La scarpinata ripaga la fatica, per l’affascinante paesaggio che si gode da quel
punto: il rifulgente scenario sul golfo di Isola delle Femmine, con la sua isoletta arida e
deserta capeggiata dal rudere della vecchia torre d’avvistamento, l’adagiato paese di Capaci e
l’ampio seno di mare carinese.
La grotta, trasformata in un sacrario, nel settecento ricevette un’adeguata sistemazione
e venne dotata di una parete frontale in muratura a mo di facciata.
Di norma l’ingresso è sbarrato da una cancellata di
ferro. All’interno, addossato quasi alla parete rocciosa, permane un altare in muratura di fattura
vernacolare e,
ai suoi piedi, il paliotto anteriore è stato trasformato in un’urna attraverso cui si può scorgere il simulacro giacente della Santa, effigie devozionale realizzata in legno
da autore sconosciuto, oggetto della secolare attenzione.
Nel 1980 il tempio, appartenente alla Diocesi di Monreale, è stato elevato a parrocchia con rettore il Mons. G. Battista Vassallo ed è l’unica parrocchia d’Italia dove non
è possibile arrivare attraverso una strada carrozzabile. A tal proposito il comune di Capaci si sta attivando affinché essa sia realizzata, per consentire un più facile
accesso ai devoti e potere espletare le funzioni religiose.
Il 4 settembre gli abitanti di Capaci celebrano la ricorrenza di Santa
Rosalia; la confraternita che ha residenza all’interno della cattedrale, dal
1986, anno della sua
costituzione per opera del Superiore Sig. Rosolino Senzale e dei due Congiunti,
è custode del culto in quanto lo scopo della sua fondazione è quello di
continuare a mantenere viva negli anni la devozione per la Santa.
Giorni prima il simulacro è disceso a spalla da uno dei confratelli, selezionato a turno tra i più possenti dal punto di vista fisico,
e trasferito alla Matrice dove sarà
deposto sopra un fercolo (vara) adeguata ad essere condotta in solenne processione per le vie della cittadina.
Nel primo pomeriggio, un solenne pontificale sarà celebrato dai rettori delle tre parrocchie del
paese. Alla cerimonia assisteranno i devoti e i confratelli dell’omonima
congregazione che per l’occasione indossano i loro abitini di color cenerino-turchino bordato
blu, in quanto tale era il colore dell’abito monastico. Sul davanti mostrano una placca
con l’effige di S. Rosalia e sul dorso una corona di rose e il bastone, simboli attribuiti all’iconografia della Santa.
Il momento più commovente del corteo processionale è
rappresentato da “le volate degli angeli”: dei bambini, vestiti da
angioletti e sospesi per un gancio, pendono da una fune tesa dalle inferriate
di due balconi, uno contrapposto all’altro, simulando un vero volo; la
cerimonia viene accompagnata da preghiere e canti e sparo di mortaretti in tripudio a Santa
Rosalia.