Nell’uomo, il desiderio di potere avere un sepolcro per
il proprio corpo è molto forte, il sepolcro diventa il
luogo, dove sopravvive la memoria del nome.
Rimanere insepolti, in altri tempi, era la peggiore sorte
che potesse capitare a un uomo.
Anche gli schiavi, dentro un sepolcro, acquistavano
finalmente la loro libertà.
L’esistenza intrecciata di vita e morte è presente in
maniera forte nell’antico mondo classico, dove costituiscono
(scrive il Villabianca) un tutt’uno.
La tomba non è soltanto il luogo in cui si conserva il
defunto, il modo e la forma con cui è realizzata,
caratterizzava una precisa cultura della morte, che variava
da luogo a luogo. Insieme, architettura, pittura e scultura
facevano a gara per rappresentare ciò.
Anche Palermo fu al centro di questa cultura, in tempi
passati la popolazione più facoltosa spendeva ingenti somme
di denaro per l’ultima dimora.
Nella giornata del
3 giugno 2015 è avvenuta la traslazione della salma di
Giovanni Falcone presso la Chiesa di San Domenico di
Palermo, Pantheon degli uomini illustri di Sicilia.
La tomba di Giovanni
Falcone
Ecco
alcune tombe che si trovano presso il Convento dei Padri
Domenicani, nella chiesa di San Domenico: