Le
meningiti
Le meningiti sono
definite come malattie del sistema nervoso
centrale di origine infettiva, caratterizzate da
un’infiammazione delle meningi, le membrane che
rivestono e proteggono l’encefalo e il midollo
spinale. Le meningiti sono eventi in genere
acuti, drammatici, che mettono immediatamente a
rischio la vita. Gli agenti eziologici sono
batteri, virus o funghi (miceti). La
sintomatologia, specie nei bambini piccoli, può
essere molto aspecifica, caratterizzata da
sonnolenza o irritabilità. Di solito i sintomi
sono rappresentati dalla cosiddetta triade:
febbre, cefalea e rigidità nucale a cui possono
associarsi vomito a getto, convulsioni,
alterazioni dello stato di coscienza, fotofobia
e fonofobia. Si arriva alla diagnosi oltre che
con la visita clinica con l’esame del liquor
cefalo-rachidiano.
Le meningiti virali sono meno pericolose delle
forme batteriche, generalmente il loro decorso è
più favorevole e sono meno fatali.
Prima dell’immissione sul mercato dei vaccini,
la mortalità era elevatissima e la sopravvivenza
gravata da pesanti esiti.
Le meningiti
batteriche
La meningite batterica può essere causata da
tre agenti: Haemophilus influenzae tipo B,
Streptococcus pneumoniae (pneumococco) e
Neisseria meningitidis (meningococco).
Contro le prime due infezioni sono da tempo
disponibili strumenti vaccinali. Il meningococco
si differenzia in 12 sierogruppi, di cui cinque
infettivi e contagiosi: A, B, C, W135 e Y. La
prevalenza di ciascun sierogruppo varia da area
ad area nel mondo; il sierogruppo più diffuso è
il B (MenB), che prevale in Europa, Stati Uniti,
Canada e Australia, e altri Paesi a livello
globale.
Contro MenB, finora, non era disponibile un
vaccino ad ampia copertura. Campagne vaccinali
mirate hanno invece abbattuto fino al 90% i
contagi in tutti i Paesi in cui sono stati
adottati e utilizzati strumenti di prevenzione
mirati contro gli altri sierogruppi.
La meningite da
meningococco
La meningite da meningococco è un’infezione
pericolosissima perché improvvisa, subdola,
spesso letale o fonte di gravi complicazioni
(sequele). Colpisce inaspettatamente persone
sane, non dà segnali premonitori ed evolve
rapidamente1. A essere colpite sono le meningi,
membrane che avvolgono il cervello e il midollo
spinale, ma non solo: spesso si sviluppano
complicazioni gravi e potenzialmente fatali,
prima tra tutte la setticemia (infezione del
sangue), ma anche endocardite o flebite. Le
sequele post-infezione non sono da
sottovalutare: tra chi sopravvive, possono
residuare sordità, ritardo dello sviluppo
psichico e fisico, paralisi cerebrale,
amputazione degli arti, tanto più invalidanti
quanto più colpiscono precocemente
nell’infanzia.
Bambini e
giovani a rischio
Poiché l’unico serbatoio di Neisseria
meningitidis è l’uomo e il contagio avviene per
via aerea (tosse, starnuti e, negli adulti,
bacio profondo), il rischio aumenta laddove è
più alta la concentrazione di persone, maggiore
la prevalenza della malattia e le condizioni
igieniche non ottimali. Circa la metà dei casi
di meningite meningococcica si manifesta entro i
cinque anni, con un picco più alto tra i due
mesi e l’anno di vita: il sistema immunitario
del neonato e del bambino è infatti ancora
immaturo e non in grado di difendersi quando
entra in contatto col batterio2.
La seconda fascia
d’età più colpita, adolescenti e giovani adulti
(14-25 anni), è a rischio perché maggiormente
esposta alla frequentazione di luoghi affollati
e chiusi (caserme, scuole, convitti, mezzi
pubblici, discoteche), o ad abitudini scorrette
come il fumo (che indebolisce le difese e rende
l’ambiente più favorevole alla trasmissione del
batterio), o lo scambio di bicchieri e posate.
Per capire l’elevato potenziale di contagio, si
deve ricordare che secondo alcune stime, il
10-20% della popolazione adulta è portatore sano
(senza alcun sintomo) del meningococco a livello
di naso e gola, e che il contagio avviene per
via aerea. Meno dell’1% dei portatori sani
svilupperà l’infezione mentre, per una persona
altrimenti sana, il contatto stretto e
ravvicinato con un portatore aumenta di 800
volte il rischio di contagio3.
A rischio sono anche i viaggiatori per turismo,
lavoro o devozione (i pellegrinaggi alla Mecca
sono l’esempio più classico). Nessuna età può
dirsi quindi protetta dal contagio.
Diagnosi,
terapia, dati di mortalità
La meningite meningococcica ha una letalità
tra il 9 e il 12%4, ma in assenza di un
trattamento antibiotico adeguato può raggiungere
il 50%6. La diagnosi di meningite meningococcica
non è purtroppo immediata6,7. Segni e sintomi
iniziali sono aspecifici, apparentemente simili
a quelli di una forte influenza e risultano
confondenti soprattutto nel caso dei bambini, la
fascia d’età più colpita dall’infezione: febbre,
vomito, emicrania, fotofobia (sensibilità alla
luce), dolori e rigidità articolari e muscolari,
brividi, mani e piedi freddi.
I segni dirimenti, rigidità nucale e rash
cutaneo, sono tardivi (13-22 ore dopo quelli
d'esordio), e ritardano perciò la
somministrazione dei corretti trattamenti
salvavita.
La diagnosi certa si ha tramite il prelievo del
liquido cefalorachidiano (liquor) nel quale
ricercare le cellule batteriche, e con un’emocoltura
eseguita con le tecniche di biologia molecolare.
Il trattamento, in regime di ricovero, prevede
la somministrazione di antibiotici (penicillina,
ampicillina, cloramfenicolo, ceftriaxone), che
però può essere inefficace se l’inizio di tale
terapia è tardivo. Il frequente sviluppo di
complicazioni gravi, prime tra tutte la
setticemia (infezione del sangue), ma anche
endocarditi, flebiti, broncopolmoniti, epatiti è
altamente pericoloso8.
Infine, la meningite meningococcica può causare
complicazioni invalidanti e drammatiche nel
tempo: in un sopravvissuto su cinque (20%) si
possono sviluppare sordità, ritardo di
apprendimento e crescita, paralisi cerebrale o
perdita degli arti.
Un esito drammatico soprattutto in età
infantile. Va inoltre considerato che l’impatto
economico della malattia meningococcica può
essere molto alto, con costi che possono
superare le centinaia di migliaia di euro per
ciascun caso, attribuibili sia al trattamento
acuto, sia alla gestione delle sue conseguenze a
lungo termine: dalle cicatrici cutanee alle
amputazioni e, soprattutto, le disabilità
neurologiche, tanto gravi da richiedere terapia
farmacologica, assistenza continua e specifici
programmi di rieducazione per tutta la vita
9,10.
Uno studio realizzato nel Regno Unito dalla
Meningitis Research Foundation e pubblicato da
Pediatric Drugs11 dimostra che ciascun paziente
che sopravvive ad un’infezione da meningococco
riportando complicazioni nel tempo, costa in
media al Servizio Sanitario Nazionale 3.879.300
euro. Lo stesso caso avrà un impatto economico
ancora maggiore sulla società, cui verrà a
costare circa 5.238.762 euro se si aggiungono ai
costi del sistema sanitario quelli per
l’assistenza sociale di cui una persona
portatrice di handicap ha bisogno.
Bibliografia
1. www.epicentro.iss.it |
2. http://www.cdc.gov/meningitis/about/symptoms.html. |
3. National Advisory Committee on Immunization.
(2009). Update on the invasive meningococcal
disease and meningococcal vaccine conjugate
recommendations. Canada Communicable Disease
Report, April 2009, Vol. 36. |
4. Rosenstein NE, Perkins BA, Stephens DS, et
al. Meningococcal disease. N Engl J Med.
2001;344:1378-1388. |
5. World Health Organization. Meningococcal
meningitis. Fact sheet #141. November 2012
update. |
6. Mayo Foundation for Medical Education and
Research. Meningitis. August 2008. Disponibile
a: http://www.mayoclinic.com/health/meningitis/DS00118 |
7. Thompson, M.J. et al. (2006). Clinical
recognition of meningococcal disease in children
and adolescents. Lancet, 367(9508), 397-403.
Disponibile a: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16458763 |
8. World Health Organization. Meningococcal
Meningitis. May 2003. Disponibile a:
http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs141/en/index.html. |
9. Centers for Disease Control and Prevention.
Travel-Related Vaccine-Preventable Diseases:
Meningococcal Disease (Health Information for
International Travel: The Yellow Book). 2010
Online Edition. Disponibile a: http://wwwnc.cdc.gov/travel/yellowbook/2010/chapter-2/meningococcal-disease.aspx. |
10. Shepard C.W. et al. Pediatrics 2005; 115(5):
1220-1232 |
11. Wright C., Wordsworth R., Glennie L.
Counting the Cost of Meningococcal Disease.
Pediatric Drugs 2013; Volume 15, Issue 1, pp
49-58 |
RITORNA
ARCHIVIO SEZIONI
|