Dal Sito
dell'università di Palermo...
Nell'angolo sud-orientale di Piazza Marina abbiamo l'Ostario
Magno dei Chiaramonte, noto cone Steri (dal latino "Hosterium",
palazzo fortificato), oggi sede del Rettorato
universitario palermitano.
La famiglia Chiaramonte, di origini francesi,
raggiunse grande potenza politica ed esercitò il proprio
dominio feudale per tutto il corso del XIV secolo.
L'influenza fu tale che tutto quel secolo è ricordato
nella storia dell Sicilia come "epoca chiaramontiana".
Tale termine si estende anche per ciò che riguarda
l'architettura e l'arte del periodo che, riprendendo
temi e motivi dell'architettuta normanna sviluppò uno
stile detto proprio "chiaramontiano".
La dimora fu costruita intorno al 1320 da Manfredi I
Chiaramonte. Elegante e solenne il palazzo si ergeva
come un volume nitido e chiuso, sulla parte più elevata
del vasto pianoro prossimo al mare ed allora libero da
costruzioni.
Di impianto quadrato l'edificio è incentrato attorno
ad un raccolto cortile. Distribuito su due soli piani vi
fu aggiunto nella seconda metà del 1300 un terzo livello
e proseguita la scala del lato occidentale. Sopra l'alto
basamento chiuso e lavorato a bugne si svolge la
decorazione delle finestre del primo piano che forma una
larga fascia ritmata. Tutti i piani prendono luce dalle
bifore poste sui prospetti, tranne il salone
settentrionale che presenta sue serie di eleganti
trifore sui due lati lunghi e si affaccia sulla corte
interna. Le aperture sono impostate su esili colonnine,
di cui alcune tortili, e concluse da archetti recorate
da fasce bicrome o da ghiere a bastoni disposti a
zig-zag. Nelle trifore, tre decorazioni circolari
inserite nella lunetta, formano un'ulteriore motivo
decorativo.
Una fascia a movenze floreali corre sull'imposta
degli archi ed unifica le varie aperture. Altre fasce
orizzontali ornano il bordo inferiore delle stesse e
separano idealmente i vari piani dell'edificio. Le
finestre del secondo piano sono più semplici ed hanno
minore cura del dettaglio. Agli angoli dei prospetti
sono poste colonne inalveolate. L'ingresso principale è
sul fianco laterale nel prospetto meridionale in
posizione decentrata, elegantemente definito da una
semplice doppia ghiera di conci, formanti arco ogivale.
Con l'arrivo dei re aragonesi nel 1392 si concluse
tragicamente la vicenda politica dei Chiaramonte:
Andrea, l'ultimo signore, venne decapitato davanti alla
sua principesca dimora il primo giugno di quell'anno.
Dopo la confisca dei beni della famiglia lo Steri
divenne residenza dei vicerè fino alla prima metà del
XVI secolo; nel corso di quel secolo fu aggiunta una
scala esterna per consentire l'accesso diretto alla sala
del primo piano. Nel 1517 il piano terreno e gli
ammezzati, costruiti appositamente, divennero uffici
della dogana. Il complesso dello Steri fu poi sede del
tribunale della Santa Inquisizione dal 1601 al 1782,
anno in cui fu definitivamente abolito: nel 1623 fu
aggiunto un nuovo corpo di fabbrica, detto Carceri della
Penitenza, per custordire i prigionieri della
Inquisizione, già in parte "ospitati" in prigioni
ricavate all'interno del Palazzo: tra queste le
temutissime "Filippine" disposte da Filippo III.
Tra il XVIII ed il XX secolo il complesso ha
ospitato, oltre gli Uffici della Dogana, un rifugio per
i poveri, l'Impresa del Lotto e gli Uffici Giudiziari.
Nel corso del '700 furono eseguiti dei restauri,
diretti da Giacomo Amato, ed in questa occasione venne
scoperto il portale su Piazza Marina.
Quando nel 1799 vi vennero nuovamente trasferiti gli
uffici dei Tribunali, questi occuparono tutti gli
edifici che gravitano sul cortile esterno.
L'adattamento a così diverse funzioni aveva
comportato una serie di rovinosi aggiustamenti, aggiunte
e demolizioni che avevano compromesso la lettura
unitaria dell'insieme. Anche il cortile interno del
palazzo ha subito parziali rimaneggiamenti, come la
copertura di alcuni vani con tramezzature posticcie.
Il complesso è passato nel 1958 alla Regione
Siciliana e poi all'Università degli Studi di Palermo
che ha destinato Palazzo Steri a sede del Rettorato. In
seguito è stato intrapreso il necessario restauro. Nel
1972 è stato completato quello dello Steri; intorno al
1980 quello relativo al palazzetto Abatellis dove sono
oggi alloggiati alcuni uffici, mentre si sta provvedendo
al restauro delle costruzioni antistanti.
Dal vano d'ingresso si accede al cortile porticato in
due ordini: il primo massiccio, il secondo più aureo.
Alcune grandi sale al piano terra sono utilizzate per
esposizioni temporanee. Ai piani superiori si trovano,
sul versante settentrionale, due grandi sale (una per
piano): al primo piano l'Aula Magna (o Sala dei Baroni),
oggi aula di rappresentanza del Rettore ornato da un
prezioso soffitto ligneo a grandi travature, dipinto nel
1377 dai pittori Dareneu di Palermo, Cecco di Naro e
Simone da Corleone. I dipinti rappresentano una sequenza
di scene che hanno come riferimento le avventure
cavalleresche ed i cicli dei romanzi cortesi. Figure in
azione, dame e cavalieri, scene di battaglie e città
medievali si susseguono senza soluzione di continuità.La
decorazione pittorica del soffitto dello Steri si
inserisce nella tradizione della pittura su legno: pur
se eseguita da maestri dell'arte popolare, esprime la
raffinatezza di una classe emergente e laica ed è
ritenuta uno dei capolavori della pittura medievale.
La sala del secondo piano è la Sala delle Capriate
utilizzata per conferenze ed importanti avvenimenti
culturali.
La storia del palazzo è la storia di
Palermo, la sua architettura ha fatto scuola (stile
chiaramontano) e per dirne solo una è stata sede del
tribunale dell'inquisizione: nella piazza antistante
dove oggi è impiantata la venivano
giustiziati, decapitati, bruciati i condannati a morte
dal tribunale davanti al popolo !
Conserva la famosa
tela di Guttuso "Vucciria"
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