"I Beati Paoli" ebbero la sede principale sulla
via ora intestata ad essi dietro la chiesuola di Santa Maria di Gesù
ove s’apriva una grotta ora murata e interrata. Per sotto il vicolo degli
Orfani s’incalanavano per lunghi condotti alti 2 metri e larghi 1,50 metri
che si aprivano con pozzi sotto le scuole dei Calasanzio (sede del Liceo
Scientifico Statale Cannizzaro sino al 1955) sotto l’attuale Istituto
Tecnico per Geometri Parlatore, sotto palazzo Geraci, sotto la chiesa di San
Matteo ed il Monastero delle Vergini.
Non v’è
dubbio che tali grotte comunichino per di sotto il vicolo degli Orfani con
un condotto che corre fino alle catacombe delle Cappuccinelle (in via
Papireto) e da qui sino alle catacombe di Porta d’Ossuna. Conoscevo questo
condotto per averne osservato il suo percorso sotto le vie S.Agostino e
Cappuccinelle per le frane prodottesi. Altre grotticelle con queste
comunicanti furono trasformate in scantinati dai Gesuiti del Noviziato
(ricoveri antiaerei durante l’ultima guerra, in piazza del Noviziato)"
(da A. Salerno, "Palermo sotterranea", manoscritto inedito,
Palermo 1940).
La famosa grotta è stata riportata alla luce recentemente
dal geologo Pietro Todaro su commissione del comune di Palermo, facendo
riaffiorare alla mente dei palermitani tutte le storie e le dicerie su
questa setta.
L’ambiente ritrovato ha la forma circolare del diametro
di circa 8 metri, undici gradini creano un dislivello di circa quattro metri
dall’ingresso, al centro della volta quasi in posizione centrale si apre un
foro del diametro di circa 60 cm che sicuramente serviva per garantire il
ricambio d’aria e dare un po’ di luce nell’antro.
È opinione di molti studiosi del passato che hanno avuto
l’opportunità di visitare nel tempo l’ambiente che esso faceva parte del
complesso catacombale di Porta d’Ossuna e che successivamente l’ambiente sia
stato usato per altri scopi. La presenza del sedile ricavato direttamente
lungo la circonferenza dell’ipogeo, la presenza del pozzo di forma quadrata
profondo circa quattro metri intasato da detriti e del foro nella volta, fa
pensare che tutto l’ambiente sia stato adattato a "Camera dello
Scirocco ". La presenza di una vasca, mangiatoia alla destra
dell’entrata indica forse, l’utilizzo come ricovero per animali. Nella volta
si notano tracce di intonaco, non è da escludere che durante l’ultimo
conflitto l’ambiente sia stato utilizzato come ricovero antiaereo per gli
abitanti delle case adiacenti.
Osservando
attentamente le pareti si notano delle discontinuità come se ci fossero
altri passaggi murati. A tal proposito è interessante riportare la
testimonianza di una persona che è vissuta ed aveva la propria attività
nelle adiacenze della grotta. "Fino a qualche decennio fa accanto al
Vicolo degli Orfani vi era il panificio Lucchese accanto a questo vi era una
piccola falegnameria con annessa la torneria. Proprio in questo ambiente
quando i proprietari hanno deciso di sostituire le macchine con quelle
elettriche, le vibrazioni prodotte hanno creato delle crepe nel muro di
fondo da dove fuoriusciva dell’aria. Dopo aver accertato che dietro non
esisteva altra abitazione hanno deciso di abbattere il muro, scoprendo un
ambiente completamente scavato nel tufo di forma quadrangolare, alto circa
2,50-3 metri con un foro nel tetto di forma ovale, mentre sulla parete di
sinistra si intravedeva un’apertura piena di detriti che indicava il
proseguo dell’ambiente ".
Purtroppo la topografia dell’ambiente è cambiata, recenti
lavori di restauro hanno cancellato sia il panificio che la
falegnameria – torneria per cui è difficile individuare l’ambiente
descritto. La testimonianza dello storico, del secolo scorso, Bruno Arcano,
asseriva che dalla grotta partivano due lunghi corridoi: uno avrebbe avuto
lo sbocco proprio nel vicolo degli Orfani l’altro fino al Piano di San
Giovanni alla Guilla.
Sicuramente ulteriori sondaggi potranno svelare nuove
caratteristiche dell’ambiente. Certamente questa scoperta per il popolo
palermitano non fa altro che rafforzare la convinzione dell’esistenza della
setta dei beati paoli considerata come i "giustizieri" dei poveri. È così
radicata la tradizione che anche nella "Lapa" (piccolo automezzo adibito a
trasporto di piccole mercanzie) vengono riprodotte scene delle vicende dei
Beati Paoli.
Le notizie che si hanno su di essa provengono dal
Villabianca che utilizza soltanto la tradizione orale per la stesura di una
nota nei suoi Opuscoli Palermitani.
In seguito tutti gli autori che hanno parlato di questa setta hanno attinto
dalle notizie da lui divulgate. Secondo il Villabianca, la società segreta
dei Beati Paoli nascerebbe dallo strapotere e dai soprusi dei nobili che,
amministravano direttamente anche la giustizia criminale nei loro stati e,
molto spesso, si servivano di bravacci per risolvere alla svelta quei casi
che ragioni di opportunità o prudenza consigliavano di non fare
ufficialmente decidere alle loro corti.
La società segreta sarebbe nata anche perché la giustizia amministrata dallo
stato era molto spesso a servizio dei potenti. Il popolo, di conseguenza,
non potendosi fare giustizia da solo, poiché debole, si affida ad una setta
che agiva nell’ombra e con la massima segretezza. Non bisogna nemmeno
pensare ad un collegamento storico con la mafia poiché all’insorgere
dell’organizzazione mafiosa la setta era da tempo scomparsa.
Gli
inizi della setta e perché si chiamassero Beati Paoli sono incerti.
Secondo il Villabianca potrebbero aver preso nome dall’Apostolo Paolo che
perseguitava i cristiani, sdoppiando la loro vita: di giorno santo in
chiesa, con la corona in mano, di notte giustiziere.
Ma forse è più vero
simile quanto riportato dal Pitrè da un racconto popolare raccolto a
Borgetto dal Salomone-Marino:
"a questi uomini davano tale titolo in
quanto erano tutti uomini che si mostravano devoti; il giorno per meglio
apprendere i fatti che succedevano, andavano vestiti come monaci di San
Francesco di Paola e stavano nelle chiese fingendo di recitare il rosario:
la notte poi complottavano su ciò che avevano visto e saputo ed ordinavano
le vendette".
Questo santo in Sicilia è oggetto di particolare culto connesso a credenze
su esseri che il Pitré definisce "sopranaturali e meravigliosi".
Si crede
che esistono uomini – detti Cirauli o Ciarauli (suonatori di
tromba-trombettieri)che nati nella notte del 29 giugno o in quella dal 24 al
25 gennaio, (commemorazione di San Paolo apostolo), posseggano virtù
straordinarie quali per esempio di poter toccare serpenti o insetti velenosi
e tramite il santo, liberare dai pericoli quanti vengono morsi, con un po’
di saliva.
Il ciraulo viene anche identificato con lo stesso santo,
considerato oracolo infallibile e che sa predire il futuro.
È probabile che
sia stato dato il nome di Beato Paolo agli appartenenti alla setta perché
ritenuti esseri quasi soprannaturali sia per l’alone di mistero che li
avvolgeva che per la segretezza delle loro azioni.
Rosario La Duca, Storie e leggenda de "I Beati Paoli"
in I beati Paoli di Luigi Natoli, S.F. Flaccovio Palermo, 1972.
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