|
Viale Duca Degli
Abruzzi - Palermo
Situata nel punto più alto della parte pianeggiante dei Colli, a quota 60 m.
s.l.m.,
villa Spina, inserita nel verde di un terreno rettangolare, ha il viale principale che lo attraversa longitudinalmente seguendo la direttrice sud-nord dei viali delle ville ad essa adiacenti: villa Lampedusa, e la Casina Cinese, da cui è separata dal viale Duca degli Abruzzi, che dal viale del Fante, prolungandosi, conduce a Pallavicino e poi a
Mondello.
L'ingresso principale del Parco, oggi chiuso, si apre con piloni monumentali e cancellata sulla via dei Quartieri, mentre l'ingresso attualmente fruibile è sulla via Duca degli Abruzzi in asse con quello laterale della Palazzina Cinese.
La villa conserva il Parco con i giardini, gli orti, che ne facevano un fondo agricolo ed un luogo di villeggiatura, anche se molte piante sono state sostituite e molti arredi del giardino, panche, statue sono state vendute o disperse.
Lo schema compositivo è identico a quello di alcune ville coeve della Piana dei Colli come villa
Pantelleria, esso presenta il corpo centrale a due elevazioni e, staccati, i corpi bassi ortogonali, in passato magazzini e scuderie, che formano un'ampia corte nel ricordo dei precedenti bagli.
La residenza è un blocco parallelepipedo con due terrazze disposte simmetricamente al piano nobile, esse, al piano terra, costituiscono ad est il vano della cappella neoclassica e ad ovest un locale di un piccolo teatro, non più esistente. L
a semplicità della costruzione e delle decorazioni della facciata con le cornici mistilinee sovrastanti le finestre e i balconi a petto laterali, probabilmente coevi allo scalone, sono in contrasto con l'esuberanza dello scalone elicoidale a due rampe convergenti nel pianerottolo su cui si apre la porta-finestra del piano nobile, mentre al di sotto lascia il posto all'attuale portale, con arco ribassato, del piano terra. La disposizione dei saloni interni del piano nobile si ripete al piano inferiore, nonostante le trasformazioni successive.
Nelle volte a padiglione dei saloni del piano nobile vi sono affreschi raffiguranti le allegorie delle stagioni, nelle pareti e nelle sovrapporte si trovano, entro semplici cornici, nature morte con fiori e paesaggi arcadici del XVIII secolo. Questi affreschi sono stati attribuiti a
Gaspare Fumagalli e ai figli Eugenio ed Ermenegildo. Nel piano terra, invece, tempere
in stile pompeiano e sovrappone raffigurano templi greci e Maredolce a Palermo della fine del Settecento. La piccola e semplice villa, secondo le notizie riportate dagli storici, fu edificata nel 1676 da Vincenzo Vanni, e poi passata al figlio Alessandro Vanni Torre, principe di San Vincenzo al quale si debbono, probabilmente, le trasformazioni della precedente casena del padre con l'attuale configurazione (scalone, fastigio con un levriere bianco e due
leoni rampanti, poi sostituiti dalla «S» degli Spina).
Nel 1790 la villa è proprietà del banchiere Don Giuseppe Velia, il quale dà incarico per effettuare una perizia all'architetto Marvuglia, forse per opere di ammodernamento e consolidamento, e per la sistemazione del piano terra ad abitazione.
Dai Velia nell'Ottocento passa agli Isgrò e poi agli Spina ai quali si debbono probabilmente i soppalchi di alcuni saloni del piano nobile, oggi non più esistenti, la risistemazione del parco con il belvedere e la grotta artificiale.
Durante la rivoluzione del 1860 una palla di cannone sfonda il prospetto provocando gravi danni alla villa che verrà restaurata con un nuovo tetto ancora oggi esistente.
La villa, acquistata negli anni trenta del Novecento dai Palminteri, è attualmente proprietà dei Signori Venezia e Palminteri, che la mantengono con grande decoro.
|
|