Ipercolesterolemie: le terapie
Dello stesso
argomento:
L’Ipercolesterolemia Familiare necessita
prima di tutto di una rigorosa adesione ai
principi di stile di vita corretti, comuni a
tutti i soggetti ad alto rischio
cardiovascolare: abbandono del fumo,
alimentazione sana, esercizio fisico
regolare.
La terapia farmacologica, con farmaci
ipolipidemizzanti classici (statine,
ezetimibe, resine che sequestrano gli acidi
biliari) deve essere avviata immediatamente
dopo la diagnosi, anche nei bambini di 8-10
anni. Negli adulti, oppure oltre i 14 anni,
si opta per le statine ad alta efficacia
alla massima dose.
Associare statine a ezetimibe può essere una
strategia valida in caso di mancato
raggiungimento dei valori target, oppure
associare statine a resine sequestranti gli
acidi biliari dà risultati, in caso di
rischio cardiovascolare molto alto o diabete
di tipo 2 o, infine, l’associazione con
fibrati è scelta se i trigliceridi sono
elevati o le HDL basse.
L’adesione alla terapia farmacologica, nei
soggetti responders, è direttamente
correlata all’aumento della sopravvivenza
(vedi grafico 1).
Se manca una risposta soddisfacente alla
terapia farmacologica, o se c’è intolleranza
alle statine o se, ancora, la FH si presenta
con forme particolari (come l’eccesso di Lp(a)
piccole), è necessario ricorrere alla
LDL-aferesi, cioè alla rimozione meccanica
delle LDL dal sangue, con un procedimento
simile alla dialisi.
Una procedura lunga e complessa, anche se
sicura ed efficace, che richiede alcune ore
e deve essere ripetuta generalmente a
intervalli di una o due settimane.
L’Ipercolesterolemia Familiare Omozigote
(HoFH), purtroppo non risponde in modo
soddisfacente alla dieta e alle attuali
terapie ipocolesterolemizzanti. L’aggiunta
della LDL aferesi alla terapia farmacologica,
ad intervalli di 7-15 giorni in relazione
alla risposta del paziente, consente un
ulteriore abbassamento dei livelli di
colesterolo LDL.
Il rispetto di corretti stili di vita, anche
se non ha un impatto importante sui livelli
di LDL, deve comunque essere mantenuto,
perché contribuisce allo stato di salute
generale.
FDA ed EMA hanno di recente approvato una
nuova molecola con un innovativo meccanismo
d’azione, lomitapide, somministrabile per
via orale come adiuvante di una dieta a
basso tenore di grassi e di altri medicinali
ipolipemizzanti con o senza aferesi delle
lipoproteine a bassa densità (LDL) in
pazienti adulti affetti da HoFH.
La tabella sottostante riassume i meccanismi
di azione delle opzioni terapeutiche sopra
descritte.
AGENTE |
Statine
Inibitori
della 3-hydroxy-3-methylglutaryl-coenzyme
A (HMGCoA)
reduttasi
|
Ezetimibe
Inibitore dell’assorbimento del
colesterolo |
Aferesi lipoproteica (LDL
aferesi) |
Altri
Resine
Fibrati
|
Lomitapide
Inibitore della MTP |
MECCANISMO
DI AZIONE |
Inibiscono
la sintesi
del colesterolo
e inducono
una maggior espressione
del recettore LDL, quindi
una maggiore eliminazione (clearance)
del colesterolo LDL. Ne
consegue
una riduzione
del colesterolo LDL nel plasma.
|
Nell’intestino inibisce il
trasportatore per il colesterolo
NPC1L1 impedendo l’uptake del
colesterolo e degli steroli
naturali assunti con la dieta. |
Rimuove selettivamente le
lipoproteine contenenti ApoB dal
plasma con circolazione
extracorporea e separazione con
diversi metodi.
Viene utilizzata nei pazienti
affetti da FH e che non
rispondono adeguatamente a
statine ed ezetimibe.
|
Le resine legano gli acidi
biliari, riducono il livello di
colesterolo nell’epatocita con
aumento dei recettori LDL e
aumento della clearance del
colesterolo.
Meno definito il meccanismo di
azione dei fibrati. |
Inibisce
la proteina
di trasporto
dei trigliceridi (MTP),
interferendo
con la formazione delle
lipoproteine, riducendo VLDL e
colesterolo LDL. |
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