La subacquea non è solo sport, non è solo
ricerca, escursionismo o qualunque altra attività che sotto il pelo
dell’acqua può essere svolta anche con passione e impegno. La
subacquea è amicizia, è rapporto umano con i compagni, è dialogo
silenzioso in cui gli sguardi dicono spesso molto più delle parole,
in breve è capacità di “intendersi” nel senso più profondo del
termine. Quando si pensa a questo aspetto tanto importante
dell’attività che ci sta a cuore allora possiamo capire che dolore
ci procuri la perdita di un amico con cui abbiamo condiviso tante
avventure, tante emozioni, sotto e sopra anche il livello del mare.
Perdonate lo sconfinamento su un terreno così poco consueto rispetto
a quelli solitamente affrontati in queste pagine ma è recente la
realizzazione di un progetto che colpisce profondamente l’animo di
ogni buon sportivo e soprattutto di tutti coloro che credono
nell’amicizia come valore prioritario della vita.
Il
13 gennaio scorso il club Tecnomare di Palermo ha voluto ricordare
l’improvvisa scomparsa di uno dei suoi soci, esperto subacqueo ma
anche valente pilota, che un anno prima era precipitato con un aereo
da turismo guidato da un amico nei pressi di Ragusa. A Salvatore Lo
Cicero, questo il nome dell’amico morto tragicamente, il noto
sodalizio di subacquei e gommonauti ha voluto intestare una stele
che è stata deposta sul fondo del mare proprio di fronte il
porticciolo turistico del Roosvelt a Mondello.
Quasi una tonnellata e mezzo del miglior marmo di
Sicilia per raffigurare una bombola subacquea in cui si innesta la
coda di un aereo; questo il disegno della scultura voluta per
ricordare la duplice passione dell’amico scomparso e che, calata in
mare dopo essere stata benedetta sul molo del paese, è stata
trascinata sotto la chiglia di un grosso rimorchiatore fino al punto
di immersione dove è stata lentamente “filata” con una cima da
grosse navi a dodici metri di profondità; qui i compagni di Salvo si
sono riuniti assieme ai figli e al fratello per dedicargli un
ennesimo, sofferto ricordo carico di affetto e nostalgia.
Possiamo
scegliere tra tante splendide mete subacquee sotto casa come abbiamo
visto ma vi invito a dedicare un’immersione a questa stele non tanto
per la soddisfare la curiosità di vedere di presenza come è stata
realizzata ma per trasformare l’esperienza in un’occasione di
riflessione sul valore dell’amicizia. Nuotate attorno a quella
grossa bombola bianca, leggete attentamente le parole incise sulla
targa fissata alla base di marmo e chiedetevi se e quando diventi
possibile che un amico non ci lasci mai, nemmeno quando la vita lo
ha abbandonato. Passate in rassegna tutti coloro che dividono con
voi il piacere di questo sport e non solo e ditevi quanti
meriterebbero un omaggio del genere.
Quel Salvo Lo Cicero non era un eroe, non era
speciale per aver vinto tante gare di volo a motore o per aver
navigato in gommone sino al Mar Nero, né sul lavoro per i successi
dell’azienda che in tanti anni aveva saputo far crescere; era
speciale per i suoi amici , diciamolo pure, per il valore che la sua
presenza aveva assunto nei rapporti con ciascuno, frutto della
disponibilità, della sincerità e dell’affetto che costantemente
dispensava. Oggi egli può dirsi ancora presente tra loro e non
sembra eccessivo definirlo un esempio per chi si chiede con
convinzione cosa vuol dire amicizia.
Inutile dire che gli amici del Tecnomare, me
compreso ovviamente, saranno ben felici di accompagnarvi nel punto
in cui è sistemata l’opera e avranno piacere di tornare a immergersi
con voi per rendere un ennesimo omaggio a un grande compagno di
avventure. Un abbraccio profondo a tutti
Umberto Trapani
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