Se dopo essere stati sopraffatti dalla caratteristica zona di "grascia" della
Vucciria avete deciso di andare a bighellonare altrove e temete di perdervi per vie e viuzze, potete adoperare la
scalinata Caracciolo che collega la piazza con via
Roma.
Alla vostra sinistra, la
chiesa di S. Antonio Abate (eretta nel XIII sec, rinnovata nel 1536, restaurata in seguito al terremoto del 1823 e nel 1888).
Sul versante opposto della via
Roma è il Teatro Biondo edificato nel 1903 in stile eclettico con elementi tipici ottocenteschi.
Poco più avanti imbocchiamo la via
Bandiera, un tempo regno delle confetterie e dei pasticceri, oggi sede di negozi e bancarelle di tessuti, abbigliamento e generi vari.
Siete collezionisti di bomboniere o altri oggetti kitch o ancora cercate souvenir a prezzo modico? Siete nel posto adatto.
Diversi palazzi sono ubicati in questa via, alcuni di essi difficili da identificare in mezzo allo scempio dei negozi ma basta aguzzare la vista. Per venirvi incontro segnaliamo al n. 14
Palazzo Termine (costruito nel 1593), ornato
all'esterno con torri e merli e all'interno con affreschi di Vito D'Anna e decorazioni di
Ernesto Basile. Al n. 24 è il settecentesco
Palazzo Oneto di
Sperlinga.
Svoltando a destra per via
Patania giungiamo a piazza
Olivella su cui si affaccia il prospetto della
chiesa di S. Ignazio, magnifico esempio di barocco palermitano (1598-1622, mentre la cupola è del 1732). Sul lato destro è l'oratorio tardo settecentesco. Sempre sulla piazza è la casa dei
padri Filippini edificata nel XVI
sec. e, sede dal 1866, del Museo Regionale Archeologico. All'interno si possono ammirare reperti di gran pregio, differenti per cronologia e provenienza.
Risalendo per via
Bara all'Olivella ne approfittiamo per prendere gli orari degli spettacoli del
teatro dei pupi (dico... vorrete perdervi le gesta dei paladini di Francia?)
Alla fine della via
Bara (tetro come nome vero???) ci ritroviamo in via
Maqueda: davanti ai nostri occhi il maestoso
Teatro Massimo,manifesto neoclassico della cultura borghese ottocentesca. Come non rimanerne ammaliati? E pensare che per molti anni è apparso come lo spettro di un fasto passato, ingiallito e triste perfino nelle aiuole che lo costeggiavano.
Sorto sulle "ceneri" della Palermo barocca, progettato da
G.B. Basile nel 1864, continuato dal figlio
Ernesto e terminato nel 1897, è stato riaperto nel 1997 dopo ventitré anni
d'inattività grazie all'impegno dell'allora amministrazione comunale presidiata
da Leoluca Orlando che ha dato un volto nuovo all'intera zona di Piazza
Verdi.
L'itinerario si chiude qui nel bel mezzo della piazza Verdi, non ci resta che riposare seduti sullo scalone del teatro a goderci lo spettacolo che ci circonda. Dai gruppi bronzei raffiguranti Lirica e Tragedia, ai
chioschi Ribaudo e Vicari, ennesimo tributo al Liberty del maestro
Basile.