La Psoriasi
La psoriasi è una malattia della pelle,
ad andamento cronico e recidivante, che si
manifesta con la comparsa di chiazze
rossastre e rotondeggianti, ben delimitate
da margini netti. Con il progredire della
patologia, le chiazze possono confluire e
sono ricoperte di squame di colore
bianco-argenteo.
La psoriasi può interessare tutta la
superficie corporea, ma le aree
classicamente colpite sono: gomiti,
ginocchia, cuoio capelluto e regione
sacrale. Ne sono affetti circa 125 milioni
di persone nel mondo(1) e intorno ai 2,5
milioni in Italia. Nel mondo occidentale
circa il 3-4% della popolazione adulta
presenta lesioni psoriasiche.
L'evoluzione di questa malattia, per la
quale non esiste ancora oggi una terapia
risolutiva, è imprevedibile e può procedere
attraverso riacutizzazioni, miglioramenti e
talvolta anche persistenti remissioni.
È importante rilevare che anche una minima
estensione della malattia sulla superficie
corporea può essere associata a comorbilità.
Numerosi studi hanno dimostrato che non solo
vi è un’associazione tra psoriasi e artrite
psoriasica, depressione e abuso di sostanze,
ma anche che i pazienti affetti da psoriasi
presentano una maggior incidenza della
sindrome metabolica, e quindi obesità,
diabete, patologie cardiovascolari(2).
Tipi di psoriasi
La severità della psoriasi è misurata in
base all’estensione delle lesioni, al grado
di eritema, desquamazione e infiltrazione,
alla risposta alle terapie e al grado di
disabilità sociale e psicologica(3).
Le varie forme cliniche sono:
• psoriasi a placche: è la forma più comune.
Le lesioni compaiono a livello del cuoio
capelluto, del tronco e sugli arti. Anche le
unghie possono essere coinvolte;
• psoriasi guttata: colpisce prevalentemente
i bambini e si manifesta con piccole chiazze
su tutto il corpo; spesso è correlata a
faringite streptococcica;
• psoriasi pustolosa: si presenta sotto
forma di piccole pustole che ricoprono aree
delimitate (palmi delle mani o piante dei
piedi), oppure tutto il corpo;
• psoriasi inversa: è comune nelle persone
anziane e colpisce le pieghe (regione
ascellare, inguinale e pieghe
sottomammarie). Le lesioni possono essere
umide;
• psoriasi eritrodermica (detta anche
psoriasi esfoliativa): è interessata tutta
la superficie cutanea che si presenta
uniformemente arrossata con desquamazione
intensa.
La psoriasi lieve-moderata
La maggior parte delle persone affette da
psoriasi (circa l’80%) soffre di psoriasi a
placche, nella forma lieve o moderata. La
psoriasi si definisce:
• lieve, quando interessa meno del 10% della
superficie ed è controllata con successo
dalla terapia locale;
• moderata, quando interessa dal 10 al 20%
della superficie corporea o meno del 10% ma
con localizzazioni importanti (viso e mani)
che pesano sulla qualità di vita del
paziente, ed è ben controllata con la
terapia locale.
Molto spesso la psoriasi lieve-moderata non
viene riconosciuta e adeguatamente trattata.
Inoltre, sono soprattutto i pazienti affetti
da queste forme a manifestare il maggior
grado d’insoddisfazione riguardo alla
gestione terapeutica e clinica della
malattia, dal momento che le terapie
sistemiche, anche in considerazione del
profilo di sicurezza per svariati aspetti
non ottimale, sono riservate a forme di
psoriasi moderata-grave.
La psoriasi può inoltre presentarsi di
livello moderato-grave, quando interessa più
del 10% della superficie corporea ma non
risponde alla terapia locale, o che
interessa meno del 10% della superficie
corporea ma è presente in aree
“problematiche” (cuoio capelluto, mani e
piedi); è grave quando coinvolge più del 20%
della superficie corporea o meno del 20% ma
è instabile, rapidamente progressiva e
interessa parti importanti come le superfici
palmo-plantari e il cuoio capelluto.
Epidemiologia
La psoriasi colpisce in egual misura gli
uomini e le donne, anche se studi
sull’incidenza della patologia suggeriscono
che tende a manifestarsi più precocemente
nella popolazione femminile(4).
L’incidenza è intorno ai 6 casi per 10.000
abitanti ogni anno, e appare più alta nei
Paesi sviluppati, mentre si riduce tra Neri
e Asiatici e in alcuni gruppi etnici, come
gli Aborigeni australiani, ed è del tutto
eccezionale nei Nativi americani. Tuttavia,
le minoranze sono soggette ad ammalarsi
nella forma grave e a soffrire di un
maggiore distress sociale ed emozionale(5).
La patologia può insorgere a qualsiasi età,
ma nelle forme dell’adulto è più comunemente
diagnosticata ai 20 e ai 50 anni d’età.
Ripercussioni sulla qualità di vita
La psoriasi incide su gran parte degli
aspetti del vivere quotidiano del paziente,
dalla scelta dei vestiti alle attività
sportive, come ad esempio il nuoto, dove
l’esposizione di aree cutanee affette
comporta emarginazione ed esclusione.
L’impatto negativo della patologia si
ripercuote anche sulle attività lavorative e
scolastiche e sulle relazioni affettive. La
compromissione dell’aspetto estetico può dar
luogo a disturbi a livello psichico,
affettivo e professionale. Il peso
psicologico e sociale che essa impone spesso
oltrepassa la gravità del disturbo in sé:
più del 60% dei pazienti associa alla
malattia una diagnosi di depressione e, di
questi, il 10% ha idee di suicidio(6).
Le manifestazioni cutanee della malattia,
oltre al dolore e al prurito, provocano
disagio, frustrazione e vergogna, da cui
deriva la perdita di autostima e un senso di
stigmatizzazione. I pazienti provano
insicurezza e cercano di nascondere agli
altri il proprio problema, spesso isolandosi
per paura del rifiuto sociale. Questo forte
disagio è ulteriormente esacerbato dal
pregiudizio, purtroppo ancora diffuso nella
maggior parte degli italiani, che la
patologia sia contagiosa e questo fa si che
molte persone con psoriasi frequentino
esclusivamente persone affette dalla stessa
malattia.
La psoriasi può dunque essere considerata a
tutti gli effetti una patologia invalidante,
per via dell’impatto fortemente negativo sui
pazienti che ne soffrono, che può arrivare a
condizionare anche i progetti lavorativi e
di carriera.
A tutto ciò si aggiunge anche la
frustrazione derivante dalle terapie
tradizionali che, in cambio di una
risoluzione di breve durata, impongono
trattamenti laboriosi che spesso vincolano
il paziente a estenuanti medicazioni e
influiscono negativamente sulla capacità di
adesione alla cura: ciò contribuisce a
instaurare un circolo vizioso, che si
traduce in una qualità di vita estremamente
depauperata.
Eziologia
La psoriasi non è una malattia infettiva
e non si trasmette per contatto. La psoriasi
è una malattia che si trasmette
geneticamente, anche se, in molti casi, le
cause che possono provocarne l’origine sono
sconosciute.
Circa la metà delle persone colpite da
psoriasi proviene da famiglie in cui vi sono
altri casi; soprattutto nei gemelli
monozigoti (con identico patrimonio genetico
e con caratteristiche fisiche uguali) la
psoriasi colpisce entrambi i fratelli nel
65-70% dei casi. I recenti risultati di una
ricerca che ha visto collaborare i
principali gruppi di ricerca genetica
europei e che ha coinvolto 7.000 pazienti,
hanno confermato la doppia natura ambientale
e genetica della malattia, sulla base
dell’identificazione delle varianti di
rischio sia nei geni suscettibili
dell’epidermide sia in quelli che regolano
l’immunità(7).
A seguito di un’errata regolazione dei
linfociti-T, il ciclo di replicazione delle
cellule (turn over) dello strato
superficiale della pelle, attraverso il
rilascio di citochine, è 5 volte più veloce
rispetto al normale, mentre è rallentato il
normale processo di apoptosi (cioè di morte
cellulare programmata). È l’azione
contemporanea di questi due fattori a
determinare la formazione delle lesioni
psoriasiche.
Fattori scatenanti
La psoriasi è una malattia a carattere
genetico: circa il 30% dei soggetti con
psoriasi ha una storia familiare nei parenti
di primo grado. La probabilità di ammalarsi
con entrambi i genitori affetti da psoriasi
è di circa il 40%(8).
Molti possono essere i fattori ambientali
scatenanti. Tra questi:
• i traumi fisici, come il grattamento, le
ustioni, le cicatrici chirurgiche o i traumi
accidentali;
• lo stress emotivo;
• l’aumento dell’indice di massa corporea,
correlato all’incremento del rischio di
manifestare la malattia;
• le infezioni delle alte vie respiratorie,
causate prevalentemente dallo streptococco
betaemolitico, soprattutto nei pazienti
pediatrici;
• alcuni farmaci, ad esempio sali di litio,
beta-bloccanti, antimalarici, FANS;
• l’etilismo e il fumo, che spesso
accompagnano le forme gravi di psoriasi e
sono maggiormente correlati all’insorgenza
di psoriasi pustolosa.
Continua la lettura:
I
TRATTAMENTI
Note numeriche:
1 National Psoriasis
Foundation. Statistics. www.psoriasis.org/learn_statistics
(03/12). |
2 Gisondi P. Tessari G., Conti A., et al.
Prevalence of metabolic syndrome in patients
with psoriasis: a hospital-based case
control study. British Journal of
Dermatology 20007, 157:68-73. |
3 Chimenti S., Psoriasis. Firenze: SEE
Editrice, 2005. |
4 Naldi L., Gamini D. The clinical spectrum
of psoriasis. Clinics in Dermatology 2007,
25: 510-518. |
5 National Psoriasis Foundation. Statistics.
www.psoriasis.org/learn_statistics (03/12). |
6 Esposito M., Saraceno R., Giunta A.,
Maccarone M., Chimenti S. An Italian study
on psoriasis and depression. Dermatology
2006, 212 (2): 123-127. |
7 Strange A. et al.. A genome-wide
association study identifies new psoriasis
susceptibility loci and an interaction
between HLA-C and ERAP1. Nature Genetics,
November 2010, 42 (11): 985-990. National
Psoriasis Foundation. New stories.
www.psoriasis.org/page.aspx?pid=1350
(03/12). |
8 Cfr. http://psocare.agenziafarmaco.it/progetto.htm |
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