“U parrucciano” cliente
abitualmente metodico, era capace di farsi lunghe passeggiate pur di
raggiungere il suo fornitore ordinario, sia per la fiducia che riponeva in
esso, sia perché la lista della merce presa “a crirenza”, a credito,
era, di norma, abbastanza lunga.
Al carretto tirato da un asino stanco e
macilento si sono sostituiti i mezzi meccanizzati: un lapino nostalgico e
istoriato con tanto di megafono lo ha rimpiazzato degnamente e per le strade
non girano più contadini scalzi carichi di ceste.
Nella sostanza, però, ortaggi e verdure di
stagione si continuano ad acquistare da “chiddu
di finucchieddi e cardedda”, il venditore di finocchietti
selvatici e verdura di montagna, lo stesso che la raccoglie all’alba nei
luoghi dove cresce spontanea, conservando il suo sapore genuino. Se ne
incontrano diversi nei crocevia più transitati.
“Sali,
accattativi u sali!
Cinque pacchi mille lire!
Accattativi u sali!
Quando mi cercate…
non mi trovate!”
La
cantilena, anche dopo l’avvento dell’euro, ci segue per le vie e piazze
con il suo richiamo megafonato.
Il più
delle volte, per attirare l’attenzione sulla merce, arriva ad usare
frasi e vocaboli al limite della sgarbatezza e della sguaiataggine, tipiche
della ”Abbanniata”, lo strillare denso di doppi sensi che conduce spesso
all’equivoco anche licenzioso, e comunque alla ilarità.
Il venditore ambulante non si permetterà mai
di “abbanniare” merce
che non ha!…. Tanto palese è il proverbio che dice: “Lu putiaru zocc’havi abbannia”..
Che dire, quando in tempi passati, sul far di
giugno, i palermitani non si svegliavano di buon’ora al suono della loro sveglietta, ma per l’ossessionante “lamento” del venditore di gelsi,
che gridava a squarciagola: “Astura v’arrifriscano!” dando alla
frase un effetto “eco” tutto particolare, degno delle migliori sale di
incisione. Naturalmente i gelsi dovevano essere consumati nello
spazio di tempo dalle sei alle sette del mattino perché, dopo, non…
Arrifriscano
più !
Solitamente era “u vaccaru” che invadeva ogni mattina le strade con le sue
bestie, annunciate dal suono dei campanacci, e andava fermandosi per mungere
il latte caldo direttamente dalle mammelle dell’animale alle scodelle dei
clienti.