Tumore alla Prostata
La prostata è una ghiandola, grande
quanto una noce, che fa parte del sistema
riproduttivo maschile.
Il cancro della prostata è la crescita
incontrollata di cellule neoplastiche
all’interno della ghiandola. Queste cellule
per crescere e svilupparsi necessitano del
testosterone, un ormone maschile. Talvolta
le cellule tumorali prostatiche possono
uscire dalla ghiandola e invadere altri
organi o strutture dell’organismo, più
frequentemente ossa e linfonodi, in questi
casi si parla di “carcinoma prostatico
avanzato, o metastatico”
Il tumore della prostata è la neoplasia
maschile più frequente in Europa,
rappresenta il 20% di tutte le diagnosi di
cancro nell’uomo.
Circa il 10-20% dei soggetti con tumore
prostatico presenta malattia in stadio
avanzato:
questo fatto suggerisce la necessità di
migliorare la diagnosi precoce.
Ogni anno in Europa si verificano 90.000
decessi per tumore della prostata, in Italia
circa 8.000 con 42.000 nuove diagnosi.
Le cause che determinano lo
sviluppo del tumore della prostata non sono
conosciute.
Sono noti invece alcuni importanti
fattori di rischio:
• l’età avanzata (l’80% degli uomini
anziani ha cellule tumorali nella prostata)
• la predisposizione genetica
• la dieta troppo ricca di grassi
• Il fumo
• L’etnia
Il trattamento del carcinoma della
prostata dipende dallo stadio e dal grado di
malattia e si avvale di trattamenti
chirurgici e farmacologici. Nei casi in cui
il tumore sia avanzato o metastatico, le
terapie prevedono la deprivazione
androgenica (castrazione farmacologica),
ossia la riduzione dei livelli di
testosterone di cui le cellule tumorali
necessitano per crescere. All’incirca il 90%
dei pazienti risponde bene al trattamento
ormonale(tumore prostatico ormono-sensibile),
tuttavia dal momento che i livelli di
testosterone nel sangue non si riducono mai
del tutto, il recettore degli androgeni, che
è il motore degli effetti cellulari degli
ormoni androgeni, continua ad essere attivo
e il cancro può sviluppare in tali
condizioni una resistenza alle terapie
ormonali;
in questo caso il tumore viene definito come
“cancro prostatico resistente alla
castrazione” (CrCp).
La progressione del tumore alla
prostata
Fino al 40% dei soggetti con tumore della
prostata sviluppa un carcinoma prostatico
metastatico di cui la maggior parte
diventerà resistente alle terapie ormonali.
Il tempo medio di sviluppo di un carcinoma
della prostata resistente alla castrazione
dal momento dell’inizio della terapia
ormonale è di circa 2-3 anni:
in questi casi la prognosi diventa
sfavorevole.
Una volta che il cancro si è diffuso al
di fuori della ghiandola prostatica, viene
denominato “cancro della prostata
metastatico resistente alla castrazione” (mCrCp).
Per questi pazienti fino ad oggi erano poche
le opzioni terapeutiche disponibili,
limitate alla chemioterapia con docetaxel
che aumenta la sopravvivenza ma induce
pesanti eventi avversi.
Opzioni di trattamento per gli uomini
affetti da mCrpC
I trattamenti innovativi arrivati di
recente, agendo in maniera mirata sul
bersaglio chiave della crescita cellulare,
il segnale del recettore degli androgeni,
non solo si sono dimostrati efficaci
nell’aumentare la sopravvivenza ma hanno un
buon profilo di sicurezza e migliorano la
qualità di vita dei pazienti.
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