Lo
stabilimento non è attualmente in funzione
Oggi è adibito ad
Ecomuseo del Mare.
L' EcoMuseo della Memoria ricorda,
illustra e valorizza due tematiche
accomunate dall'importanza che hanno
rivestito per la popolazione eoliana sin
da epoche antiche: la vicenda delle
terme di San Calogero risale al II
millennio a.C., mentre la storia delle
cave di pomice affonda le sue radici
addirittura nel Neolitico (V millennio
a.C.).
Attraverso l’esposizione di
fotografie antiche, testimonianze
storiche e ricostruzioni di ambienti di
lavoro con attrezzi d’epoca, il
visitatore viene immerso in un album in
bianco e nero alla scoperta della
cultura e dell’identità eoliana.
Un tuffo nel passato che si colora
con la visione del documentario di
Lionetto Fabbri ( vincitore del Gran
Premio Orso d'Oro al Festival di Berlino
nel 1957), suggestiva testimonianza del
duro lavoro dei cavatori della pomice.
Il percorso si conclude con il
racconto della storia delle terme:
sfruttate sin da epoca micenea,
raggiungono il loro massimo splendore in
età romana, per poi essere riscoperte
nel medioevo da San Calogero e giungere
sino a noi con le loro vasche irrorate
di acqua terapeutica a 50-60°.
Cenni storici
Furono conosciute dagli abitanti più antichi
dell'isola ed ebbero notorietà presso i romani.
Nei pressi dello stabilimento esiste una grotta
sudatoria, testimonianza delle attività termali
organizzate dagli stessi romani anche se erano
frequenti in tempi ancora più antichi.
Durante i
lavori di ripristino dello stabilimento è stato
scoperto l'impianto termale più antico del
mondo, cioè un insieme di canalizzazioni con
relativa caldaia risalenti, addirittura, al XVII
sec. a.C., mentre si sviluppava la civiltà
eoliana.
Vengono chiamate San Calogero perché la
leggenda racconta che il santo, per mettere in
fuga i diavoli annidati nella località, fece
sgorgare miracolosamente quelle sorgenti dalle
acque salutari, a beneficio dei sofferenti.
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