E' tradizione palermitana
(Palermo è l'unica città d'Italia dove si festeggiano i defunti...) secondo
la quale, per la festa dei morti, i genitori regalavano ai bambini dolci e
giocattoli, dicendo loro che erano stati portati in dono dalle anime dei parenti
defunti. |
"I Pupa ri zuccaru": zucchero scolpito
e colorato qui
a forma di
Paladino di Francia !
Di solito per i maschietti erano armi: pistole a tamburo con tanto di
fodero o fucili con il tappo che era attaccato tramite un laccio, ispirati a
modelli western; c'erano pure costumi da indiani /quelli d'America) con archi e
frecce.
Queste ultime
avevano una ventosa che non si attaccava mai, se non si inumidiva con una
"liccata" della lingua.
Per le bimbe: bambole ricciolute,
passeggini, assi da stiro, fornelli e pentolame. I più facoltosi regalavano
tricicli e biciclette fiammanti.
Al mattino miracolo! Bisognava trovare il
regalo nascosto in un punto insolito della casa, nella notte tra l'1 e il 2
novembre.
La sera prima si nascondeva la grattugia perché si pensava che i
defunti, a chi si fosse comportato male, sarebbero andati a grattare i
piedi !!!
La festa ha un origine e un significato che si
collegano certamente ad antichi culti pagani e al banchetto funebre, un tempo
comune a tutti i popoli indo-europei, di cui si ha ancora un ricordo nel "consulu
siciliano" (era il pranzo che i vicini di casa offrivano, dopo che il
defunto era stato tumulato, ai parenti che avevano trascorso).
E' stato osservato che il significato della
strenna dei morti è duplice: offerta alimentare alle anime dei defunti e offerta
simbolica, nei dolci a forma umana, come assicurazione alle anime dei defunti
in maniera che, cibandosi di essi, è come se ci si cibasse dei trapassati stessi.
Celebri tra questi dolci sono quelli antropomorfi,
cioè a forma umana, quali
"i pupi ri zuccaru" detta Pupaccena: una
statuetta cava fatta di zucchero indurita e dipinta con colori leggeri con
figure tradizionali (Paladini, ballerini ed altri personaggi del mondo
infantile) o di pasta di miele o i
biscotti detti "ossa ri muortu".
Al mattino si impone la
tradizionale "muffulietta", un tipo particolare di pane (spugnoso e
morbido) con poca mollica che si "conza" (si prepara) con OLIO, ACCIUGA,
ORIGANO, SALE E PEPE con la variante del POMODORO fresco.
I frutti di martorana, fatti
con pasta di mandorle e poi dipinti, sono spesso vere opere d'arte per la
straordinaria somiglianza a quelli veri: nespole, castagne, pesche, fichidindia, arance e tanti altri che riempiono, associati al
"misto" (u ruci mmiscu): il dolce misto fatto da rimasugli di
biscotti impastati una seconda volta, bianco per la velatura di zucchero e
marrone per la presenza di cacao;
U CANNISTRU, con frutta secca, fichi secchi
e datteri e che riempie la base , la martorana e i biscotti, 'a MURTIDDA e il
tutto sormontato dalla Pupaccena.
Per renderlo più scintillante bastava
aggiungere dei cioccolattini con carta stagnola e filamenti di carta di
diversi colori.
Evidente che, nel tempo, a queste strenne in dolci
si sono andati via via aggiungendo altri regali, trasformando un culto che
affondava le sue radici nel mondo pagano in una vera e propria festa.
E' da tener presente che nella provincia di
Palermo, dove fino a qualche anno fa non esisteva ancora l'usanza di scambiarsi
doni in occasioni delle feste di Natale, la tradizione si è mantenuta più viva
che in altri luoghi della Sicilia.
Anticamente il due novembre, giorno della
commemorazione dei defunti,quando ancora non erano in uso i
cimiteri, i palermitani andavano nelle varie cripte della città per rivisitare i propri
defunti: lavarli, pettinarli, rivestirli ed esporli per l'anno successivo. Una
tale usanza è ancora visibile in quanto
la
grande cripta dei Cappuccini che ospita 8000 corpi imbalsamati è tuttora visitata nel giorno della
commemorazione dei defunti.
La Fiera dei Morti a Palermo attualmente si svolge presso il rione S.Pietro, alla Cala ma, originariamente, veniva svolto all' Olivella, subito
dopo Piazza Massimo, ma anno dopo anno cambia "zona": variopinte bancarelle offrono ai vari visitatori nonché ai
genitori l'opportunità di potere acquistare giocattoli, vestiario, dolciumi di
ogni genere per preparare il tradizionale "Cannistru".
|