Diciamo quello che
vogliamo ma solo grazie all'utilizzo di questi recipienti rigidi,
capaci di sostenere la pressione, l'attività subacquea con
autorespiratore è riuscita a diffondersi. Se infatti abbiamo bisogno
di tanta aria da respirare, l'unico rimedio è quello di disporre di un
contenitore robusto nel quale immettere aria compressa, dotandolo poi
di un dispositivo - l'erogatore – che consenta di respirala a una
pressione pari a quella dell'ambiente in cui ci troviamo. Aumentando,
si sa, la pressione di ricarica delle bombole si aumenta la quantità
d'aria in esse contenuta ma attenzione perché oltre certi limiti non
conviene andare perché la proporzionalità inversa fra pressione e
volume vale solo per i gas perfetti in cui le molecole non hanno
volume.
Nel caso dell'aria, quando la sua densità aumenta per effetto
della pressione, le molecole all'interno della bombola diventano molto
più numerose e non può essere trascurato il fatto che parte del volume
è già occupato dalle stesse molecole. Inoltre la loro maggiore
vicinanza dà origine a forze di attrazione o repulsione che non
possono essere considerate nulle. In breve, se l'aria a 100 bar può
essere considerata ancora un gas perfetto, a 200 bar già si perde un
10% dei normal-litri teorici e a 300 bar si arriva al 20% per cui, per
assurdo che possa sembrare, una bombola da 10 litri a 300 bar contiene
meno aria di una da 15 litri a 200 bar sebbene teoricamente ne
contengano la stessa quantità. Ecco perché le bombole a 200, 250 bar
sono le più diffuse.
E veniamo ai
materiali. Attualmente ne esistono due tipi principali: l'acciaio
e l'alluminio, così chiamati anche se, in entrambi i tipi, sono usate
in realtà delle leghe metalliche (acciaio al cromo molibdeno per le
bombole d'acciaio e una lega d'alluminio con magnesio, fosforo,
silicio e manganese per quelle in alluminio). Per completezza
sottolineiamo che tra i materiali utilizzati per la produzione di
bombole è da poco arrivato anche il composito (strati di alluminio,
carbonio e Kevlar Dupont) che però trova maggiore impiego per l'uso
con autorespiratori di superficie. A ognuno di questi materiali
corrispondono ovviamente vantaggi e svantaggi dei quali il subacqueo
deve tener conto operando la sua scelta.
Esistono anche situazioni in cui alcuni potenziali svantaggi
possono trasformarsi in vantaggi e viceversa. Per esempio il peso di
una bombola d'acciaio potrebbe permettere una parziale riduzione della
zavorra o, invertendo i termini, una bombola d'alluminio non
arrugginisce ma costringe ad indossare dei pesi in più in zavorra. In
una bombola d'acciaio, per quanto protetta da sofisticati processi di
verniciatura, l'ossidazione troverà sempre un punto d'innesco che nel
tempo non mancherà di mostrare il suo effetto più noto costituito
dalla ruggine.
Per aumentare la vita di una bombola d'acciaio non sarà sufficiente
inoltre preservare solo l'esterno ma vanno effettuate periodiche
(annuali) ispezioni anche all'interno dove condensa e umidità, aiutate
da una buona quantità d'ossigeno, riescono più facilmente a intaccare
il metallo. “Last but not least” uno dei punti nevralgici di queste
bombole è rappresentato dalla base sferica che racchiusa nel fondello
di gomma, costituisce uno dei punti di maggiore ristagno di acqua.
Si osservi al contrario che l'ossidazione delle bombole di
alluminio, pur essendo molto rapida rispetto a quella dell'acciaio,
costituisce invece una protezione del metallo stesso. Molto più ovvia
è la circostanza per cui vi è una differenza di peso tra acciaio e
alluminio: il peso specifico del primo è 7.85 mentre quello
dell'alluminio è 2.60. Questo significa che un decimetro cubo (un
litro) di acciaio pesa 7,85 kg, mentre lo stesso volume di alluminio
pesa solo 2,60 kg. Se le bombole avessero tutte lo stesso spessore,
tutte quelle in acciaio peserebbero tre volte di più di quelle in
alluminio. In realtà, poiché la resistenza dell'acciaio è superiore,
le bombole in alluminio hanno uno spessore compreso tra 2,5 e 3,5
volte quello dell'acciaio. Potremo quindi avere bombole in acciaio che
a terra pesano meno di bombole in alluminio o viceversa a seconda
della legislazione locale. Per quanto riguarda la capacità delle
bombole subacquee possiamo solo affermare che c'è l'imbarazzo della
scelta. Troviamo infatti bombole da 5, 10, 12, 15 e 18 litri e non è
difficile reperire anche tagli intermedi come 3, 7 e 9 litri. Per
ognuna di esse ovviamente cambia la galleggiabilità in acqua salata,
considerandola sia a bombola carica che scarica. Per fare un esempio,
una bombola da 10 litri in acciaio pesa a terra, vuota, 10,08 kg,
carica 12,42 kg e, a causa di una spinta idrostatica di 11,60 kg, ha
una galleggiabilità di – 0,82 kg se carica e + 1,52 se scarica: la
stessa bombola, in alluminio, avrà a terra un peso di 12,70 kg vuota,
di 15,04 kg carica e, per effetto di una spinta idrostatica di 15,3
kg, avrà una galleggiabilità di + 0,86 kg se carica e di + 2,60 kg se
vuota.
Morale: le bombole in alluminio anche se più pesanti a terra,
avranno in acqua, a fine immersione, una galleggiabilità superiore a
quelle in acciaio. Ultima osservazione con riguardo al colore delle
bombole. Con decreto del 7 gennaio 1999, il Ministero dei Trasporti ha
disposto, per uniformare il colore delle bombole a seconda del loro
contenuto (aria compressa, Nitrox ovvero aria arricchita, elio ecc.) a
quelle degli altri Paesi CEE, un sistema di identificazione con codici
di colore delle ogive (la parte emisferica superiore) che differisce
da quello oggi usato in Italia, sistema che è divenuto obbligatorio
per le bombole nuove dal 10 agosto 1999 ma fino al 30 giugno 2006 è
ammesso l'uso del vecchio sistema di colorazione. Questi preziosi
involucri quindi, nonostante l'apparenza semplice, racchiudono
numerosi fattori di diversità e sta ad ogni buon subacqueo conoscerli
e tenerne conto al momento della scelta o del semplice utilizzo quando
si scelga di prenderle in affitto per comodità.
Occhio quindi e... divertiamoci seriamente. Un abbraccio profondo a
tutti,
Umberto Trapani |