La Malattia
Meningococcica
INTERVISTA A: Milena Carmela Lo Giudice.
Pediatra di famiglia e Responsabile
Regionale del Centro Studi e Ricerche FIMP
Un sogno chiamato vaccino,contro
l’incubo del meningococco B
Cos’è la meningite meningococcica?
Come possiamo riconoscerne i sintomi?
La meningite è un’infiammazione delle
meningi, le membrane che avvolgono il
cervello e il midollo spinale. Può essere di
origine virale o batterica e alcune forme
sono più gravi di altre. Nelle forme
batteriche, le più severe, già all’esordio
la febbre è elevata, accompagnata da vomito
e cefalea, aspetto molto sofferente e stato
soporoso. Purtroppo esistono casi a esito
fatale, in rapida evoluzione e senza che si
possa contrastarle in modo efficace. È ovvio
che la meningite rappresenti l’incubo non
verbalizzato di tutti i genitori, in
presenza di febbre, mal di testa e vomito,
che sono poi i sintomi tipici
dell’influenza.
Quali conseguenze può avere
un’infezione da meningococco?
Come ho accennato, l’esito fatale non
può essere escluso, in circa 14 casi su 100.
Ma sono devastanti anche altre conseguenze
di tipo neurologico e motorio, come la
sordità, la compromissione cognitiva e il
ritardo motorio. E questo accade in 10-20
casi su 100.
Cosa sappiamo della diffusione di
questa malattia nel nostro Paese? Quali sono
i sierogruppi prevalenti in Italia?
I dati ufficiali non corrispondono alla
realtà, perché la diagnosi non porta sempre
alla certezza. Le diagnosi sierologiche e
colturali sono di frequente e per logica
condotte a regime antibiotico avviato: è
ovvio che possano portare a false negative.
Ora si sta ampliando nel Paese la
disponibilità della Polymerase Chain
Reaction (PCR), che permette di fare
diagnosi certe anche in presenza di minime
quantità di materiale genetico analizzabile.
Quindi potremo avere numeri più certi. Resta
il fatto che, appunto, i dati siano da
considerare sottostimati. In Italia, i ceppi
di meningococco prevalenti sono il B e il C.
Il C inizia a circolare meno, perché il
vaccino coniugato antimeningococco C è
utilizzato e funziona, impedendo la
circolazione del batterio. Il B potrà
finalmente essere combattuto grazie al
vaccino (tutto italiano) appena approvato
anche dall’AIFA.
Quali sono i dati epidemiologici della
Sicilia?
I problemi epidemiologici sono gli
stessi dell’intero Paese. Quindi anche in
Sicilia siamo di fronte a una sicura
sottostima, che potrà essere superata da
possibilità diagnostiche più raffinate e più
diffuse nei laboratori regionali.
La meningite può essere prevenuta?
Quali sono gli strumenti oggi a disposizione
per proteggersi da questa malattia?
Non esiste altro strumento efficace
tranne la vaccinazione. Come ho già detto,
finalmente abbiamo a disposizione anche un
vaccino contro il meningococco B. Un vaccino
frutto della sola ricerca italiana, efficace
e sicuro, che completa l’offerta
profilattica contro i principali ceppi di
meningococco.
Quali sono i gruppi di popolazione che
potranno maggiormente beneficiare di questa
opportunità vaccinale?
Il meningococco B colpisce soprattutto i
bambini sotto i 12 mesi ed è gravissimo, per
questo abbiamo l’obbligo di fare tutto il
possibile perché la vaccinazione venga
offerta in modo attivo e somministrata
proprio nei primi mesi di vita. Il secondo
gruppo di popolazione che può beneficiare
della profilassi antimeningococco B è quello
degli adolescenti e dei giovani adulti, in
cui la grande promiscuità e la variabilità
immunologica sono i fattori di maggior
rischio per il contagio.
L’arrivo del vaccino contro il
meningococco B cosa rappresenta per lei dal
punto di vista professionale e soprattutto
umano, visto che il suo lavoro la mette a
contatto quotidianamente con i bambini che
hanno bisogno di cure?
Questo vaccino è una grande conquista e
un successo italiano, lo aspettavamo da
tempo, perché il meningococco B ha una
grande variabilità e caratteristiche
peculiari che hanno reso difficilissimo
l’allestimento di una profilassi efficace e
sicura. Tutte le Agenzie hanno riconosciuto
l’importanza di questo vaccino e, per noi
pediatri, costituisce il raggiungimento di
un importante obiettivo di salute per i
nostri bambini. I vaccini migliorano la
qualità della vita, non solo dei bambini, ma
anche delle famiglie e, di conseguenza,
dell’intera collettività. Finalmente potremo
dare una risposta valida all’angoscia delle
madri e dei padri, palpabile ogni volta che
il loro figlio ha febbre alta con cefalea e
vomito.
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