La festa dell’ Immacolata Concezione a
Torretta ha scaturito la sagra della “vastedda“.
Il paesino
dell’entroterra palermitano, arroccato alle pendici del monte Canalicchi
a circa 330 m.l.m, dista da Palermo soltanto 18 Km e si può facilmente
raggiungere sia dall’autostrada Palermo-Mazara uscendo allo svincolo di
Capaci o per Bellolampo per la provinciale verso Montelepre da quest’ultima
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Il panorama è eccezionale, dove la natura rocciosa e arida del
territorio si apre alla vista verso il mare dove si può ammirare
l’isoletta di Isola delle Femmine, una sorta di “balcone nel vuoto”.
La cittadina di Torretta sin dalle origini è
stata sempre un attivissimo centro di devozione mariana, tanto da
guadagnarsi il bel titolo, che ancora oggi le viene attribuito, di
“Badia della Madonna”.
Le prime sei chiese, fondate nel territorio della
Baronia di Torretta, furono tutte dedicate alla Madonna; la primitiva
chiesa parrocchiale fu dedicata a S. Maria Maggiore, ad Nives, e secondo
la tradizione, da Papa Clemente XI fu decorata delle insegne pontificie
(Somme Chiavi e Tiara sullo stemma del nome di Maria, sotto il quale sta
il Cuore immacolato della Vergine, trafitto da una triplice spada).
Il culto dell’Immacolata è profondamente
radicato a Torretta dove ogni anno in una cappella di questa piccola
chiesa si svolge la novena in onore della Madonna, al termine della
quale il prezioso simulacro è trasferito nel Santuario della Madonna
delle Grazie dove viene celebrata in forma solenne la festività dell’8
Dicembre.
Paese prettamente agricolo, è dedito alla pastorizia
che dal latte produce quei prodotti come la tradizionale ricotta e il
caciocavallo di ricavare discreti guadagni.
Feudo dei Principi di Lampedusa diede i natali al
Cardinale Giuseppe Tomasi divenuto Santo dove nella matrice sono
conservati un reliquario metallico che contiene il braccio destro, e una
teca contiene l’ermellino cardinalizio del santificato.
Particolare importanza ha assunto da diversi anni
questa manifestazione che richiama la mattina dell’otto dicembre a
Torretta un folto numero di visitatori e concittadini che debbono
proprio a loro la nascita di tale tradizione.
La consuetudine vuole che non solo si onori la
Vergine Immacolata con la visita al suo Santuario sito nella parte alta
del centro storico del paese, dedicato alla Madonna delle Grazie del
XVII secolo, ma si viene a gustare dopo il rito sacro a “vastedda”.
Difatti dopo subito la benedizione di quest’ultime,
ha inizio la sagra che avrà la durata di tutta la mattinata dove si
potrà gustare questo tradizionale pane “cunsato” accompagnato da
profluvi di vino.
La vastedda, una morbida focaccia di pane che
solitamente preparano i fornai locali e che si sono tramandati da padre
in figlio questa consuetudine.
Ma la sua prerogativa sta nel fatto che in questo
giorno si ripristina un’antica usanza dove i fidanzati del paese
regalavano di buon mattino per il giorno dell’Immacolata la “vastedda”
alla propria “zita” compreso a tutto il “parintatu”.
Deposte in cesti di vimini, foderate con tovaglie
ricamate, usavano condire questa con il migliore olio dei propri campi,
sale, pepe, sarde salate, ricotta e formaggio e, una volta degustata
lasciava in bocca quel sapore di genuino, che la “zita” riteneva
considerevole a capire l’importanza dell’amore che gli veniva
riconosciuto dallo “zito”.
I forni, a lavoro sin dalle prima ore della notte per
non mancare all’appuntamento e per fornire le vastedde calde fin dalle
prime ore dell’alba.
Da questi forni, nel passato si diffondeva per le
viuzze del paese contadino, “l’abbanniu”, come un’antica cantilena, che
così diceva: “cavuri, cavuri e va cuonza”, essa penetrava i muri delle
modeste case contadine e svegliava quanti dovevano prepararsi ad
affrontare una giornata di sana fatica nei campi.
Era questa la loro colazione e pranzo, avvolta in una
“mappina” colorata si custodiva all’interno di una bisaccia per essere
mangiata nei momenti di riposo.
Torretta in questo gioioso giorno si sveglia con il
suono mattutino delle campane del Santuario, in un clima di festa, dove
fede, tradizione e folklore si compongono con i sapori della nostra
terra.
La manifestazione della sagra che da diverso tempo si
svolge nella centralissima via Roma, è nata con lo scopo di far
conoscere i prodotti locali di questo grazioso paese. Ai piedi del
Santuario, sotto lo sguardo dell’artistico simulacro di Maria SS.
Immacolata, esposto sul sagrato, vengono organizzati gli stand che per
tutta la mattinata distribuiranno questo tradizionale “pane cunsato”
frutto della del lavoro umano e dono inconfondibile alla “vergine”.
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