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In acqua dopo l'estate...

Com'è andato l'esame estivo di subacquea? 

Siete stati promossi sul campo, bocciati o solo rimandati all'autunno? 

Per quanta fiducia abbiate in voi stessi certo qualcosa avrete trovato nella vostra preparazione che adesso è il caso di rivedere e migliorare per affrontare meglio le uscite invernali non meno suggestive di quelle appena godute ma che meritano solo una valutazione più attenta delle nostre capacità subacquee. 

Cominciamo dalla nostra condizione atletica. 

Nuotare controcorrente vi ha "distrutto"? 

Dopo un minimo di fatica, magari per vestirvi, avete sentito il "cuore in gola"?

Allora siete in pessima condizione atletica.

Sebbene l'attività subacquea svolta a livello "turistico" non sia certo uno sport, comunque, come tutte le attività del tempo libero, richiede un minimo di buona condizione fisica. In termini del tutto generali potete avere un'idea molto approssimativa dai battiti cardiaci misurati a riposo al mattino prima di colazione. Se avete 50-55 pulsazioni al minuto significa che siete in ottima forma. La media è circa 60-65 battiti al minuto; se siete oltre 70 non va bene. Dovrete fare un po' di allenamento magari nuotando 2/3 ore la settimana in piscina.

E se i problemi, piccoli o grandi incontrati, venissero da una carenza di addestramento? 
Vi siete accorti che non siete in grado di eseguire alcune delle tecniche fondamentali dell'immersione subacquea? Per esempio non riuscite a rimanere fermi a mezz'acqua controllando la galleggiabilità ("hovering") ?

Prima di tutto biasimate l'istruttore che vi ha dato lo stesso il brevetto da sub autonomo, poi recitate un "mea culpa" per aver pensato che l'immersione subacquea fosse un'attività che si apprende in un nonnulla.

Si torna allora sui banchi di scuola (in piscina) almeno per rimettere ordine e ripetere tutte le tecniche necessarie e quelle di emergenza. Cercate un istruttore e fatevi guidare con la dovuta umiltà che serve in queste circostanze. Ma se vi siete trovati in difficoltà senza colpa dell'istruttore che vi ha brevettato ma semplicemente perché avete ecceduto i limiti di addestramento ricevuti (ad es. vi siete infilati in una grotta senza mai esservi immersi in ambienti chiusi e nemmeno di notte) allora le strade sono due; affidarvi a compagni "veterani" ovvero, ancora una volta scegliere di frequentare un corso che rappresenta senza dubbio la scorciatoia più sicura per iniziare a praticare nuove attività sub per il principio che: istruzione e emulazione difficilmente coincidono. E parlando di novità, facciamo il caso che qualcuno in immersione vi abbia mostrato ad esempio un nuovo modo di assemblare l'erogatore o qualche altra "tecnica" sconosciuta che a voi interessa provare. Bene,ma la strada ideale è quella che gli antropologi chiamano "cambiamento attraverso la continuità", quindi fate tutto un po' alla volta, "sperimentando" ogni cosa anzitutto a bassa quota. 

Se i problemi fossero venuti dalle attrezzature, ad esempio un erogatore che va in erogazione continua, è ora di portarle da un tecnico. 

Ma attenzione: un erogatore che "perde" solo in acqua, magari quando è posto con il boccaglio in alto, o a terra quando premete il pulsante di comando manuale, potrebbe essere solo ottimamente funzionante. 

La verifica è semplice: 
provate a interrompere il flusso ostruendo il boccaglio con la mano o con la bocca.
Si ferma? Allora è perfetto. Non fatelo tarare diversamente. 

Lo stesso vale se è presente un meccanismo di regolazione dell'effetto Venturi e il secondo stadio va in erogazione continua solo quando questo è regolato sulla massima portata. 

Profittate inoltre delle notevoli possibilità offerte dai nuovi computer subacquei per "ripassare" il profilo delle vostre immersioni. Riscontrate ad es. che abbondano i sali-scendi ("yo-yo") sul fondo….allora avete proprio bisogno di organizzare meglio la vostra permanenza nel mondo acquatico. 
Avete avuto problemi di narcosi o di compensazione e dal profilo rilevate che siete scesi come fulmini? Ricordate quanto vi è stato insegnato dalla vostra scuola sub e così pure se ci sono violazioni della velocità di risalita, regolate meglio la zavorra e rileggete il paragrafo delle risalite involontarie.

E a proposito di cose involontarie, un ultimo suggerimento va a tutti i fumatori.
Profittate dell'inverno per risolvere un problema che può condizionarvi il piacere della subacquea, dipende solo da voi. 
Il fumo è la causa più frequente di insufficienza respiratoria di tipo ostruttivo.
Cosa significa? Sostanzialmente che i depositi di fumo coprono la superficie polmonare riducendola (ecco il perché del fiato corto). Inoltre eliminano i surfattanti che rivestono gli alveoli e che servono ad evitare "incollature" delle pareti e quindi la formazione di zone aeree chiuse (ovvero l'enfisema). In questa condizione si ha l'aumento delle possibilità di sovradistensione polmonare con le conseguenze che tutti i sub conoscono. Se a questo aggiungiamo i problemi legati al monossido di carbonio (tutto quello contenuto in una sigaretta si lega alla nostra emoglobina "rubando" posti alle molecole di ossigeno) si capisce perché ….è meglio lasciar perdere e sperimentare la nostra forza di volontà. 

Pensiamo all'inverno quindi, senza dimenticare le esperienze appena fatte e proponendoci di divertirci ancora, tanto, ma sempre con giudizio. 

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