Poste all'altezza di circa tre metri
dal piano di calpestio, esse hanno le
dimensioni di 15 x 15 cm; venivano
fabbricate a Palermo, negli opifici di
ceramiche di Valenza situate nella
contrada Palagonia, smaltate con colore
bianco e contornate in giallo e nero, e
riportano il nome del mandamento, la
sezione e il numero dell'isola.
Alcuni curiosi si chiederanno cosa
rappresentano queste piastrelle, che
furono attaccate in grande quantità sui
muri della città antica e che oggi fanno
bella mostra di sé sui banconi dei
rigattieri, come oggetti d'antiquariato.
Codeste mattonelle, nel periodo in
cui i quartieri dei 4 mandamenti
cittadini erano racchiusi all'interno
della città murata, distinguevano gli
antichi isolati, detti anche "isole",
cioè i complessi edilizi delimitati da
vie e piazze pubbliche. Ciascuna
mattonella conteneva i dati relativi
alla posizione dell'isola.
Ciò nacque nel periodo borbonico, per
disposizioni governative emanate nel
1792 per la città di Napoli e di
conseguenza nel resto del Regno delle
due Sicilie.
A Palermo la numerazione degli
isolati con mattoni "stagnati" fu
iniziata nel 1802 e, unitamente a questa
disposizione, venne sancito che le
targhe recanti il nome delle strade,
delle piazze e dei vicoli, dovevano
essere incise su una lastra di marmo
bianco avente la cornice in "marmo
barbiglio", varietà di marmo pregiato di
tinte bigie proveniente dalle alpi
apuane.
I numeri civici dovevano essere in
mattoni di ceramica stagnata, di colore
bianco con bordo giallo e nero, al
centro delle quali si evidenziava il
numero in colore nero.