Fu
costruita intorno al 1140 ma completamente restaurata nel
1882 dall'architetto Patricolo.
Attorno ad un giardino ricco di una grande varietà di
essenze arboree si sviluppa il complesso monumentale di
San Giovanni degli Eremiti che comprende la “sala Araba
“ a pianta rettangolare, un brano di moschea araba del X
secolo, e la chiesa con il chiostro facenti parte del
monastero fondato da Ruggero II tra il 1130 ed il 1148.
La chiesa, con impianto planimetrico a T, a navata
unica orientata ad est, sviluppa il tema del quadrato
elemento generatore che insieme al cerchio da origine
alla “qubba”, di origine fatimita: è costituita da
blocchi compatti parallelepipedi in conci di tufo
squadrati, dai quali emergono i volumi rossi delle
cinque cupolette poste in corrispondenza delle cinque
campate interne.
La cupola ubicata nella campata sinistra del
transetto più alta rispetto alle altre, assolve la
funzione di campanile. Il chiostro a pianta rettangolare
è connotato dalla successione di colonnine binate con
capitelli a foglie d’acanto sormontati da archi a sesto
acuto marcati da ghiere piatte.
E' tipicamente arte
musulmana "la qubba" (le gobbe) che è presente in altre
chiese come San Cataldo e San Giovanni dei Lebbrosi più o
meno dello stesso periodo.
Non è possibile descrivere l'atmosfera che
si respira all'interno dell'edificio ove è presente anche
un piccolo chiostro, si può solo immaginare cosa potesse
essere tale bellezza di arte musulmana annegata tra piante
esotiche, ancora parzialmente presenti, e polle d'acqua
che ornavano tali giardini...
Il chiostro è di età normanna e risente
molto della vicinanza del Palazzo Reale a pochi metri di
distanza. In un'area del complesso architettonico infatti
venivano sepolti i corpi di nobili di corte ma non dei re
e principi. Nei pressi della Chiesa è presente
un'antica porta di Palermo la Porta di Mazara
edificata nel XIV sec. e una chiesa ex convento dei
Benedettini da visitare: San Giorgio in Kemonia del
'700 dal nome del fiume che scorreva fino al secolo scorso
da quelle parti. A due passi il mercato storico di
Palermo: Ballarò !
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