancora
il suo antico nome. Manufatti
di cuoio si potevano trovare in un’antica strada che conduceva alla
Basilica di San Francesco, la Via Cinturinai, odierna via Paternostro,
dove ancora esistono diversi negozi che vendono articoli in pellame: borse di
una certa qualità, valige di tutti i tipi e forme, cinturini, borselli e
altri articoli che utilizzano questo tipo di materiale.
Nella medesima via alcuni artigiani oltre a vendere questo tipo d’oggetti,
li producono a richiesta per una clientela più esigente e, nello stesso
tempo, si occupano della riparazione di
prodotti in pelle.
[nelle adiacenze: la chiesa
di S.Francesco d’Assisi, la antica focacceria].
L’antiquariato a Palermo ha un passato di
tradizione illustre. La zona delle botteghe è concentrata lungo il Corso
Alberto Amedeo ,e accanto a loro operano diversi laboratori di artigiani
(tornieri, verniciatori, stuccatori, intagliatori ecc…) che si dedicano al
restauro. Molti di questi occupano anche le zone limitrofe, come Via D’ossuna.
A ridosso di questi operatori esistono le bancarelle del Mercato delle
Pulci (al Papireto).
[nelle adiacenze: il Palazzo
Reale, il Giardino d’Orleans, la Cattedrale].
Chi deve acquistare una bicicletta o qualcosa di
equivalente trova una sterminata varietà di prodotti in Via Divisi.
Qui troverà anche tutto quanto riguarda questi prodotti, officine per le
riparazioni, pezzi di ricambio, potrà farsi assemblare qualche prototipo di
ciclo, insomma veramente tutto! Nonostante la bicicletta a Palermo sia un
mezzo di locomozione poco usato e, di conseguenza, molte officine ciclistiche
si sono “convertite” al ciclomotore, sicuramente più diffuso.