L’inizio della coltura del Kaki a Misilmeri
e la consequenziale commercializzazione dei suoi frutti si presume che
risalga al periodo che va dal 1925 al 1930 con poche piante impiantate in
alcuni frutteti familiari, che in concomitanza alla morte di piante di
agrumi, dovuta molto probabilmente alla imposizione del terreno.
Trovato il suo habitat favorevole,
successivamente tra il 1935 e 1940 gli agricoltori pensarono bene di
estendere tale coltivazione ad una più ampia superficie.
La coltura si cominciò ad espandere
rapidamente tanto che nell’arco di un ventennio giunse ad occupare una
superficie ben consistente divenendo quasi uniforme.
I terreni su cui tale coltura si è
insediata, sono ascrivibili a due particolari associazioni di suoli:
regosuoli da rocce argillose e suoli rossi mediterranei.
I primi risultano più diffusi nella zona
orientale del paese dove è presente un contenuto medio di argilla con
presenza elevate riserve di potassio e quasi prive di azoto e sostanze
organiche.
I secondi che interessano la parte
occidentale del paese, sono di un colore rosso vivo, con la presenza
argilloso-sabbioso dove si evidenziano i carbonati che sono assenti nei
primi, entrambi danno la possibilità di drenare l’acqua che in realtà
potrebbe essere dannosa e procurare fradiciume alla coltura.
La varietà più ragguardevole è coltivata a
Misilmeri ed è quella di vaniglia, la sua raccolta avviene comunemente nel
seme di ottobre quando ancora la polpa è verdastra, con una tecnica
manuale particolare dove i frutti raccolti quasi immaturi vengono
strappati ai rami, ancora verdi, appesi ad essi da un ridotto e vigoroso
pedicello che si diparte dal calice del fiore che lo ha generato.
Il frutto così raccolto viene immesso in un
cassone “cascuni” foderato di carta robusta (tipo adatta per i sacchi di
frumento) e coperto, dove deve avvenire la cosiddetta “ammanzimento”, cioè
deve perdere la “allappatura”, il frutto acerbo inizia il suo mutamento
dalla buccia sottile ed ancora giallognola al colore arancio-mattone, qui
si perde il tipico effetto astringente al palato provocato dall’elevato
contenuto di tannino che maturando fa aumentare gli zuccheri e da al
frutto una platina di polvere bianca e molto gradevoli al gusto.
Ma è soprattutto la presenza dell’acetilene
che posta in ogni cassone avvolta in mezzo ad un foglio di carta che
sprigionando calore fa maturare il frutto evitando di rompersi durante la
raccolta.
Anche in casa comunemente per accelerare la
loro maturazione si possono lasciare vicino a frutti che sprigionano
etilene, come mele e pere.
Frutto dalle qualità organolettiche
copiose, contiene beta-carotene, vitamina C e potassio, raggiungendo la
piena maturazione è molto energetico per le sue fonti zuccherine allo
stato di glucosio, ha poco potere calorifero, carico di fibre e mostra
proprietà diuretiche perché ricco di calcio e potassio ed è un buon
depuratore per il fegato.
Da alcuni anni a Misilmeri si cerca di
valorizzare questo frutto, vengono organizzati dei convegni e sagre dove
si cerca di intraprendere una nuova strada per poterlo sfruttare al di
fuori del consumo come frutta fresca.
La locale associazione “Circolo cultura ed
ambiente” ha già promosso dall’anno passato la prima edizione della
“rassegna culturale e enogastronomia della valle dell’Eleuterio”, dove è
inserita la sagra del Kakì, affiancata da quella dell’Olio e della
Salsiccia, altri due prodotti di cui Misilmeri vanta una ragguardevole
produzione.
La manifestazione viene contornata da
spettacoli folcloristici e di altro genere e di un percorso
enogastronomico, dove è inserita una gara di cucina popolare per
valorizzare i già citati prodotti in alcune ricette antiche.
Contornano la manifestazione dei percossi
urbanistici atti a valorizzare il patrimonio artistico di Misilmeri
epicentro della valle dell’Eleuterio e dei suoi limitrofi comuni:
Bolognetta, Villabate, Casteldaccia, Bagheria, Marineo, Santa Flavia e
Ficarazzi che hanno reso una consistente collaborazione.
Molto sensibili sono state le varie
Amministrazioni tra cui l’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione
Siciliana, l’assessorato della provincia Regionale di Palermo, dall’AAPIT
di Palermo, la Camera di Commercio di Palermo e il comune di Misilmeri che
l’hanno patrocinata.
Fonte Bibliografica: Nicolosi Emanuele – La
coltivazione del Kaki nella zona di Misilmeri.
Tesi di laurea del 80/81- Palermo.