Lo scorso secolo è
stato caratterizzato dalla I e II guerra mondiale.
L’uomo invece di
risorgere dalle ceneri e fare memoria di quegli avvenimenti,
riesce sempre a tirare fuori la parte peggiore di sé.
Dopo l’11 settembre
2001, gli equilibri che si erano creati a fatica sono
saltati e venti di guerra aleggiano agli albori del terzo
millennio; la lotta al terrorismo e ai tiranni è diventata
una priorità, il rischio di creare nuovi conflitti e
allargare il loro fronte è concreto.
Oggi, come allora, è
di attualità, più che mai, fare uno studio sui rifugi
antiaerei del passato.
Ancora oggi
camminando per le vie di Palermo si intravedono delle frecce blu sui muri di
alcuni palazzi antichi con su scritto: <<Ricovero>> segnalavano il
percorso più breve per raggiungere tutti i tipi di rifugio, con la relativa
distanza in metri ancora da percorrere.
Sono rimaste lì
indelebili come se ogni volta che se ne incontra una ci volesse ricordare
che quell’orrore del passato può ritornare.
Sembra quasi che ci dicano di
vigilare, di stare desti affinché quei tristi giorni, che videro padre
contro figlio, fratello contro fratello, non tornino più.