Nei
giorni successivi un gruppo di fedeli, capeggiati dal tappezziere signor Micale,
scelsero un luogo nella Piazza del Monte di Pietà e la inserirono nella parete
di un palazzetto di fronte all'istituto dei pegni dove ancor oggi si può
guardare con ammirazione e devozione.
Da allora la devozione e l’ammirazione
da parte degli abitanti hanno fatto nascere un comitato che da sempre,
tassandosi direttamente o raccogliendo i fondi porta a porta o questuando per
la strada, organizza il tradizionale "festinello", che si svolge durante i festeggiamenti
del festino per onorare la "Santuzza" e la figura del leggendario cacciatore.
Difatti si suole affermare che non c'è festa a Palermo se non si fa il
festino a Monte di Pietà, "a Santuzza du Munti".
Il comitato è
composto da cinque persone, al signor Micale é succeduto il figlio che
continua l'operato del padre.
Da sempre, a proprie spese, costruisce un
infinitesimo Monte Pellegrino, in cima al quale c'è un antica testa di S.Rosalia, la grotta e la statua del cacciatore. In quei giorni l'edicola
votiva viene "apparata" con grandi festoni, illuminata da parecchie
luci e adornata da una gran quantità di fiori offerti dai devoti che
riconoscenti continuano ad offrire ex-voto per grazia ricevuta.
Ai piedi della cappella è sistemato un gran tabernacolo di vetro che
contiene una copia della statua della Santa a grandezza naturale e nella
classica posizione sdraiata, commissionata dal sig. Miccichè ed eseguita dal
professor Sammartano nel 1975 in materiale gessoso.
L’abito rivestito di
lamine dorate, la rende tale e quale a quella che è esposta nel santuario di
Monte Pellegrino. I giuochi, le canzoni e i cantanti napoletani, le luminarie pluricolorate, animano questo fervido culto che per tradizione è ascritto
nella cultura palermitana.