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ISNELLO:
Monumenti e Chiese
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La
Chiesa Madre Di impianto quattrocentesco, è a tre navate. È
intitolata a San Nicola, il patrono, effigiato in una
magnifica statua lignea del Quattrocento. Vi si ammirano
stucchi secenteschi di Giuseppe Li Volsi (nel
presbiterio), affreschi di Antonino Ferrara, un coro
ligneo del 1601 (le opere barocche in legno intagliato
sono caratteristiche di Isnello), un tabernacolo marmoreo
attribuito a Domenico Gagini, l'organo del 1615, anche
questo in legno intagliato e dorato, la bella cappella
dell'Addolorata, decorata di affreschi nel Cinquecento, in
cui si custodisce una tela dello Zoppo di Gangi,"La
Deposizione".
La
Chiesa di San Michele Venne edificata presumibilmente tra il XIV e il XV
secolo. Notevole il soffitto ligneo a cassettoni,
minuziosamente dipinto, risalente al Seicento. La cantoria
è un ennesimo esempio dell'arte barocca dell'intaglio del
legno particolarmente ben rappresentata a Isnello. Da
vedere inoltre il Crocifisso di Fra' Umile da Petralia,
l'affresco di San Leonardo e la tela secentesca
raffigurante i Quaranta Martiri.
La
Chiesa di Santa Maria Maggiore Della fine del Trecento, custodisce anch'essa
pregevoli opere lignee: un crocifisso del Cinquecento (bifacciale:
da una parte vi è raffigurata la Crocifissione,
dall'altra la Resurrezione) e un organo del 1754 dalla
cassa intagliata e scolpita. Inoltre una statua in marmo
della Vergine risalente al 1547, di scuola siciliana.
Notevoli gli stucchi barocchi.
La
Chiesa dell'Annunziata Venne fondata nel Medioevo ma ristrutturata nel corso
del XVIII secolo. La statua in marmo della Vergine
titolare è tra le opere più interessanti custodite
all'interno, così come quella dell'Arcangelo Gabriele, di
scuola gaginiana, l'organo settecentesco e il quadro della
Natività dello Zoppo di Gangi.
La
Chiesa del Rosario, già dei frati domenicani, fu
annesso nel Cinquecento al palazzo dei principi di Isnello
che la utilizzavano come propria cappella. Fu proprio uno
dei principi, Pietro Santacolomba Denti, a commissionare
il magnifico paliotto ancora esposto nella chiesa. Da
vedere, inoltre, la paia d'altare, un bellissimo olio su
tavola dell'artista fiammingo Simone di Wobrek,
raffigurante la Madonna del Rosario e, ai bordi, i
quindici misteri. Al Seicento risale infine la
"pianeta completa di Isnello", un ricco
paramento sacro ricamato in oro, seta e corallo.
Fra le
emergenze va ancora segnalata l'opera in bronzo dello
scultore locale Pietro Giambelluca, del 1987, raffigurante
la Madre Madonita, e l'Eremo di San Leonardo, ormai
ridotto a rudere, risalente al XII secolo.
Particolarmente
ben conservato, a Isnello, l'impianto urbanistico
medievale caratterizzato da piccole piazze di forme
diverse, da percorrere a piedi dirigendosi verso l'alto:
nella parte sommitale del paese, su un poggio, scarsi
ruderi testimoniano della presenza di un antico
castello.
L'ambiente
naturale
Il centro
abitato di Isnello è adagiato fra le pieghe di una
vallata, ai piedi della Montagna Grande, ed è circondato
dalla cornice naturale del Parco delle Madonie. Il querceto
di Isnello, la faggeta madonita e le verdeggianti
pendici di Monte Carbonara si susseguono proprio dalle
porte del paese, con alberi monumentali - lecci, sugheri,
roverelle - che caratterizzano i rilievi collinari di
Montaspro, Orippotto, Favara e Piano Zucchi
(quest'ultima è una nota zona di villeggiatura, estiva e
invernale).

Il
territorio di Isnello è particolarmente conosciuto dagli
speleologi per via della presenza di alcune importanti grotte.
La più nota è il cosiddetto Abisso del Vento, una
cavità carsica che si spinge fino all'incredibile
profondità di 230 metri. In gran parte la grotta,
costituita da un vasto reticolo di pozzi e gallerie, è
ancora inesplorata. Vi sono in gran numero stalattiti e
stalagmiti, di varie fogge e dimensioni, le quali, a
tratti, formano una selva impenetrabile di bianchissime
colonne o danno vita a candide cascate oltre a delimitare
conche e laghetti d'acqua gelata e limpidissima. Meno note
sono la Grotta del Fico e la Grotta Balatelle, dove in
passato gli archeologi hanno rinvenuto necropoli
neolitiche e armi in pietra.
I
Dintorni
Il
bosco di Montaspro e gli alberi monumentali delle Madonie
E un bosco
di leccio, di sughera, di roverella e di formazioni miste
che caratterizza i rilievi collinari di Montaspro,
Orippotto, Favara e Piano Zucchi. Qui il bosco appare
"punteggiato" dalle grandi chiome di roverelle
monumentali che si stagliano con imponenza sopra la volta
del continuo manto forestale, risultando visibili da
lontano. L'albero più rappresentativo (quercus pubescens,
roverella) supera i 22 metri di altezza e i 7 di
circonferenza. L'Abisso del vento
Tra le
tante cavità dei comprensori montuosi di Pizzo di Pilo e
del Carbonara particolare importanza e suggestione riveste
l'Abisso del vento, in località "Balatelle". È una
grotta che si esprime in profondità fino a raggiungere,
al fondo, i 230 metri, per la gran parte ancora
inesplorata e costituita da un vasto reticolo di pozzi e
gallerie, ove stalattiti e stalagmiti di varie fogge e
dimensioni formano, a tratti, una selva impenetrabile di
bianchissime colonne o danno luogo a spettacolari cascate,
oltre che delimitare conche e laghetti pieni di acqua
limpidissima e fredda. Anche qui. come in altre cavità
della zona, sono state ritrovate lame e punte di selce,
ollette, (rammenti di vasi e raschiatoi risalenti alla
prima metà dell'Eneolitico, a testimonianza di
insediamenti preistorici nel territorio ove le grotte
erano usate anche quali sepolture. Eremo di San Leonardo, oggi rudere, di incerta datazione, se ne hanno le prime
notizie dalla Bolla di Papa Lucio III "Religiosam
vitam" del 11 82 che assegnava la chiesa, l'eremo e
tutte le sue terre e pertinenze ai frati premonstratensi
della vicina Abazia di San Giorgio di Gratteri, a seguito
dell'abbandono del luogo da parte dei religiosi (con ogni
probabilità monaci basiliani) che vi dimoravano in
precedenza.
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